La tendenza antropocentrica che durante l’Umanesimo aveva sottratto a Dio la matita da disegno per metterla nelle mani dell’uomo, e che ha variamente attraversato ogni epoca
OLIVIA M. HEALY, “TEMPERANCE”, 2019.
© COURTESY TASCHEN.
Perché avete deciso di creareThe Library of Esoterica?
Da persona interessata all’occulto, avevo trovato pochissime pubblicazioni che trattassero questi argomenti in modo inclusivo e giornalistico, non dogmatico. E nessuna di esse raccontava come si fossero espresse queste tradizioni attraverso l’arte. L’obiettivo della collana, quindi, è presentare la vasta e affascinante storia dietro queste tradizioni e mostrare gli incredibili artisti visivi che sono stati attratti dall’esoterismo, in tutte le epoche e da tutto il mondo.
Quindi l’apparato visivo dell’esoterismo è il fil rouge tra i volumi?
Sì, perché le pratiche esoteriche vanno oltre il linguaggio verbale, usano l’iconografia per comunicare idee. I simboli, in particolare, sono stati a lungo il modo in cui l’uomo ha espresso la sua connessione con il mondo spirituale: una chiave di accesso alla conoscenza. Quindi l’aspetto visivo di queste tradizioni è molto importante – per non parlare di quanto sono belle ed emozionanti le opere d’arte prodotte.
Perché il primo libro della serie è dedicato aitarocchi?
I tarocchi si esprimono quasi interamente attraverso un sistema di simboli, un’iconografia inerente alla pratica. Volevamo creare enciclopedie visive, quindi da dove partire se non dal linguaggio visivo per eccellenza, quello dei tarocchi?
(Continua)
In apertura: RACHEL HOWE, “SMALL SPELLS”, 2016.