The Crown 4: perché non piace alla Famiglia Reale

Se c'è una cosa che abbiamo imparato da The Crown 4 è che la regina non rilascia dichiarazioni personali e che, a loro spese, sono invece gli informatori molto vicini alla

Corona a parlare. A quanto pare, secondo voci ufficiali, i Windsor avrebbero arricciato non poco il naso a causa della quarta stagione della serie tv magistralmente scritta da Peter Morgan, che dal 15 novembre sta spopolando su Netflix deliziando il pubblico con ricordi a molti sconosciuti. 

Un esempio? Il ballo che Diana fa con con Wayne Sleep sulle note di Uptown Girl di Billie Joel, all'evento di beneficienza al Royal Ballet nel giorno del compleanno di Carlo. Forse è per questo che The Crown piace molto alla critica britannica, perché scava nelle verità di una famiglia in cui ciascun membro appare come vittima ma soprattutto carnefice di se stesso e delle proprie sciagure. Quanto ai Windsor, come dare loro torto? Perché lo scenario raccontato nella serie britannica di Netflix mette in evidenza molte insidie nella casa reale, descritta argutamente dalla Thatcher, interpretata da Gillian Anderson, come una “supponenza mancante di coraggio”. 

Tra queste insidie c'è anche il fantasma che non vuole abbandonarla - o che forse è l'entertainment a non voler lasciare andare -, ovvero Lady Diana, amata da tutti tranne che dalla sua famiglia e che, un bel giorno, deciderà di cercare conforto nelle braccia di altri uomini. Sin da subito, si percepisce la sua sofferenza (che si manifesta anche con la bulimia) e quanto sia tormentata dalla scarsa importanza che i reali mostrano, ancor prima delle nozze, nei suoi confronti e dal fatto che Carlo ami un'altra donna senza farne troppo mistero. 

Il principe Carlo, dal canto suo, vuole invece totale attenzione dai sudditi convinto, un giorno, di diventare re. E così, giorno dopo giorno, diventa sempre più geloso della popolarità della moglie e, invece di confrontarsi con lei, trova rifugio nelle infinite chiamate - e incontri segreti - con Camilla, direttamente dalla tenuta di Highgrove, a 15 minuti di macchina dalla Parker Bowles. 

Della Regina emerge la scarsa propensione alla maternità, di Margaret la debolezza dietro la maschera spavalda, di Filippo la poca stima in Carlo. E di tutta la famiglia traspare l'essere tra il sempliciotto e il bigotto, così affezionata a tradizioni come l'andare a caccia, senza nascondere la loro cruenta determinazione, o prendere l'aperitivo ancora sporchi di fango facendo giochi di società. Emerge anche il loro forte snobismo nei confronti di Margaret Thatcher, «figlia di un negoziante», e della stessa Diana quando sbaglia la sequenza degli inchini. 

E poi c'è l'immenso gap con la vita del cittadino medio a trasparire, nella scena della conversazione tra la regina e un uomo, Michael Fagan, che, disperato, è riuscito a intrufolarsi nella sua camera da letto. Si evidenzia anche la scarsa capacità di Carlo come padre, puntualizzata dalla totale delusione nell'aver avuto un secondo genito maschio e non femmina. L'ennesima goccia che avrebbe fatto vacillare quel fragilissimo matrimonio di cui ancora tutti parlano e che, come un fantasma, proprio non vuole abbandonare le mura di Buckingham Palace.

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