Voilà una nuova gen di designer che creano scarpe fantastiche
Il 2021 sembra presentare tutte le condizioni per un graduale ritorno alla vita sociale e questa richiede, indubbiamente, una revisione delle nostre scarpe, siete d’accordo? Beh,
Abbiamo dato il via al processo relegando, temporaneamente, ballerine e Croc nel fondo dell’armadio, per concentrarci su modelli più audaci. E con l’arrivo dell’estate speriamo di poterci vestire eleganti e agghindate per qualcosa di più speciale della consueta spesa al supermercato. Ecco che allora, dopo tanti mesi di monotonia e scarpe comode, indossare un modello diverso e un po’ sfizioso non è mai stato così emozionante!
Dai tacchi di ispirazione sneaker approvati da Cher alle zeppe in versione ‘slime’: vi presentiamo sei designer che stanno ridefinendo il concetto di “shoes”.
Liushu Lei e Yutong Jiang, entrambi di 30 anni, hanno fondato la labelShushu/Tong, di base a Shanghai, nel 2015, dopo essersi conosciuti al London College of Fashion. Il duodescrive la propria esteticacome “dolce ma con un tocco inedito” che gioca a sfidare i codici della femminilità. Aspettatevi stampe zuccherine abbinate a scarpe dall’attitudine risoluta sotto forma dei tipici mocassini con suola a carro armato e Mary Jane in versione chunky.
© Courtesy Shushu/Tong
Cosa ispira le vostre creazioni e cose le rende così individuali?
Liushu Lei: “L’animazione e i programmi in TV. Di recente ho iniziato a guardare La regina degli scacchi e ho trovato lo styling anni 60 molto affascinante. Anche se, alla fine, ciò che conta di più è che io e Yutong creiamo collezioni che ci rappresentino in maniera autentica”.
Che ruolo ha la sostenibilità all’interno del vostro processo di design?
Liushu Lei: “Siamo sempre alla ricerca di tessuti sostenibili da utilizzare, di alternative nuove e migliori ogni stagione e di semplificare il packaging. Crediamo che ci sarà un nuovo sistema solo quando tutti i designer avranno a cuore ciò che creano e prenderanno consapevolmente decisioni sostenibili”.
Come è stato creare calzature durante una pandemia?
Liushu Lei: “Stare a casa è stata un’ottima esperienza per noi, in quanto ci ha permesso di concentrarci sul design. Durante il lockdown produrre era diventato un problema enorme. A un certo punto abbiamo dovuto assumere personale tramite il mio responsabile tecnico in-house che comprendeva familiari e parenti che vivevano a migliaia di Km di distanza [in Cina]. Abbiamo dovuto adattarci e trovare soluzione creative”.
Le sue creazioni sono state indossate daFKA Twigs, dalla style icon Sita Abellán e Cher e la stella diAncuta Sarca(29 anni), designer di womenswear di origine rumena, continua a brillare sempre più luminosa da quando ha debuttato nel 2019 con i suoi tacchi ibridi upcycle. Ex alunna del talent incubator Fashion East, la stilista, con base a Londra, ama sperimentare con scarpe da ginnastica di scarto allo scopo di unire sostenibilità, sportswear e lusso.
© Courtesy Ancuta Sarca
Cosa ispira le tue creazioni e cose le rende così individuali?
“Il mio approccio al design è incentrato su una serie di contrasti e sovrapposizioni come il concetto di femminilità e mascolinità, passato e presente, sportswear e lusso. Desidero spingermi oltre i confini della scarpa sportiva e dare a questa una nuova vita attraverso il lusso”.
Che ruolo ha la sostenibilità all’interno del tuo processo di design?
“Le mie calzature sono realizzate con scorte morte e materiali di seconda mano. Per la mia nuova collezione, abbiamo lavorato insieme ad un fornitore di scarpe da ginnastica di Londra che ha dovuto chiudere l’attività a causa della pandemia. Lo abbiamo aiutato acquistando la merce invenduta”.
Qual è stato il tuo primo paio di scarpe indimenticabili?
“Un paio di Mary Jane di pelle rossa lucida con tacco a rocchetto”.
Grazie al design ultra moderno delle sue creazioni,Fidan Novruzova(26 anni), ex alunna dellaCentral Saint Martins, si è guadagnata presto la reputazione di talento all’avanguardia. Con fan celebri comeBeyoncé e Celeste, questa designer originaria dell’Azerbaigian e i suoi stivali dégradé hanno catapultato la calzatura in un universo totalmente nuovo.
Come hai iniziato a realizzare calzature?
“Durante il mio ultimo anno di università avevo un’idea piuttosto chiara del genere di scarpe che volevo incorporare nella mia collezione di laurea e ho avuto l’opportunità di lavorare insieme a ottimisti professionisti del settore calzaturiero che mi hanno aiutata a trasformare i miei design. È ancora un’esperienza surreale vedere le mie scarpe nei negozi e ai piedi della gente, soprattutto se penso che quegli stivali dalla punta quadrata facevano parte della mia collezione di laurea”.
Come è stato il processo di creare una collezione durante una pandemia?
