Mamme single: le protagoniste di 40 film indimenticabili

Cinema: storie di madri sole

Contro tutto, contro tutti. Le mamme single hanno una marcia in più. Abbandonate prima o dopo l’altare (e spesso proprio per

via dell’arrivo di un figlio), separate (con il divorzio che talvolta diventa sinonimo di “Libertà”) o tristemente vedove, sono donne sole che si sono trovate ad affrontare la vita armate del loro coraggio e soprattutto dell’amore per il proprio bambino

Fragili e meravigliosamente imperfette, sono donne ferite che hanno saputo tramutare il dolore in una forza interiore capace di arrivare ovunque e di dare tutta l’anima per i propri figli. Sono mamme che hanno dovuto crescere in fretta e che hanno dovuto cambiare i loro piani. Ancora più responsabili verso quei figli ancora piccoli, da crescere ed educare, soprattutto quando la figura del padre – un punto di riferimento altrettanto fondamentale – è venuta meno. 

Con l’arrivo della Festa della Mamma, abbiamo deciso di ripercorrere attraverso alcuni film alcune delle madri single viste al cinema più forti di sempre. Personaggi indimenticabili che possono anche diventare dei modelli di ispirazione e che provano che, se l’amore nella coppia può anche finire, quello che lega una madre al proprio figlio è inscalfibile, potentissimo.

Mamme single da Oscar (o quasi)

Iniziamo la nostra carrellata dal punto più alto, ovvero da quelle straordinarie attrici che hanno vinto un Oscar per aver saputo magistralmente interpretare il ruolo della madre sola. Non possiamo che cominciare da Sofia Loren, che nel 1962 vince la statuetta ne La ciociara (1960) lo struggente film di Vittorio De Sica in cui lei è una vedova che vive con la figlioletta ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1975 una straordinaria Ellen Burstyn vince il premio come Miglior Attrice Protagonista in Alice non abita più qui di Martin Scorsese: anche lei si ritrova da sola con il figlio di 11 anni dopo che il marito muore in un incidente. Del 1997 è invece Qualcosa è cambiato, il meraviglioso film di James L. Brooks con Helen Hunt madre single di un bambino che soffre di un disturbo respiratorio. Nel locale dove lavora come cameriera conoscerà Melvin (Jack Nicholson), un incontro che cambierà le vite di entrambi (e che farà vincere l’Oscar ad entrambi). 

Qualcosa è cambiato

© Al Pereira

Tre anni dopo Julia Roberts trionfa all’Academy con Erin Brokovich – Forte come la verità, il film di Steven Soderbergh basato sulla vera storia della donna che dà il titolo alla pellicola. Erin Brockovich – una segretaria trentenne precaria, madre di tre figli e reduce da due divorzi – assetata di giustizia, indaga su una compagnia che ha fatalmente contaminato le falde acquifere di Hinkley, una cittadina californiana. Del 2015 è Room, la claustrofobica pellicola (ispirata ad una storia vera) di Lenny Abrahamson con una Brie Larson da Oscar nel ruolo di una donna segregata in una stanza insieme al figlio (Jacob Tremblay) avuto dal suo persecutore-carceriere (nominato “Old Nick”).

Room

 Anche se non da protagonista, va ricordato anche l’Oscar che Patricia Arquette ha vinto nei panni di una madre divorziata nel Boyhood di Richard Linklater (realizzato tra il 2002 e il 2013!), e l’indimenticabile prova di Sally Field nel Forrest Gump di Robert Zemeckis (1994, Oscar come Miglior Film e Miglior Regia): è lei la mamma che ha cresciuto da sola il protagonista del film, interpretato da Tom Hanks (Oscar come Miglior Attore Protagonista). 

