Gabriele Colangelo racconta la sua collezione Pre-Fall 2021
Gabriele Colangeloracconta a Vogue il concept, l’idea e l’attitude della collezionemodaPre-Fall 2021. Al telefono e in attesa del debutto delle immagini interpretate da Veronika Kunz, risaltano
È un’immagine limpida, quella della donna Colangelo. Nei capi della collezione immortalati nel lookbook di presentazione da Senta Simond e interpretati dalla modella Veronika Kunz, risaltano tutte le declinazioni di una personalità eclettica, discretamente sensuale e sensibilmente confidente.
Gabriele Colangelo
In un’architettura fluida costruita, di volta in volta e ton sur ton, da colori neutri e accenti verdazzurri, prende vita un minimalismo strutturato dal touch contemporaneo: plissé irregolari, velluti stropicciati, tagli sartoriali come sculture di carta. Sete stretch, morbide nappe, frange preziose. Lane cachemire double, astrakan shearling e chemisier asimmetrici: tra i ritagli tridimensionali dalle linee pulite eppure sperimentali, come le sculture artistiche di Georgia Russell, si scopre la femminilità ad arte di tailleur rigorosi, camicie oversize, maxi pull, gonne midi, cappotti sagomati. Sotto gli spacchi laterali, aperti su stivali tubolari e sandali intrecciati, si cela un carattere forte e costante; mentre tra le righe delle scollature sulla schiena si cela l’intellettuale sensualità, sempre evidente e coerente, di Gabriele Colangelo.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Classe 1975, Ashtanga Yoga e il lavoro che ama sono i due punti fermi della vita del direttore creativo. Attraverso il suo approfondito processo di ricerca, passando per le sue innumerevoli ispirazioni e la sua vision consapevole; ascoltare una delle voci più colte ed intimiste del Made in Italy non capita tutti i giorni. In occasione del lancio della collezione Pre-Fall 2021, abbiamo colto l’attimo e i dettagli della creatività di Gabriele Colangelo; al telefono.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Inizierei subito parlando un po’ di te, che provieni da una famiglia che lavorava per tradizione nella pellicceria e hai una formazione classica, in lettere antiche. In che modo il tuo background personale ti ha reso quello che sei, professionalmente parlando?
Per studiare lettere antiche, al liceo classico, servono dedizione e sacrificio. Il liceo classico non ha fatto altro che fornirmi una sorta di metodo di studio che, unito al mio carattere rigoroso e costante, si è trasformato nel metodo lavorativo e, ad oggi, sono molto metodico pur essendo un creativo. Essere un imprenditore, rispetto al mio brand omonimo, mi ha portato ad avere un approccio molto “chirurgico” in ogni scelta, dalla considerazione delle spese alla selezione dei materiali per le collezioni. Così, proprio questa chirurgia mi ha educato e mi ha insegnato ad essere deciso e preciso nelle mie scelte; artistiche, stilistiche e di orientamento del brand.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Ci sono, poi delle cose che mi sono sempre piaciute, anche quando per il minimalismo non era il momento migliore; non ho mai seguito direttamente i trend, non ho mai assecondato passivamente la direzione delle tendenze, ma piuttosto ho voluto mantenere una coerenza negli anni, come caposaldo della mia estetica. Il trasferimnto sartoriale sui capi, l’attenzione ai dettagli e la cura dei particolari per me rappresentano delle voci tipiche del Made in Italy e in questo senso ho voluto farmene portavoce. Se la preparazione classica che ho acquisito durante gli studi – sai, quando traduci una versione dal latino o dal greco devi prestare attenzione alle sfumature che una parola può assumere all’interno della frase, a seconda di dove è collocata assume un determinato significato – ha educato la mia sensibilità alle sfumature delle cose, il mio background familiare, con la mia famiglia che ha sempre lavorato nella pellicceria e quindi in un settore che è espressione di grandissimo artigianato, mi ha tramandato un’ulteriore attenzione verso la cura dei più piccoli dettagli di un capo, dal punto di vista della manualità e dell’artigianalità. Così queste due componenti fondamentali della mia storia confluiscono in un’unica direzione.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
A proposito di minimalismo e sperimentazione, i tuoi riferimenti estetici appartengono agli anni Novanta. Quali sono i fashion designer che ti hanno maggiormente influenzato e in che modo?
