The Midnight Sky: la recensione di Vogue
Il ritorno diGeorge Clooney davanti e dietro la macchina da presa è di quelli in grande stile. Non
George Clooney in The Midnight Sky
© Philippe Antonello/NETFLIX
La trama
Siamo nel febbraio 2049 e Augustine è un luminare della scienzache vive in un osservatorio al Polo, in completa solitudine. Non si sa bene quale piaga abbia flagellato il mondo, ma appare evidente si trovi ormai alla deriva, proprio come lui. L’unico scopo della sua vita è avvisare della situazione gli astronauti in viaggio da un paio d’anni nello spazio per esplorare l’universo nei dintorni di Giove. L’impresa è di quelle impossibili perché da tempo le comunicazioni risultano interrotte, ma lui non si arrende.
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Un cast stellare
Per dar vita alla trasposizione cinematografica della storia, Clooney ha messo insieme un cast stellare che comprende Felicity Jones, David Oyelowo e Kyle Chandler, tutti impegnati nello spazio e a sole 11 ore dall’impatto con la Terra. Ecco perché le vicende seguono un doppio binario: da un lato lo scienziato, dall’altro gli astronauti. I loro destini sono legati e speculari, in quest’ultimo barlume di resistenza prima dell’estinzione.
Felicity Jones
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The Midnight Sky
L’apocalisse è vicina
In tempi di pandemia una vicenda così ansiogena potrebbe sembrare controindicata, invece si rivela un potente antidoto alla paura, almeno stando a quanto ha raccontato George Clooney durante l’incontro al BFI – London Film Festival. Esorcizzare la morte a pochi passi da noi può essere la spinta giusta per stringersi attorno al mondo dell’arte e della cultura. Cos’ha di diverso questa storia rispetto ad altre pellicole ambientate nello spazio. Secondo il regista/attore qui si punta sui sentimenti, sulle relazioni e sull’emotività. Gli ostacoli produttivi non sono mancati: poco dopo l’ingaggio, la Jones gli ha comunicato di essere incinta e, dopo il comprensibile panico iniziale, lui l’ha considerato quasi un segno e ha deciso d’inserire la gravidanza nel racconto, creando un ulteriore livello narrativo che poi ha arricchito l’intero film.
Clooney sul set
Specchio dell’anima
La natura, selvaggia e ostile, coperta di una coltre di neve e ghiacci nell’Artide rappresenta per Augustine una sfida, certo, ma lo scontro maggiore da affrontare è con se stesso, con il passato irrisolto, con i rimorsi. Ha immolato tutto sull’altare della carriera, ma ora, davanti al baratro, si ferma a ripensare la vita e la morte e in uno slancio eroico e disperato prova ad impedire il ritorno dell’equipaggio spaziale.
Straziante, intimo, visionario: lo sguardo di Clooney mostra un futuro grigio, ma non senza speranza, spazia tra ambiente asettici eppure sa portare una scintilla di calore umano, ridimensiona il concetto di solitudine ed estraneità, oltre ai legami affettivi e lavorativi di base. Come se stesse per fare un salto nel vuoto, il suo alter ego rimette tutto nella giusta prospettiva ma non si sente impotente davanti al cosmo. Questa sua volontà di ferro è l’unica speranza di salvezza, ma per chi?
Il set di Midnight Sky
© Philippe Antonello/NETFLIX