Madri sole, più forti di tutto

Una madre che si ritrova da sola, e vive un dramma. Ed è proprio in questo genere cinematografico drammatico che troviamo titoli indimenticabili. Un esempio? Nel 1962 esempio uscirono Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, con una commovente Anna Magnani nei panni di una prostituta disposta a compiere ogni gesto per amore del figlio, e lo “scandaloso” Lolita di Stanley Kubrick (dal romanzo di Nabokov), in cui Shelley Winters è la madre vedova che cresce la sensuale giovane figlia (Sue Lyon) che farà perdere la testa al Professore che la donna vorrà portare in casa. 

Lolita

© Sunset Boulevard

Più recenti sono invece Il mio piccolo genio (1991), l’esordio alla regia di Jodie Foster che interpreta la madre single di un bambino prodigio, troppo intelligente anche per lei, incapace di esaudirne i bisogni culturali. Del 1993 è invece The snapper, del sensibile regista Stephen Frears su una ragazza (Tina Kellegher) che resta incinta a 20 anni e decide di non dire chi sia l’uomo che l’ha ingravidata, aumentando i pettegolezzi sul suo conto nella sua comunità. Il dramma diventa tragedia nel Dancer in the dark di Lars Von Trier (Palma d’Oro al Festival di Cannes 2000), con la pop star Björk madre immigrata che dalla Cecoslovacchia sbarca negli USA con il figlio malato (più volte ingannata, la donna finirà impiccata). 

Ambientato nel 1928 è Changeling, il thriller storico diretto nel 2008 da Clint Eastwood con Angelina Jolie che veste i panni di una madre nubile un giorno vedrà sparire il giovane figlio di 9 anni. Nel 2010 al cinema invece esce Blue Valentine, il dramma sentimentale di Derek Cianfrance con Michelle Williams che interpreta una studentessa di Medicina che rimane incinta di un ragazzo che non tiene davvero a lei. Un giorno incontrerà Dean (Ryan Gosling): lui sì che l’amerà e che accetterà di stare con lei nonostante la bambina in arrivo non sia la sua. Indimenticabile è anche il trauma psicologico che una strepitosa Essie Davis vive nel terrificante Babadook di Jennifer Kent. Lei è una madre vedova che cerca di difendere se stessa e il figlioletto da un mostro minaccioso (che in realtà è il suo inconscio).  

Changeling

Sempre del 2014 è invece Mommy, il capolavoro di Xavier Dolan (Premio della Giuria a Cannes) che racconta la toccante e turbolenta storia di una madre vedova (Anne Dorval) e del suo problematico figlio Steve (Antoine Olivier Pilon). Orfano di padre è anche il giovane protagonista (Roman Griffin Davis) di Jojo Rabbit (2019, regia di Taika Waititi) che vediamo crescere insieme alla mamma che ha il volto e la bravura di Scarlett Johansson. Altamente toccante è infine un film uscito da poco, Asia (2021) l’opera prima della regista israeliana Ruthy Pribar. Il titolo è il nome della protagonista, una madre single russa (Alena Yiv) immigrata a Gerusalemme. Per lei la maternità è sempre stata una lotta più che un istinto ovvio. Un giorno scoprirà che sua figlia Vika (Shira Haas) soffre di una malattia degenerativa. Sarà uno spartiacque che cambierà la loro vita e il loro rapporto. 

Mommy

© shayne laverdiere

Il dramma diventa terrore quando una madre si trova ad affrontare un uomo malvagio, sia esso il proprio marito – dal quale Margherita Buy fugge con il figlio ne La vita possibile di Ivano De Matteo (2016) – o uno sconosciuto, come il folle uomo omicida (Russel Crowe) che tormenta una madre divorziata ne Il giorno sbagliato di Derrick Borte (2020). Due storie che ci ricordano con forza il tema del femminicidio.