Sicuramente l’estetica degli anni Novanta è una pietra miliare nella mia preparazione estetica. Jil Sander, Helmut Lang e Martin Margiela sono i tre capisaldi fondamentali della mia estetica, ma potrei citare anche Roy Halston per il glamour e per l’eleganza. Comunque, ciò che mi piaceva del minimalismo era che dalla sottrazione degli elementi, e non dall’addizione, si generasse un’immagine così evocativa e potente; poteva trattarsi dell’accostamento dei colori o di un taglio stretegico, collocato in una parte specifica del corpo. All’epoca sono stato anche un grande fan di Martine Sitbon, soprattutto della sua manipolazione tessile, delle sue lavorazioni sui velluti dévoré, della sua pieghettatura e delle sue combinazioni dei materiali.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2020
I tuoi abiti sono per la vita: seasonless, ma animati dallo spirito del presente. E poi, hai dichiarato più volte che per te la moda è arte. Qual è, di conseguenza, il tuo rapporto con le dinamiche economiche e frenetiche della moda e del marketing?
Il mio approccio primario al lavoro di qualsiasi collezione è sicuramente di natura artistica: la prima cosa che ricerco è un significato che vada al di là della mera fruizione del capo. Attraverso molteplici riferimenti artistici, gli imput e le suggestioni che recupero dall’arte in generale, questo processo eleva il valore del prodotto e in un certo senso lo rende timeless, proprio come l’arte, che non subisce variazioni in questo senso. Caricare un capo di significato artistico corrisponde a valorizzarne la manifattura, il tessuto e i materiali, portandolo inevitabilmente ad un livello superiore e, per me, elevando il percepito finale ad un valore differente; quello di un prodotto che ha una storia da raccontare. Poi magari non è così evidente, però si tratta soprattutto di un’estetica dei mezzi toni che mi rappresenta: non mi sono mai piaciuti, nella moda, l’esibizionismo, l’esagerazione e l’ostentazione. Mi piacciono quelle cose che, anche dopo dieci anni, rimangono del tutto attuali. La mia è una moda che vuole lasciare spazio alla persona e risaltare la personalità di chi la indossa; accompagnandola e non sostituendosi ad essa. E a mio parere non c’è valore intrinseco più potente di questo.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Fin dal primo momento hai promosso un’idea di femminilità ben definita, precisa e sempre coerente. La tua è una donna intellettuale e sensibile, gentile e discretamente sensuale ma con una forte personalità. Nel pieno del dibattito contemporaneo relativo a tematiche quali sexyness e body consciousness, qual è il ruolo della donna Gabriele Colangelo?
In primis, mi sono sempre rivolto ad una donna che compra i vestiti per piacere a se stessa e non per piacere a qualcun altro. Non ho mai amato l’esibizione, spesso anche un po’ mercificata, del corpo e o sempre inteso il termine “sexy” un po’ come “voler piacere ad un’altra persona”, ma credo che tutti dovrebbero comprare qualcosa perché si sentono rappresentati da quel capo. Ben venga il body conscious o quella che io preferisco chiamare “sensualità”, perché soprattutto nelle ultime collezioni mi sono reso conto di apprezzare molto la possibilità di intravedere la pelle del corpo, ma sempre in maniera molto intelligente, mai volgare. Lasciare intravedere senza esagerare e non perché questo sia sbagliato, anzi, ma perché quella di evocare è la scelta più coerente per la mia estetica e per le donne che compongono il mio target.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Per il lookbook della Pre-Fall 2021 hai scelto Veronika Kunz. Come scegli la protagonista di una tua collezione?
