Anja Rubik: la sua lettera aperta sull'aborto in Polonia

Le parole diAnja Rubik 

Nel 2020, la nostra Polonia è un paese diviso e, come donna polacca, ho molta paura. Lo stato e la chiesa

si sono uniti, dando vita a conflitti e contraddizioni. Il diritto di scelta della donna è sotto assedio, le persone della comunità LGBTQ+ sono trattate come cittadini di seconda classe e l’educazione sessuale è obsoleta.

La Polonia è il paese europeo con la legislazione sull’interruzione di gravidanza più restrittiva. L’aborto è illegale salvo in tre casi (stupro, incesto o minaccia per la vita della madre), e anche queste tre eccezioni vengono progressivamente erose. Gli effetti peseranno non solo sulle nostre donne, ma su tutta la comunità. Il 22 ottobre, la corte costituzionale ha vietato l’aborto in caso di gravi e irreversibili malformazioni del feto. Questo significa che lo stato obbligherà le donne a portare a termine la loro gravidanza, mettendo al mondo figli con gravi malformazioni, che potrebbero morire, tra grandi sofferenze, pochi minuti dopo. Lo stato sta interferendo con le decisioni più personali che impattano sulla nostra vita, sul nostro destino, sulla nostra salute e sulla nostra sicurezza.

Il diritto di una donna di scegliere è la cartina di tornasole di una società sana e progressista. Il momento che stiamo vivendo graverà sulla comunità polacca per decenni a venire. Le nostre donne – le nostre madri, mogli e figlie del futuro – contano su di noi per essere messe al primo posto.

Le proteste in Polonia contro la legge sull'aborto

© Omar Marques / Getty Images

In Polonia la comunità LGBTQ+ vive nella paura. Siamo un insieme di soggetti diversi e permettere che una parte di essi venga marginalizzata e discriminata è ripugnante e codardo. Questo comportamento nasce soprattutto dalla paura e dall’ignoranza. Una chiesa polacca che seleziona e sceglie i suoi dogmi per manipolare il consenso è in netta contraddizione con la direzione in cui Papa Francesco sta portando la fede cattolica nel 2020. A chi è contro le comunità LGBTQ+ chiederei di combattere le loro paure ed essere migliori. La Polonia è meglio di così. Siamo migliori di così.

Ho creato una fondazione per l’educazione sessuale in Polonia nel 2017 [che si chiama SexedPL]. È un progetto nato per la mia forte passione e per offrire una soluzione pratica a un problema serio. Da millenni, il sesso fa parte delle nostre vite, più dell’algebra e della fisica. Esistiamo, ognuno di noi, a livello biologico, grazie al sesso. Com’è possibile immaginare una comunità sana se non parliamo con i nostri bambini dei loro corpi, dei loro limiti personali, del consenso e del sesso sicuro? Il sesso è intrinsecamente personale, causa profonda insicurezza e pericoli, e limitarsi a ignorarlo o rifiutarlo è irresponsabile e rappresenta un passo indietro per la Polonia. Nel 2020, il governo polacco sta facendo di tutto per censurare e bandire l’educazione sessuale. Senza un’istruzione strutturata e un'attenzione alle diverse community, gli adulti di domani potrebbero avere un futuro di isolamento e di incertezza. L’attacco del nostro governo all’educazione sessuale è un attacco ai nostri figli.

Ci sono momenti e giorni in cui mi sento scoraggiata e terrorizzata. Voglio essere chiara: non credo di contare più di qualsiasi altra cittadina polacca. La mia famiglia e la mia comunità sono sommerse dall’ansia e dall’incertezza. Guardo le proteste nelle strade, provocate dalle leggi sull’aborto, con un miscuglio di orgoglio e di terrore perché mi chiedo come ha fatto la nostra Polonia a diventare così. Dopo tutto quello che abbiamo affrontato nell’ultimo secolo – le avversità, gli eroi, le lezioni apprese – siamo arrivati a questo punto. Cerco di essere ottimista e di fare tutto ciò che è in mio potere per gli uomini e le donne che si stanno ribellando contro l’oppressione e che combattono per la nostra libertà e per il riconoscimento dei diritti umani. Nei momenti no, telefono, parlo con i miei amici e torno ad avere fiducia nel fatto che possiamo operare un cambiamento se siamo coraggiosi e ci facciamo sentire.

Abbiamo imparato molte cose in questa vita, ma c’è una cosa fondamentale che ci sostiene ed è che ‘la nostra Polonia’ ha la capacità di prosperare e adattarsi durante le crisi. C’è del bene in ognuno di noi. Dobbiamo restare calmi, ascoltare, concentrarci sui nostri obiettivi e non rinunciare mai alla nostra integrità. Siamo liberi solo se siamo tutti uguali.

Testo di Anja Rubik

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