Addio a Daria Nicolodi, la musa di Dario Argento

Nella giornata del 26 novembre è scomparsa Daria Nicolodi all'età di 70 anni. Un addio che ha colpito il cinema italiano privandolo della sua scream

queen e di uno dei suoi talenti più poliedrici. Attrice che negli anni 70 si era imposta con il ruolo della crocerossina di Uomini contro di Francesco Rosi e poi nel film culto Salomé di Carmelo Bene, Daria Nicolodi è poi divenuta vera e propria icona nel sodalizio artistico e sentimentale (terminato nel 1985) con Dario Argento. Da un lato il giovane regista toscano, promessa del cinema italiano e "allievo" di Sergio Leone (Argento e Bertolucci collaborarono per un certo periodo alla scrittura di C'era una volta il West), dall'altro la bravura, l'intensità e alcune intuizioni di sceneggiatura di Daria Nicolodi che contribuì in maniera sensibile alla riuscita straordinaria di Profondo Rosso, film culto che lanciò definitivamente Dario Argento tra i maestri del brivido. Il contributo della Nicolodi al successo di Argento è cosa notoria: non poche furono le sue intuizioni nella creazione del personaggio di Gianna Brezzi, ma addirittura vitali furono i suoi racconti d'infanzia nella creazione dell'altro film di culto di Argento, Suspiria.

Daria Nicolodi nel Macbeth

© imago stock&people / IPA

Madre di Asia Argento Nicolodi, oltre ad apparire nelle opere di Argento ( Inferno, Phenomena fino al recente La Terza Madre), ha collaborato nella sua carriera anche con l'altro maestro del terrore, Mario Bava, appaiando la sua carriera cinematografica al suo impegno teatrale.

L'ultimo impegno artistico, 11 anni fa, in L'Ispettore Coliandro dopo il quale ha abbandonato le scene per dedicarsi ai suoi studi esoterici e la sua passione per l'arte. Una grande attrice e artista, dalle luminose intuizioni che oggi lascia un vuoto. Non solo nel cinema di genere.

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