La donna-fiore di Christian Dior
Dior prende ispirazione da fiori e giardini per creare il suo New Look
"Disegnavo donne-fiori, spalle morbide, vita sottile come una liana e gonne ampie come una corolla" - Christian Dior
Christian Dior è scultore di corpi, artista di un'anatomia botanica dove la fisicità femminile è comparata a quella del fiore. Sono gli anni 50 quando il couturier intraprende una missione di conversione dell'abbigliamento: allontanandosi dal rigore longilineo del decennio precedente, influenzato dall'estetica delle divise, Dior coltiva letteralmente un principio di rinascita legato alla filosofia vegetale, che vede nei boccioli la forza di fuoriuscire dalle macerie.
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Con l'avvento del New Look, il busto della donna diventa una corolla dalla silhouette a clessidra, con vita stretta, seni sottolineati dal drappeggio, fianchi larghi che si aprono nei petali di una gonna. Ciò che ne deriva è una moda avvolta in una ritrovata spensieratezza, un vestire che è gioioso, sereno, finalmente libero dalle costrizioni totalizzanti della Seconda Guerra Mondiale. Una riscoperta naturalistica percepita anche nel ritorno al colore: la palette fangosa di toni verdastri e nero opaco è sostituita dalla delicatezza intrinseca della primavera, con rosa, giallo, azzurro e lilla intenti a piantare un giardino là dove c'era un campo di battaglia.
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Uno “sbocciare” tessile che è anche acme della carriera di Monsieur Dior, compendio e sintesi del suo passato, dei suoi ricordi, della sua ispirazione. Nato e cresciuto nel rigoglio della Normandia, fra patii faraonici ricoperti di bouganvillea e pergole invase di glicine, Christian sta al fiore come la moda sta a Dior.
Dior e l'Eden: la ricerca del paradiso attraverso il giardino di Granville
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I profumi, pigmenti e contorni impressionisti della Normandia sono lo scenario bucolico dove Christian Dior trascorre la sua infanzia, introdotto alla passione per l'arte topiaria e il giardinaggio dalla madre Madeleine. Nella residenza di famiglia a Villa Les Rhumbs, il foliage si piega al capriccio della padrona di casa, che a seconda della stagionalità cambia l'assetto del jardin piantando in alternanza biancospino, elitropio, reseda e 20 specie di rose.
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Una cultura orticola che Christian esprime nel creare la silhouetteCorolle, con morbida e voluminosa gonna midi, o la celebre Tulipe, che ricalca la perfezione ovale del tulipano in un abito tubino. La passione diventa poi essenza, finendo per sintetizzarsi nelle fragranze Diorissimo, un bouquet di rosa, gardenia, salvia e muschio di quercia, o nella varietà centifoglia di Miss Dior, con foglie di gelsomino, legno di palissandro, agrumi, rosa di Damasco e rosa di Grasse. Infine, l'Eden di Granville, oggi parte del Musée Christian Dior, è la tavolozza da cui Dior attinge i colori delle sue prime collezioni, declinate nella varietà di rosso papavero, arancio nasturzio, giallo narciso, azzurro non-ti-scordar-di-me, verde erba e rosa peonia.
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Il giardino di Le Moulin du Coudret: nasce l'amore per il mughetto
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Nella cornice suggestiva di Milly-la-Forêt, oasi lussureggiante di verde e acque cristalline a solo un'ora da Parigi, Dior acquista la sua prima villa dopo aver raggiunto il successo come couturier: Le Moulin du Coudret. L'attenzione di Monsieur non può non viaggiare nel vasto giardino ornato e curato all'inglese, in cui il grigio della pietra nuda incontra il bianco candido di una varietà di pianta: il mughetto.
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Nato spontaneamente e poi coltivato sino a espandersi su tutta la superficie, il delicato bocciolo stimola fortemente la superstizione che accompagnerà Dior per tutta la vita, simboleggiata dal ramo del piccolo fiore portafortuna tessuto nella fodera interna di ogni sua mise. In parallelo, si delineano i contorni del guardaroba invernale della maison, caratterizzato dalle diverse tonalità pietrose del grigio e dalla grana grezza della lana. Fondamentale è infine la presenza dell'acqua. La rifrangenza dei ruscelli spinge il couturier verso la fluidità dei tagli e la leggerezza delle stoffe, operando quella virata sottile ma decisiva che dal New Look porta la maison verso lo Stile Impero dei primi anni 60.
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Tra la distillazione del liquore di lampone e una passeggiata in stivali di gomma, Dior plasma la donna moderna sul calco di un meraviglioso paesaggio francese.
Il bianco mandorlo esplode a Villa Montauroux
È a Colle Noire, villaggio a 40 km da Cannes, che Dior suggella il suo duplice percorso di couturier-floriste, immergendo la moda Dior nel bianco puro del mandorlo. Circondando Villa Montauroux, l'albero da frutto è piantato in quantità massiccia, con ben 150 esemplari sparsi lungo l'intero perimetro. Con vigne e cipressi che mantengono forte la predominanza del verde bosco, il bianco risalta luminoso e vibrante, un escamotage che Dior copia a Madre Natura nel porre grandi vasi di piante da interni lungo le sue passerelle, contrasto cromatico nonché scenografia su cui far sbocciare i suoi modelli.
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"Dior ama i ritagli della vita. Un borghese con i piedi ben piantati nel terreno della realtà, è rimasto modesto come una violetta di zucchero nonostante gli elogi che gli sono stati tributati... È grato che quando la moda si stanca di lui (e anche il più grande può reggere il peso del trono per non più di diversi decenni) è stato abbastanza fortunato e saggio da riservarsi un nido in cui ritirarsi per coltivare i suoi giardini" - Cecil Beaton
Dior e i fiori negli anni
Da Yves Saint Laurent a Marc Bohan, da Gianfranco Ferré a John Galliano, da Raf Simons a Maria Grazia Chiuri, la maison Dior tributa ai fiori un valore primario eleggendoli a protagonisti del proprio immaginario. Facendo anche solo una timida apparizione in ricami e accessori, non c'è collezione in cui non si presenti un bocciolo o un velato riferimento botanico. L'opulenza barocca del décor dorato di Ferré o il rococò pastello di Galliano trovano un contrappunto opposto ma speculare nella presunta essenzialità di Simons e della Chiuri, dove il fiore non è mai esagerato ma si esprime nella sua versione più fedele all'originale, piccolo ma raffinato, potente nella sua estrema delicatezza.
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Da Natalie Portman che si butta su un letto di petali nello spot di Miss Dior diretto da Sofia Coppola, alle rose che si arrampicano sulle ballerine diventando sinonimo del proto-femminismo favolistico, il fiore è l'essenza della maison Dior, emblema di quella volontà mai vacillante che attraverso la couture equipara la donna alla più perfetta e splendida creazione della terra.