Torna il Met Gala. Tra i chairman Timothée Chalamet, Billie Eilish e Amanda Gorman.
È la moda americana al centro dell'evento fashion più importante di sempre. Il Met Gala 2021, rinviato a settembre, inaugurerà il 13, dopo una New York
Sono stati annunciati intanto anche i chairman della serata: Tom Ford, Adam Mosseri e Anna Wintour saranno affiancati quest'anno dalle superstar della Gen-Z Timothée Chalamet, Billie Eilish, Naomi Osaka e Amanda Gorman. Sono giovanissimi, ma tutti stanno lasciato un'impronta forte nella moda. Chalamet dopo la sua performance in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, è diventato l'uomo più influente della moda. Billie Eilish ha sfidato tutte le vecchie regole su come dovrebbe vestirsi una pop star, ha proposto una sua estetica innovativa (proprio come la sua musica) e ha portato alla ribalta anche alcuni brand emergenti. La campionessa di tennis Naomi Osaka ha svilippato un senso dello stile irriverente. Nel gruppo, la poetessa e cover star di Vogue, Amanda Gorman, divenuta un nome familiare dopo la sua performance all'Inauguration Day di Joe Biden, ha sfoggiato uno senso dello stile potente quasi come le sue parole.
Ma torniamo al tema: dopo le ultime edizioni digitali delle fashion week, non poche le voci che davano la moda americana in declino con la mancanza di grandi nomi e di un vero e proprio buzz intorno alle sfilate. Ecco allora che Andrew Bolton, il curatore responsabile del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art, e Anna Wintour, che dell'Institute è membro del CdA oltre che sostenitore, decidono di darci un messaggio importante.
Intanto questo è un momento importante per il Met e il Costume Institute: nel 2020 cadeva il 150° anniversario del museo, e nel 2021 cade il 75 ° della fondazione del Costume Institute. Il momento giusto, dunque, per celebrare l'America e la moda americana. Bolton ha infatti dichiarato a Vogue Us
“La principale ragione della scelta è stata il fatto che la comunità della moda americana ci sostiene da 75 anni, proprio dall'inizio del Costume Institute, quindi ho voluto riconoscere il suo aiuto, celebrarla e riflettere sulla sua identità”.
Ma non è tutto: anche nella politica degli Stati Uniti il tema dell'identità americana è diventato l'argomento numero uno. Sempre Bolton a Vogue US:
“Sono rimasto davvero colpito dalle risposte dei designer americani al clima sociale e politico, in particolare riguardo alle questioni di inclusività corporea e fluidità di genere, e trovo il loro lavoro molto importante e riflessivo. Credo davvero che la moda americana stia attraversando un rinascimento. Penso che i giovani designer in particolare siano all'avanguardia nelle discussioni sulla diversità e l'inclusione, oltre che sulla sostenibilità e sulla trasparenza”.
Se parliamo di allestimento, quel che sappiamo ora è che per la prima mostra "In America: A Lexicon of Fashion" l'Anna Wintour Costume Center si trasformerà in una casa immaginaria dove ogni stanza rappresenterà una particolare qualità emotiva (benessere, gioia, ribellione, nostalgia) raccontata dal confronto tra un capo moderno e uno storico, con l'obiettivo di restituire alla moda americana, spesso definita pratica e sportiva, la sua capacità di narrazione. Solo un esempio: nel giardino, che rappresenta la gioia, l'idea è di avere un abito floreale Mainbocher accanto all'abito Oscar de la Renta che Taylor Swift ha indossato ai Grammy.
Nella seconda parte della mostra, “In America: An Anthology of Fashion”, Bolton sceglie di affrontare il tema dell'inclusività. "Chi diventa americano?" è la domanda posta alla sfilata di della primavera 2021 di Prabal Gurung. Se la pone anche il Met. Questa esposizione esplorerà, nelle stanze d'epoca del museo, la storia della moda in relazione ai temi di razza, e genere, considerando chi è stato in grado di abitare “le stanze” del fashion e chi è stato escluso.\