Tommy Hilfiger: 4 rivoluzioni che hanno segnato i 35 anni del brand
Stilista innovatore e filantropo rivoluzionario, Tommy Hilfiger celebra, nel 2020, il 35° anniversario del brand. Oltre un terzo di secolo di attività in cui quel
Per unirci ai festeggiamenti dell'importante anniversario, abbiamo intervistato Tommy Hilfiger cercando di ripercorrere le rivoluzioni più significative che ha apportato nei primi 35 anni del brand.
- Come è nata l’idea di People’s Place?
Quando ero un ragazzino andavo in macchina a New York a comprare tutti i capi più cool in denim che non si trovavano nella mia cittadina, Elmira. Poi rivendevo i jeans dal bagagliaio dell’auto, li vendevo tutti. A 18 anni ho investito tutti i miei risparmi per aprire il mio primo negozio, People’s Place, uno spazio per persone di tutte le estrazioni sociali, per stare insieme e apprezzare la moda, l’arte, la musica e la cultura pop.
People’s Place (1975)
© Courtesy Tommy Hilfiger
- Quali sono i valori del progetto originale che il People’s Place Program riflette ancora oggi?
Il People’s Place originale era profondamente influenzato dalla rivoluzione culturale degli anni '60. Volevo che il negozio fosse qualcosa di più di un semplice spazio in cui vendere i capi dei miei cantanti rock preferiti. Volevo creare uno stile di vita a tutto tondo. People’s Place era stato ideato per incoraggiare lo scambio di idee, l’espressione di sé e per mettere in discussione le norme sociali. E il nuovo People’s Place Program è stato ideato con questo stesso spirito, e così continuerà a crescere.
- Come è nata la prima collaborazione con Gigi Hadid?
Gigi incarna molto di quello che cerchiamo nei nostri brand ambassador. Il simbolo della ragazza tipicamente americana, con un atteggiamento sempre positivo, che resta umile, e si impegna molto per realizzare i suoi sogni. E come accade per tutte le nostre collaborazioni, in lei abbiamo visto una persona fantastica e di buon cuore che condivide i nostri stessi valori.
Gigi Hadid a lavoro sulla collezione Tommy x Gigi SS18
© Courtesy Tommy Hilfiger
- Che cosa avete imparato dalle vostre collaborazioni?
Che più sono diversi i background, le esperienze di vita e i punti di vista che si esplorano, meglio è. Tutti vedono il mondo attraverso il proprio sguardo unico. Vogliamo che il maggiore numero di persone possibile interpretino a loro modo la nostra storia. Ogni collaborazione deve portare qualcosa di nuovo e relazionarsi con un pubblico nuovo.
- Con chi sperate di poter collaborare in futuro?
Ci sono tante persone con cui ci piacerebbe collaborare. Di volta in volta siamo sempre più focalizzati sulle collaborazioni con attivisti e influencer locali. Collaborare con persone che usano la loro voce per portare avanti un cambiamento positivo per noi è più importante che mai.
- Come è nata l’idea per TOMMYNOW ?
La mia idea per TOMMYNOW era di creare una piattaforma globale per portare le nostre sfilate in giro per il mondo come un tour di concerti rock. Volevo dare ai fan un accesso immediato e inclusivo all’esperienza, eliminando l’aspetto esclusivo che è tipico delle sfilate di moda.
Con l’approccio “See Now, Buy Now”, TOMMYNOW ha inaugurato una nuova era nella democratizzazione della moda e ha incarnato la mia esperienza di sfilata ideale.
Grace Jones in passerella al TOMMYNOW Tommy x Zendaya Fall 2019
© Tim P. Whitby / Getty Images
- L’evento è cambiato molto negli anni. È arrivato il momento di rinunciarvi per sempre, oppure, come lo vede nel futuro?
Mai dire mai. Per noi è importantissimo andare incontro ai clienti esattamente dove si trovano in un dato momento. E in questo momento c’è grande entusiasmo per l’esperienza immersiva digitale e per l’innovazione, ed è quello che abbiamo inserito in tutta la nostra brand experience. Se i consumatori avranno bisogno di un altro cambiamento in futuro, noi ci adatteremo per soddisfare questo bisogno.
- Gli eventi digitali sono il futuro?
Gli eventi digitali possono avere una grandissima risonanza presso i consumatori. Abbiamo sempre organizzato sfilate interattive con ospiti virtuali e abbiamo visto che l’emozione e la partecipazione da parte del pubblico era altrettanto forte, anche in uno spazio digitale. Il digitale permette di sviluppare modi nuovi per i consumatori di guardare e acquistare le collezioni, attraverso un coinvolgimento diretto con il brand.
- Qual è l’obbiettivo raggiunto in termini di inclusione che la rende più orgoglioso?
Grazie alla mia esperienza personale con bambini affetti da autismo ho potuto constatare in prima persona le difficoltà di vestirsi al mattino. Tommy Hilfiger Adaptiveè un progetto che mi sta particolarmente a cuore perché so che fa la differenza nelle vite di chi ha a che fare con la disabilità. Sono davvero felice di continuare a espandere ulteriormente la collezione nelle prossime stagioni.
Tommy Hilfiger Icons FW20
© Courtesy Tommy Hilfiger
- Cosa pensa delle recenti dichiarazioni di Halima Aden riguardanti la rappresentazione delle donne mussulmane nella moda?
Halima ha collaborato con il nostro brand, è una mia amica e una voce nella fashion industry che rispetto moltissimo. Il coraggio che ha dimostrato facendosi avanti e mettendo in evidenza le sue difficoltà è esattamente quello che abbiamo bisogno di sentire e sostenere per effettuare i cambiamenti necessari.
- Quali sono i vostri obbiettivi di inclusione per il futuro?
Quest’estate abbiamo lanciato il nostro People’s Place Programper sostenere l’inclusione a tutti i livelli nei settori della moda e della creatività. Il programma è incentrato sulle partnership, sull’accesso al mondo del lavoro e sulla industry leadership ed è fortemente impegnato a ottenere un cambiamento importante e a lungo termine.
Siamo consapevoli che c’è ancora tanta strada da fare per quanto riguarda la rappresentazione della diversità. Non avremmo dovuto aspettare così tanto tempo prima di riconoscerlo, ma oggi siamo determinati e impegnati a migliorare. Attraverso il People’s Place Program, usiamo la nostra piattaforma per dare maggiori opportunità a chi non viene rappresentato adeguatamente e scendiamo in campo per le cose in cui crediamo.
Tommy Hilfiger
© Craig McDean / Courtesy Tommy Hilfiger