Alice Pagani, una video intervista esclusiva

“Alice” è lo short film su Alice Pagani, musa di Paolo Sorrentino, star di Baby per Netflix, attrice simbolo della nuova generazione del cinema italiano

Alice Pagani vive d'arte, fin da bambina. Da Ascoli Piceno, dove è nata il 19 febbraio del 1998, ha rincorso i suoi sogni fino a Roma, dove ha scoperto la recitazione, il cinema e un talento acerbo coltivato fino a un successo oggi internazionale. Anima grunge, guerriera e sognatrice, in questi anni Alice è riuscita a trasformare la fragilità in vantaggio, ogni ostacolo in opportunità. Candidamente, ha conquistato Claudio Amendola, Andrea De Sica, il premio Oscar Paolo Sorrentino, di cui in sogno ha perfino predetto l'arrivo. E anche il grande pubblico, attratto dallo spirito timido e ribelle. Il suo universo, fatto di musica e arte, sogni e incertezze, paure e imperfezioni lo abbiamo raccontato in un film, dove è la stessa Alice a raccontarsi, senza filtri, con estrema onestà. 

LA NOSTRA INTERVISTA AD ALICE PAGANI

Cosa sognavi di fare da piccola?
Quando ero piccola sognavo di diventare una cantante o una circense. Avevo una grandissima curiosità verso il mondo dell'arte, volevo entrarci, scoprire cosa fosse. Scelsi il liceo artistico perché l'idea di poter creare e comunicare qualcosa mi ispirava da sempre. Il mio sogno non era chiaro, ma sapevo di voler rincorrere l'arte.

Quando ti sei trasferita a Roma cosa è successo?
Mio padre mi regalò una macchinetta fotografica in un periodo buio della mia vita, quando mi trovavo in ospedale a causa della porpora di Schönlein-Henoch. È una malattia rara che rende immobili e finché non guarisci ti costringe su una sedia a rotelle. La fotografia mi ha accompagnato in un viaggio alla scoperta di me stessa, grazie alle foto passavo il tempo, mi studiavo e ho iniziato a conoscermi meglio. Ho scoperto che avevo delle lentiggini fotogeniche, che i miei occhi verdi in camera sembravano più grandi. Ho scoperto che attraverso la fotocamera potevo dare un'emozione, potevo essere chi immaginavo di essere. Poi la curiosità mi ha portato a Roma: è lì che in metro mi hanno fermato per chiedermi se volevo fare l'attrice. E io, che immaginavo di fare la cantante o la circense, mi sono domandata: forse è questa la strada che devo intraprendere? Ho accettato e ho continuato a scoprire me stessa, sempre di più. Ho scoperto che ero simpatica involontariamente e che ero timida, molto più di quanto pensassi. Ho scoperto che avevo una grande paura di darmi agli altri per il timore di essere giudicata. E solo quando questa paura è svanita mi sono resa conto che non erano gli altri il problema, ma ero io a bloccare me stessa, a giudicarmi da sola prima ancora che lo facessero gli altri. Quando ho smesso di farlo credo che anche gli altri ai miei occhi abbiano smesso di giudicarmi.

Qual è il simbolo della tua infanzia?
Un simbolo particolare legato all'infanzia è il mio Yorkshire, che oggi ha 19 anni ed è ancora con me. È stato il mio primo vero amico, la prima persona - per me è come una persona - della quale mi sono presa cura. La prima responsabilità che arriva da bambini, quando ti rendi conto che hai una vita in mano. Potrebbe anche essere la luna. Quando ero piccola la guardavo sempre: in campagna le stelle sembrano una coperta sopra di te e la luna un faro che illumina. Ero attratta da questa luna gigante e pensavo chissà se posso raggiungerla, chissà se si può raggiungere la luna. 

C’è qualcosa che ti manca?
Credo che le cose ci manchino quando pensiamo di non avere abbastanza. Io sento di avere tanto, di ricevere molto dalla vita. Forse ora, rispetto a prima, credo che mi manchi soprattutto la parte più leggera e infantile di me. Non posso perdermi nel campo di campagna coltivato da mio nonno, purtroppo vivo nella metropoli con tutti i rumori e quel silenzio, quel bisogno di non essere, un po' mi manca.

Quando hai capito di essere cresciuta?
Ho capito di essere cresciuta quando non ho più avuto bisogno di nessuno. Quando sono riuscita ad andare ovunque senza paura perché nulla mi spaventava più. Ora ho trovato tutti gli strumenti di cui ho bisogno per proteggermi, per combattere. E ho una gran voglia di combattere, di sentirmi forte. 

Come ti fa sentire essere un'attrice?
È un grande potere essere un'attrice: puoi essere chi vuoi, andare dove vuoi, scegliere il mondo che vuoi, i capelli che vuoi, i vestiti che vuoi. Puoi far vivere parole che sono semplicemente scritte su un foglio bianco, e puoi crederci più degli altri per fare in modo che anche gli altri ci credano. Ed è bellissimo perché è un canale comunicativo: quello che provo diventa universale, non sono l'unica a provarlo e nello stesso momento in cui lo provo non mi sento sola perché ci sono altre persone che lo provano insieme a me. È qualcosa che mi dà respiro, che mi fa vivere.

