Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany indossa gli occhiali da sole Manhattan di Oliver Goldsmith, diventati un pezzo cult
La diva di Hollywood indossa un
© Getty Images
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I limiti imposti dalla necessità di inquadrare gli occhi solleticano la voglia di eccesso e sperimentazione di Edith Head, costumista otto volte premio Oscar cui vanno il merito e l'onore di aver creato lo stile di Hollywood attraverso gli abiti di Gloria Swanson in Viale del Tramonto (1950) di Grace Kelly ne La finestra sul cortile (1954) e di Sophia Loren nel western Il Diavolo in calzoncini rosa (1959). Per Audrey Hepburn e la sua Holly Golightly in Colazione da Tiffany di Blake Edwards, la Head pensa all'ideale della newyorchese concepito da Truman Capote: frivolezza, finta spensieratezza e delusioni affogate nello champagne, una sigaretta perennemente accesa e un'eleganza che non ha bisogno di regole per essere perfetta. Se gli abiti sono creati da Givenchy e i gioielli, ça va sans dire, sono di Tiffany & Co., l'elemento di contrasto dal tocco urbano e moderno è dato da paio di Manhattan by Oliver Goldsmith, accessorio epitome della personalità enigmatica della protagonista, che regola il suo umore indossandoli di sera, masticandone le aste in acetato, portandoli sulla fronte o sotto il naso senza vergogna di mostrare un volto stupito o curioso.
© Instagram @olivergoldsmithsunglasses
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Con un design originale realizzato appositamente da Oliver Goldsmith, gli occhiali da sole Made in Italy sono composti da una montatura in acetato con effetto tartaruga, dalla forma tonda e leggermente allungata verso l'esterno nella parte superiore, ad accennare un cat eye pop e ironico. La lente è scura, ma trasparente, in modo da velare lo sguardo di Audrey senza nasconderlo del tutto. Prima apparizione degli occhiali da sole nel guardaroba femminile sul grande schermo, i Manhattan sono destinati a cambiare la storia della moda e del cinema.
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© Courtesy Oliver Goldsmith
Divenuto parte del linguaggio scenico dell'attrice, l'accessorio viene impiegato nel corso di tutto il film: accentua i movimenti e gli stati d'animo della protagonista, ma soprattutto ne rivela l'estrema padronanza dell'abbigliamento, la capacità inedita e all'epoca sorprendente di indossare un abito di alta moda e un monile di diamanti con un oggetto semplice, oggi definibile come parte della cultura street. Grazie a Colazione da Tiffany, gli occhiali da sole entrano a pieno titolo nella moda femminile, svincolandosi dall'immagine del gentlemen americano alla Cary Grant o del bello impossibile alla James Dean per proporre un modo irriverente e fantasioso di vestirsi, mixando, esplorando, provando abbinamenti inconsueti per divertirsi e per creare un proprio e inimitabile aplomb.
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Amatissimo dalle star anni 60 e adottato dalla Hepburn come suo accessorio distintivo, l'occhiale da sole Oliver Goldsmith si presenta ancora oggi nella sua versione originale, con l'immancabile tartarugato scuro, le lenti antracite, cui si aggiunge di lato una data incisa: 1960, anno della sua creazione. Da indossare con la nonchalance della mitica Holly, i Manhattan si accompagnano al look sportivo, a un jeans con sneaker e t-shirt, con un blazer per un twist elegante, ma si prestano - Audrey docet - anche a mise couture con abiti lunghi, décolleté e un cappello dall'ampia falda, catapultandoci in un mondo passato di luci della ribalta e stelle del cinema, vestendo i panni, in tutti i sensi, di una diva di Hollywood.
© Courtesy Oliver Goldsmith