“[Questa era] la mia prima collezione ufficiale quindi non è andato esattamente tutto liscio come l’olio…Abbiamo sperimentato alcuni problemi e interruzioni a causa della pandemia. Ma sono super emozionata di lanciare le mie mules color rame sul mio e-store. Arriveranno al più presto. Il colore e la texture le rendono davvero speciali tanto da assomigliare quasi ad una mini scultura in rame”.
Qual è stato il tuo primo paio di scarpe indimenticabili?
“Ho acquistato il mio primo paio di scarpe firmate quando ero ancora un’adolescente. Si trattava delle ballerine Reva di Tory Burch. Ricordo ancora l’emozione quando mi arrivò la scatola per posta”.
Per Ugo Paulon, quello che era iniziato come un progetto ‘da lockdown’ si è trasformato in fretta in un vero e proprio fenomeno. La designer danese, che di recente ha collaborato con Ottolinger, mixa tacchi scolpiti realizzati a mano a partire da materiali di recupero a pattern geometrici provenienti da materiali vintage. Le sue creazioni stanno catturando l’attenzione del popolo della moda di tutto il mondo.
Cosa rende le tue calzature così uniche?
“Amo il dettaglio a spirale in quanto rappresenta un simbolo positivo di consapevolezza, crescita e cambiamento che credo sia accessibile e universale. La spirale disegnata a mano del mio logo è stata creata dal designer Jules Estèves e ogni paio di scarpe è bespoke nel senso che è impossibile trovare due pattern totalmente identici.
Qual è il tuo modello di scarpe preferito da creare?
“Le mules a punta sono per me molto speciali in quanto sono state le più complicate da realizzare. Lo stesso vale per le mules con intreccio a nodo. Ho sempre pensato al sandalo mule come ad una scarpa dimessa, che si disfa. Una calzatura con cui si entra nel mondo titubanti”.
Cosa ti auguri per il futuro della moda?
“Spero che diventeremo tutti più consapevoli rispetto a come riutilizzare le risorse che esistono già piuttosto che continuare ad impoverire la natura”.
Creare mules e copricapi bespoke a partire da scorte morte ha rappresentato una transizione naturale per Olivia Pudelko, creatrice di Western Affair, che ha studiato belle arti all’Università di Westminster. Utilizzando oltre 2000 scarpe da sposa di scarto o invendute, ma anche pattern vintage e lana delle montagne polacco-slovacche, la designer (26 anni) amalgama tutti questi elementi assieme per dar vita a creazioni che si ispirano alla sua quotidianità.
Che ruolo ha la sostenibilità nel tuo processo di design?
“Tutte le mie creazioni prendono forma a partire da materiali di scarto quindi è qualcosa di fortemente radicato nel mio brand”.
Qual è il tuo modello di scarpa preferito da creare?
“A ogni lancio, il design diventa più elaborato e più ‘MIO’. Non vengo da un percorso di design della scarpa il che significa che imparo man mano ed è anche questo che continua a stuzzicare il mio interesse. Voglio che le mie clienti si sentano autenticamente se stesse quando indossano le mie creazioni. Hanno trovato qualcosa che amano e un modo di mostrare questo amore nella vita di tutti i giorni. Trovo che sia importante”.
Cosa ti auguri per il futuro della moda?
“Ci sono così tante cose che vorrei veder cambiare, ma soprattutto ciò che non è autentico. Abbiamo tutti bisogno di guarire e di costruire assieme un ambiente migliore per la prossima generazione”.
La stilista tedesca (32 anni) approccia un design all’avanguardia con aplomb. Guidata dalla sua estetica di ispirazione ‘slime’, l’ex alunna dell’Università delle Arti di Berlino ha lanciato il suo brand all’inizio della pandemia. Affascinata dal corpo umano, Stölting ama esplorare il concetto di liquidi corporei e il legame tra attrazione e repulsione utilizzando tacchi e gioielli decostruiti.
© Courtesy Helena Stölting
Cosa ispira le tue creazioni e cosa rende le tue scarpe così individuali?
“Mi affascina il concetto dell’essere sexy e questo include anche il corpo e ciò che è visto come non attraente (l’opposto di sexy). Amo abbinare entrambe queste qualità nel mio design. Le mie scarpe rappresentano il tentativo di approcciare e interrogarsi sul rapporto tra il proprio corpo e la propria identità attraverso i liquidi corporei”.
Qual è stato il tuo primo paio di scarpe indimenticabili?
“Un paio di Converse Chuck Taylor All Stars degli anni 70 che ho trovato in cantina quando ero piccola. Erano il mio orgoglio e la mia gioia finché un’estate si sono strappate quando sono inciampata in un grosso chiodo”.
Come desideri che si senta la gente indossando le tue scarpe?
“La cosa in assoluto più importante è che chi indossa le mie scarpe si diverta. Ricordo che una cliente mi ha detto che le mie scarpe la facevano sentire potente. Un commento meraviglioso e che mi ha emozionata molto. Desidero che chi porta le mie creazioni entri con queste in un rapporto intimo e profondo”.