Sei a tuo agio con il tuo aspetto?
Non sono mai stata a mio agio con il mio aspetto, c'è sempre qualcosa di me che non mi convince, che mi fa venire voglia di cambiarmi, di migliorarmi. Credo che sentirsi a proprio agio non sia la cosa giusta per migliorarsi, anzi. Credo sia un limite al miglioramento, al cambiamento, all'evoluzione. Quindi in qualche modo questo senso di inadeguatezza è diventato per me un punto di forza.

Ci sono momenti in cui desideri essere brutta?
È strano pensare che a volte io voglia non essere me esteticamente, ma me per come è la mia anima, che non è sempre bella come può essere il mio aspetto. Ci sono delle volte in cui la mia anima è tormentata, delle volte in cui è triste, altre in cui è felice. Talvolta mi imbruttisco anche attraverso la recitazione, ma non lo faccio consapevolmente, lo faccio perché esce fuori la mia anima e quando è lei a  comandarmi perdo il controllo di me stessa facendo uscire tutto ciò che è dentro di me, con tutte le imperfezioni dell'essere umano.

Quale lato di te è più forte in questo momento?  
Stiamo vivendo un periodo complicato, in cui tutti gli esseri umani sono più vulnerabili, più a contatto con loro stessi, costretti nelle case a osservare ognuno il proprio io. Ho studiato tutta l'estate il mio io. In questo momento mi sento più fragile del solito, ma questa fragilità mi connette alle emozioni, diventando la mia forza. Questi mesi mi hanno permesso di accettare questo lato di me, di ascoltarlo, di comprenderlo.

C’è qualcosa che ti fa paura?
La cosa che mi fa più paura è la morte. Non la mia, ma quella di una persona che amo. Il pensiero di perdere qualcuno di caro mi terrorizza, è una cosa che non riesco a controllare.

Qual è il tuo universo?
L'universo di Alice è un universo selvaggio, dove mi immagino scalza, con i capelli scompigliati, intrecciati da tutte le avventure passate. È un mondo fatto di natura, musica, danza, sensazioni. Lo immagino come una grandissima giungla piena di animali, dove potersi arrampicare sugli alberi senza paura di ferirsi, di cadere. 

Come è cambiata la tua idea di felicità? 
Guardando i cartoni animati da piccola immaginavo sempre un lieto fine, poi ho scoperto che nella vita non c'è nessun lieto fine. Ci sono momenti bui e momenti felici, ma bisogna accettare entrambi senza paura. La felicità sfugge, non è qualcosa che abbiamo sempre tra le mani. Sono felice di tutto quello che ho conquistato fino ad oggi e combatto per essere felice anche nel futuro, ma senza la certezza che lo sarò.

Dove vorresti andare al più presto?
Vorrei andare a un concerto, vorrei tornare ad ascoltare la musica live. Sogno un festival, la sensazione bellissima di rimanere in giro fino alle sei del mattino, camminando tra un palco e l'altro per ascoltare artisti che sono lì per te, per condividere arte ed emozioni. Ho bisogno di vivere la musica completamente, è il mio rifugio preferito.

Quali sono i tuoi sogni?  
Sogno tutto quello che ancora non sono riuscita a fare, un po' per la mia età, un po' per le esperienze, un po' per il lavoro. Vorrei vivere qualche anno in un'altra città, come Parigi o Londra, vorrei sapere cosa significa restare in Brasile per qualche mese, mi piacerebbe andare in Africa, vedere il mondo, le realtà che ancora non conosco. I miei sogni sono legati alla scoperta. Non ho un obiettivo finale, non saprei quale potrebbe essere. È la curiosità a darmi la spinta e la voglia di sognare.

Cosa vorresti cambiare di te stessa?
A volte sono umile, altre volte - per difesa personale o perché qualcosa mi fa paura - divento più presuntuosa. Forse questo lato di me non sempre mi ha aiutato nella vita, quindi vorrei maturare e piano piano cambiarlo. Vorrei mantenere un livello di umiltà che mi permetta di crescere, però come essere umano non posso non sbagliare mai e accetto anche questi momenti.

Cosa di te pensi ti accompagnerà per sempre? 
Vorrei essere per sempre leggera e pura. Vorrei che la purezza di Alice bambina mi accompagnasse per tutta la vita, in quella bambina c'è anche l'istinto di sopravvivenza. 

Una premonizione sul tuo futuro?
A volte mi capita di sognare qualcosa che accade davvero. Quando ho iniziato a fare l'attrice mi sentivo molto insicura e un giorno mi sono chiesta se recitare era davvero quello che volevo fare nella vita, se ero in grado di essere un'attrice. Quella notte ho sognato di trovarmi su un set enorme, una grandissima macchina del cinema diretta da Paolo Sorrentino. A distanza di sei mesi è successo davvero, mi piacerebbe arrivasse di nuovo un sogno come quello.

VIDEO CREDITS

Starring: Alice Pagani @ Upgradeartist
Film: Santa Belva
Executive Producer: Elena Bara
Director: Henry Albert
DOP: Niccolò Natali
Editor: Gianvito Cofano
Stylist: Roberta Pinna
Gaffer: Mathias Marchetti
Make-up artist: Nicoletta Pinna @ Simone Belli
Hair-Stylist: Alessandro Rocchi @ Simone Belli
Accessories: Furla
Fashion: Bacon, Odì Odì
Special thanks to The St. Regis Rome, IED Istituto Europeo di Design, Moroni Gomma

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