Mi piacciono le donne con un’immagine forte. In particolare, ricerco sempre una sorta di lieve androginia e Veronika e sicuramente una bellezza rappresentativa del genere, trovo che esalti tutto quello che c’è, di femminile, nella mia collezione e che lo valorizzi ulteriormente grazie al suo aspetto non lezioso o sexy, come dicevamo prima. Mi piacciono le donne che trasmettono qualcosa con i loro sguardo, che siano self-confident. Interpretano i capi, li sentono, ti fanno capire di aver raggiunto l’obiettivo: penso a Veronika certo, ma penso anche a Malgosia Bela: lavorare con lei è stata un’esperienza super. Si riconoscono, sono donne che hanno anche una certa esperienza nel mondo del lavoro; e rappresentano al meglio l’idea della donna Colangelo.
Gabriele Colangelo Fall Winter 2021
Come si sviluppa il tuo processo creativo, dalla fase di ricerca iniziale alla realizzazione finale di una collezione?
La prima fase è molto creativa, parto dalle innumerevoli suggestioni che possono derivare da una mostra che ho visto, da una ricerca che ho fatto, da una scoperta su Internet. Queste ispirazioni si traducono in un moodboard iconografico, dove raccolgo una quantità di immagini che progressivamente, giorno dopo giorno, comincio a scremare per capire i confini del messaggio che voglio comunicare. Non sono limiti, rendono più rotondo il cerchio del concept all’interno del quale collocare tutte le possibili forme, materiali e tecniche di lavorazione. Da questo step più concettuale si passa alla scelta dei materiali e delle tecniche mentre, nello stesso tempo, in modo binario e parallelo, comincia il disegno. La parte centrale del lavoro, però, è rappresentata dai fitting: momenti in cui vedo i capi, su tela bianca e con i colori chiari in mente, durante i quali posso comprendere al meglio tutte le forme e le linee, per poi passare alla realizzazione definitiva nel colore e nel tessuto selezionato. A volte dai fitting nascono idee inaspettate per capi che non ho disegnato, dalle interpretazioni e dal lavoro di gruppo con le persone che collaborano con me emergono spunti a cui non avevo pensato e che magari poi mi piacciono.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
L’idea per la nostra chiacchierata è nata in occasione del lancio della tua nuova pre- collezione. Vuoi parlarci dell’ispirazione per la collezione Pre-Fall 2021?
La collezione è nata da quest’artista scozzese che si chiama Georgia Russell: lavora sulla manipolazione di ritagli di carta che poi, nel vero senso della parola, scolpisce. Soprattutto in occasione delle ultime collezioni mi sono appassionato notevolmente alla fiber art – arte tessile. Delle opere di Georgia Russell ho amato come dalla scomposizione del disegno originale avvenisse una traduzione in qualcosa di nuovo: mi ha indotto a pensare che, come dalla scomposizione della materia tessile canonica, potessi ricavare formule e soluzioni materiche, rappresentando la manipolazione sui tessuti e con la pieghettatura, sia manuale che meccanica. Così, attraverso un processo di plissé, alcuni materiali hanno acquisito nuova forma e nuova luce, in alcuni casi diventando elastici! Per esempio, le sete di alcuni abiti, che in realtà sarebbero tessuti fissi, hanno acquisito elasticità in seguito a quella manipolazione meccanica di plissettatura; dopodiché hanno assunto forme inaspettate e particolari sul corpo, come sculture in movimento.
Georgia Russell
Mi piace molto l’idea di un’architettura fluida, che non si sostiuisce alla persona, ma accompagna il dinamismo. L’abito non è un’impalcatura, pur mantenendo le linee, e devo dire che alcuni materiali e alcune lavorazioni sicuramente sostengono la definizione di questo concetto. Per esempio, la chiave di volta e di lettura delle linee dei cappotti che assumono ora linee più dritte, ora più sfiancate, è la scelta del tessuto, che da sempre rappresenta una voce fondamentale del mio lavoro. Ci sono, in più, cappotti della collezione che possono assumere continuamente nuove forme grazie agli inserti sul dietro o al punto vita e all’ accostamento di nylon e panno di lana di cachemire; un bel cortocircuito capace di dare una determinata lettura al capo. Così, anche le forme più rigorose, tendenti al mannish, una volta indossate esprimono quell’idea di femminilità vicina al corpo che perseguo.
