Mostre 2021: le donne di Adelisa Selimbašić

Mostre2021:Non ci incontreremo mai così giovani diAdelisa Selimbašić, a Milano

Il favoloso mondo di Adelisa è abitato da presenze femminili di cui vediamo solo i corpi,

molto spesso il fondoschiena e mai gli occhi. Le donne di Adelisa Selimbašić paiono visioni notturne: ne scorgiamo dettagli di vita quotidiana, ma l’insieme ci sfugge. Chi sono queste creature in costume o in top e gonna corta, con lo smalto curato? Che cosa pensano? Le troviamo nei luminosi spazi di State Of di Milano, zona Porta Romana: qui, in Aretè Showroom, si calano dall’alto, impresse dalla tempera su su lunghi teleri per la prima personale di Selimbašić nel nostro Paese.

Adelisa Selimbašić

Non ci incontreremo mai così giovani (fino al 6 giugno), a cura di Luca Zuccala e realizzata da Ipercubo, è l’occasione per apprezzare un talento emegente, quello della 25enne italo-bosniaca, nata in Germania, già studentessa all’Accademia di Belle Arti di Venezia e al momento artista in residenza al VIR Via Farini di Milano. Vediamo venticinque sue opere, molte di grandi dimensioni, realizzate in quest’anno pandemico: presentano una originale visione sul femminile grazie all’uso di colori saturi ed enfatici, con le luci e le ombre volutamente sbagliate, perché nel mondo di Adelisa la realtà si mescola con il sogno, le atmosfere sono quotidiane eppur sospese, la nostalgia si stempera in leggerezza soave.

Chiara, Adelisa Selimbašić

«Non mi considero una femminista, bensì un’artista che vuole definire, attraverso la pittura, tutti quegli atti e atteggiamenti ripetuti nel tempo che ci hanno portato a produrre l’illusione di una identità di genere fissa e determinata, e del corpo come medium passivo segnato da essa», spiega l’artista. La sua pittura non fa politica, non sposa battaglie civili né rivendicazioni, racconta piuttosto una storia. Il registro è quello di una leggerezza pensosa: «Non c’è morbosità nel suo sguardo – spiega Zuccala –, ma una forma di riflessione nei confronti di una società come quella bosniaca che è piuttosto patriarcale e che l’artista ben conosce. La sua pittura mostra corpi consapevoli, di cui coglie pose inedite e mai volgari grazie a una spiccata capacità compositiva e a una maturità rara per la sua età».

Non voglio le tue rose prive di emozioni, Adelisa Selimbašić

Adelisa Selimbašić gioca, si vede anche dalle immagini che vi proponiamo, sull’uso del colore, chiamato a mostrare la bellezza, imperfetta per natura, di ogni donna, in una forma di erotismo leggero e raffinato, privo di pruderie e imbarazzi. Pare sia riuscita a convincere anche la nonna, assai tradizionalista e critica sul fatto che la nipote si dedicasse alla rappresentazione di nudi: ora è pronta, con sorpresa di tutti, a farle da modella. Il titolo di questa personale, animata da teleri privi di telaio e cornice che galleggiano nell’aria come oniriche presenze, viene da un articolo letto per caso dall’artista su una rivista. A prima vista pare un nonsense, ma forse esprime appieno questo nostro tempo e quel misto tra nostalgia, malinconia e tenerezza della “pandemic generation che si vede scappar via qualcosa di amato e conosciuto e non sa ancora quanto (e se) rimpiangerlo davvero.

Non ci sono pareti, Adelisa Selimbašić

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