Moulin Rouge! compie vent'anni, ma i suoi costumi sono ancora attuali
Moulin Rouge! di Baz Luhrmann celebra i primi vent'anni, da festeggiare ripercorrendo la storia dei suoi costumi
‘For Freedom, Beauty, Truth and Love’ (Per la Libertà,
Sono passati vent'anni da quando Moulin Rouge! di Baz Luhrmann tingeva le sale cinematografiche del rosso vermiglio della Belle Époque parigina. Un successo travolgente, meritato non solo per l'eccezionalità di cast, sceneggiatura e scenografia, ma anche per la titanica impresa del regista di scardinare i luoghi comuni sul musical (troppo lungo, troppo noioso) inserendovi hit leggendarie da cantare in un karaoke su grande schermo. Ambientato nella Montmartre del 1890 e reinterpretando in chiave pop gli amori de La Signora delle Camelie di Alexandre Dumas, il film ha come protagoniste le voci stupefacenti di Nicole Kidman ed Ewan McGregor, interpreti rispettivamente della ballerina Satine e del poeta idealista Christian.
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Sfoderando impressionanti doti canore e una chimica caustica in grado di sciogliere lo spettatore, gli attori abbandonano le classiche battute da copione per usare le parole di Heroes di David Bowie, Material Girl di Madonna, di All You Need Is Love dei Beatles e di Roxane di Sting, con un'occasionale omaggio al musical tradizionale nell'intonare le strofe di The Sound of Music, titolo originale di Tutti Insieme Appassionatamente di Robert Wise. Parlando d'amore con la musica e raccontandone l'universalità attraverso una narrazione che non conosce epoca, Moulin Rouge! è un ibrido di pathos, soundtrack pazzesco e lacrime che sanno d'assenzio. A coronare la spettacolarità di un film unico nel suo genere, i costumi di Angus Strathie e Catherine Martin.
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I costumi di Moulin Rouge! - un omaggio alla storia della moda
Il perfezionismo di Luhrmann è celebre nei meandri di Hollywood - dal set ai costumi, tutto passa al vaglio del suo occhio indagatore. Se nel 1996 il suo Romeo + Juliet vestiva gli ‘innamorati segnati dalle stelle' shakespeariani in total-look Prada (alias Leonardo DiCaprio e Claire Danes), per Moulin Rouge!è la fedeltà storica a essere predominante, motivo per cui ricorre all'expertise di Angus Strathie e Catherine Martin (una mossa che vale gli Oscar per i Migliori Costumi). Con un budget mastodontico, il film conta 450 costumi realizzati su misura e 350 noleggiati per il corpo di ballo, e di certo i più spettacolari sono quelli creati per Nicole Kidman.
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L'intento è quello di rappresentare attraverso impalcature tessili la duplice natura della protagonista: da una parte c'è la sensualità estrema e kitsch delle prostitute dell'epoca, con corsetti che enfatizzano il seno, piume da cabaret e tintinnanti cristalli; dall'altro, si trova una ragazza dall'animo romantico, che anela all'amore, alla quotidianità di moglie e madre, in vestaglie bianche e camicie morbide, prese in prestito dal pavimento dove le ha lasciate l'amante. Simbolico è l'abito rosso di satin (e non si tratta di un mero gioco di parole, ma di una scelta ponderata) che Satine indossa nella scena dell'elefante (nota come Elephant Love Medley), dove un battibecco canoro rivela l'amore fra i due protagonisti. C'è la parte di bustier con le spalle scoperte che ricorda la lingerie, mentre la gonna ampia e con drappi posteriori inneggia agli abiti delle grande dame della società, cui il personaggio aspira.
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Altrettanto celebre è la mise in gradazioni di rosa, dal cipria al cammeo, sfoggiata da Satine nella sua prima apparizione in scena, mentre sul palco del Moulin Rouge intona Marilyn Monroe e la sua Diamonds Are A Girl's Best Friend. Dalla struttura rigida, il corpetto è ricoperto da cristalli e frange dorate che culminano in cuori ricamati all'altezza dei seni e del basso ventre, mentre una morbida gonna di piume dégradé è un riferimento al soprannome del personaggio, la “colombella” del proprietario del cabaret Harold Zidler.
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L'ispirazione couture arriva da Jean-Paul Gaultier e Thierry Mugler
Il film ha lo scopo encomiabile di definire l'amore come atemporale, un sentimento che era, è, e sempre sarà comprensibile e invariabile nel cuore dell'uomo. Lo dimostra la base letteraria della sceneggiatura, ovvero il celebre romanzo di Alexandre Dumas; lo avvalorano le canzoni, grandi successi del 900 che dal rock al pop esplorano (quasi) tutti i generi musicali; lo confermano infine i costumi, dove l'aplomb storico incontra la contemporaneità attraverso un'ispirazione couture.
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Maestri di una sensualità raffinata e di una passionalità intimamente femminile, Jean-Paul Gaultier e Thierry Mugler compaiono sullo schermo come i punti di riferimento dei costumisti. Scultorei nella loro enfasi del corpo della donna, i due designer sono celebri nel fashion system per aver reinterpretato l'Ottocento francese in chiave moderna: dal corpetto al tacco a virgola, dal ricamo appariscente all'impiego di tonalità fané, sono i fautori della Belle Époque moderna. Non è un caso se nel film faccia capolino una della muse di Gaultier: Kylie Minogue.
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La cantante compare nei panni della fata verde (richiamo all'effetto allucinogeno dell'assenzio), vestita con un corsetto verde smeraldo e dallo scollo a cuore che, a sua volta, ricorda un'altra figura di spicco nel panorama visuale del designer: Campanellino. La presenza di questi enfant terrible della moda è nel dettaglio, nella reinterpretazione del taglio storico, che nonostante il preteso aspetto agé si rivela terribilmente attuale; nella scelta dei tessuti brillanti che sostituiscono l'opacità tradizionale, finendo con la presenza di un gusto orientaleggiante nella gioielleria, dove collier e copricapo omaggiano il mondo di Bollywood. È una vague di rivoluzione, quella che si respira in Moulin Rouge!, un desiderio di rendere il cinema non un semplice specchio del presente, ma una panoramica a 360 gradi sull'esistenza dell'uomo, che, indipendentemente dall'abito che indossa, vive e muore per amore.
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