Georgia Russell
Ad oggi, la tua vision si divide tra il brand che porta il tuo nome e la direzione creativa di Giada. Cosa lega le tue influenze in modo distinto e coerente allo stesso tempo, permettendoti di lavorare ad entrambe le linee? Quali sono, invece, le differenze?
Da Giada abbiamo coniato il concetto di «art to art», una sorta di tributo all’arte da parte della moda e in questo senso emerge la vicinanza con la linea Colangelo, ma sicuramente da Giada si assiste ad un’apoteosi di materiali preziosi che elevano e danno una percezione tattile differente. La differenza sostanziale tra i due brand consiste in primis nel tipo di cliente che, nel caso di Gabriele Colangelo, è un po’ più giovane ed attratta dalle tendenze, mentre per Giada ricerca la qualità dei materiali e il concetto di seasonless di cui parlavamo in precedenza. Lo sperimentalismo distingue le due linee, ma questo non significa che Giada non sia sperimentale a suo modo, anzi: per me la mission di Giada consiste nella rilettura assolutamente contemporanea di un certo classicismo, rendendola update con le caratteristiche linee molto più pulite, nette e geometriche.
Gabriele Colangelo Resort 2021
© Copyright
Qual è il primo viaggio – ispirazionale – che farai appena sarà possibile?
Il primo viaggio che vorrei fare appena possibile sarà in Cina. Per piacere, invece, andrei in Grecia, dove vado a praticare yoga.
È grazie a questa passione che hai trovato il tuo equilibrio interiore in questo periodo?
Lo yoga mi ha cambiato la vita. Pratico Ashtanga, una delle declinazioni più fisiche ed intense, sei giorni su sette e da cinque anni. Lo yoga è molto di più di un’attività sportiva, è una disciplina molto vasta, e devo dire che rappresenta quella parentesi necessaria da dedicare a se stessi durante la giornata. Ti permette di stabilire una grande connessione con il tuo corpo, ti fa scoprire delle potenzialità che non conoscevi e, al contempo, dei limiti che impari ad accettare. Ashta e lavoro, in quarantena, sono stati i due cardini della mia vita, anche in quarantena.
Gabriele Colangelo Pre-Fall 2021
Un pensiero sul futuro della moda e, se vuoi, un consiglio ai giovani che sono, in primis, il futuro della moda.
Un consiglio è sicuramente quello di non dare mai le cose per scontate; di pensare che, per quanto il percepito generale non lo riconosca come tale, questo è un lavoro di grande impegno e grande sacrificio. Soprattutto se qualcuno ha intenzione di intraprendere una strada da autore solista, come ho fatto io, ci vogliono grande umiltà e molta costanza. Penso alla mia generazione e ai più giovani per i quali non è stato facile iniziare, perché quando sono arrivato io, per esempio, i grandi gruppi erano già affermati e definiti, mentre i brand emergenti erano tantissimi. Questo lavoro richiede anche tanta competenza, quindi consiglio di fare esperienza: io stesso prima di intraprendere la mia attività personale come designer ho lavorato per dodici anni presso le grandi aziende e mi è servito moltissimo. Riguardo il futuro della moda voglio solo dare l’auspicio che sia più riflessiva e meno bulimica; più legata al pensiero della sostenibilità, e più attenta al discorso dell’iper-produzione. Ci vorrebbe più qualità e meno quantità; significa maggiore attenzione ai dettagli e più tempo dedicato alla cura dei particolari e alla riflessione.
Gabriele Colangelo