Nuovi sorrisi, nuovi amori (forse)

Ricordate la dolce Connie Booth nei panni della madre vedova de Il piccolo Lord di Jack Gold (1980)? È una delle diverse storie cinematografiche nelle quali le mamme ritrovatesi sole con i figli hanno una nuova possibilità e vivono nuovi romantici amori. Pensiamo alla Michelle Pfeiffer di Un giorno, per caso (1996), una madre divorziata che si innamora di un padre divorziato (George Clooney), o alla Renée Zellweger giovane vedova con bimbo che farà innamorare il cinico Tom Cruise in Jerry Maguire di Cameron Crowe (sempre 1996). O ancora alla giovane mamma single Jennifer Lopez (una cameriera) che perde la testa per Ralph Fiennes (un senatore) in Un amore a 5 stelle (2002), o alla madre divorziata Julia Louis-Dreyfus che riscopre i sentimenti con il compianto James Gandolfini in Non dico altro di Nicole Holofcener (2013). 

Un giorno, per caso

Ancor più recenti sono ritratti più divertenti di mamme sole – con figli gelosissimi, come la Julie Delpy regista e protagonista di Lolo – Giù le mani da mia madre (2015) – o con più divorzi e figli alle spalle – come la Laura Morante autrice ed interprete di Assolo (2016) – che, incasinate, faticano a crescere davvero – come la Virginie Efira di Tutti gli uomini di Victoria (2016) – o che faticano a trovare nuovi compagni e soffrono a separarsi dai figli - la Sandrine Kiberlain di Seflie di famiglia di Lisa Azuelos (2019) – o che semplicemente hanno voglia di ballare e di provare nuove emozioni – come la Julianne Moore di Gloria bell (2019).

Naomi Watts e Juliette Binoche, madri single per eccellenza

Un piccolo discorso a parte lo meritano due grandi attrici che si sono trovate ad interpretare più volte il ruolo della madre single. La prima è Naomi Watts, che è stata una mamma sola: separata (nell’horror The ring, 2002, e in 3 Generations - Una famiglia quasi perfetta, 2015, e Il libro di Henry, 2015), abbandonata incinta (in Le divorce, americane a Parigi, 2003, e St. Vincent, 2014), divorziata di lusso (nel biopic Diana – La storia segreta di lady D, 2013) e vedova (nel conturbante Two mothers di Anne Fontaine, 2013).

Two mothers

La seconda è Juliette Binoche, che ricordiamo al fianco della piccola figlia nel celebre Chocolat (2000, si innamorerà di Johnny Depp) e che negli ultimi anni è stata più volte una madre single in diverse commedie leggere al femminile: Tale madre, tale figlia (2017), L’amore secondo Isabelle (2017) e Il mio profilo migliore (2019). 

Chocolat

La mamma single con i super poteri

Ci piace concludere questo viaggio cinematografico parlandovi di quattro mamme single forti, coraggiose e dotate di una marcia in più. Stiamo parlando della Joy di David O. Russell (2015), con una Jennifer Lawrence candidata all’Oscar che ripercorre la vera storia di successo di Joy Mangano, una bistrattata donna divorziata con due figli che trasformerà la sua vita inventando il Miracle Mop, il “mocio” lava-pavimenti (che le farà costruire un impero commerciale). Altra donna straordinaria è la Fortunata di Sergio Castellitto (2017), interpretata da Jasmine Trinca (premiata con il David): una mamma divorziata che fa la parrucchiera e che combatte ogni giorno per conquistarsi con fatica il diritto alla felicità. Una donna imperfetta, impulsiva, affamata e bisognosa che per amore (incontrerà Stefano Accorsi) perderà tutte le sue certezze ma approderà a un’altra idea di se stessa. 

Fortunata

Diretta da Jessica Hausner, Emily Beecham ha vinto il premio come Miglior Attrice al Festival di Cannes 2019 nei panni di una madre single che, da esperta coltivatrice, crea un fiore per il figlio adolescente, quel Little Joe che dà il nome al film. Infine ecco la Eva Green che per la regia di Alice Winocour in Proxima (2019) è una madre divorziata costretta a separarsi dalla piccola figlia per una missione spaziale. 

Proxima

Ecco, forse è proprio questa astronauta il simbolo della mamma single: una donna capace di volare fino alle stelle e oltre con il solo pensiero di abbracciare i propri figli. Un continuo viaggio nell’infinito amore materno. 

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