Maison Margiela: John Galliano presenta il suo nuovo film per la primavera estate 2021
Maison Margiela primavera estate 2021
Per John Galliano, forse il più grande narratore nella storia della moda, il grande salto nella nuova era delle immagini
E questa stagione è tornato con S.W.A.L.K 2, il sequel. La collezione che definisce ‘co-ed’ riprende il discorso della ricerca artigianale per il ready-to-wear, e porta i suoi protagonisti a vivere una nuova avventura e a ballare il tango in una Buenos Aires di fantasia. Perché, in realtà, il film è stato girato nei giorni scorsi in Toscana da Knight e da alcuni membri della crew di Maison Margiela. Galliano si è preso una pausa dal set per raccontarci su Zoom i suoi pensieri sulla collezione e su come ha accolto l’opportunità di presentare le sue idee in modi completamente nuovi.
Ciao John! Questa è la seconda stagione che non fai una sfilata. C’è qualcosa che ti manca delle passerelle?
“Ma questa È una sfilata! Questa è la mia proposta di come vorrei presentare la mia collezione. Non stiamo solo creando una sfilata. Il messaggio che voglio mandare in questo momento è che il modo migliore per farlo è questo. Voglio dire, quante persone hanno la possibilità di vedere come vengono realizzate le tele di prova, come vengono messi insieme i vari pezzi della collezione, come in un puzzle: i capelli, il trucco, la musica, l’intero sviluppo? Per me è davvero entusiasmante coinvolgere i giovani in questo percorso. E aprire queste piattaforme per coinvolgere e dialogare con il pubblico mi sembra davvero la cosa giusta da fare. Il pensiero di fare una sfilata, adesso… sul serio”?
© Courtesy of Maison Margiela. Nick Knight for SHOWstudio
Perché hai deciso di girare in Toscana?
“Avevamo programmato di girare a Londra, ma con le nuove restrizioni per il Covid-19 alla fine non è stato possibile. E quindi siamo venuti in Italia. Tutto il team ha fatto i tamponi prima di arrivare qui, abbiamo un team di medici 24 ore su 24, tutto viene sanificato, ci sono le mascherine, il distanziamento, tutto secondo le regole”.
© Courtesy of Maison Margiela
Mi dicono che gli italiani sono estremamente rigorosi e rispettosi di tutti i protocolli sanitari.
“Sì. A dire il vero ci sentiamo molto sicuri qui, più che a Londra o Parigi, se devo essere sincero”.
Quindi, da dove sei partito per questa stagione?
“Ho voluto enfatizzare l’idea di ‘industrializzazione artistica’. L’elemento artigianale ispira il pret-à-porter quindi ci sono le macchine e il lavoro manuale, l’amore e la grande cura delle aziende italiane. Hanno una vera passione per il loro lavoro. Spesso vengono in atelier e facciamo dei seminari su come vorremmo venisse fatto un orlo arrotolato. Hanno un grande rispetto per la couture e per le tecniche, e cercano di trovare nuovi modi per realizzarle industrialmente. Credo che per alcuni sarà una vera sorpresa”.
© Courtesy of Maison Margiela
Guardando il tuo film quest’estate è stata una vera rivelazione poterti vedere mentre fai ricerca sul materiale, e capire tutte le tecniche di taglio di cui parli. Mentre spieghi il tuo linguaggio di designer, insomma. Su cosa era incentrata invece la ricerca per questa stagione?
“Be’, al centro c'è il tango, ma in chiave nuova. Per me è stata un’esperienza magnifica andare a Buenos Aires, alla ricerca della vera cultura del tango. Non è quello che vedi agli angoli delle strade, quello per i turisti. Si tratta invece di incontri intergenerazionali, e privati, di cui si viene a sapere solo con il passaparola.
“Alla fine sono stato molto fortunato: sono stato invitato in un posto, una specie di magazzino. Era buio, c’erano gatti neri che scappavano da tutte le parti, la pioggia entrava in un buco sul tetto da cui si vedeva il cielo di notte. E al piano di sopra c’era questo signore, sugli ottanta, i capelli pettinati all’indietro, in un vestito stretto che aveva visto giorni migliori, e ballava con una ragazza vestita in abiti hip-hop. Probabilmente era suo nonno. Passaggio fra generazioni.
Ed è stato questo il punto di partenza?
“Abbiamo fatto ricerca sul tango, abbiamo guardato le foto dei matrimoni in Sudamerica nel 19° secolo. Ho immaginato la scena di un matrimonio. I veli. E volevo anche includere il ‘wet look’ che abbiamo cominciato a fare la scorsa stagione”.
Quindi in quel momento avevi la storia e i personaggi sui cui lavorare.
“La sposa. Gli ospiti al matrimonio — la vedova ricca, i gemelli, una processione. Capi rigorosamente sartoriali, tagliati a rivelare il point d’esprit. Uno smoking bianco. Per un’altra sezione, abbiamo studiato le maratone di ballo degli anni 30. Rievocare negli abiti tutta quella meravigliosa fatica: pantaloni con squarci”…
© Courtesy of Maison Margiela. Nick Knight for SHOWstudio
E dal punto di vista tecnico, come hai tradotto queste immagini e queste e sensazioni negli abiti?
“Vedrai i tessuti maschili, le spalle sembrano inzuppate di pioggia. E i tagli circolari, che riproducono l’aspetto del tessuto bagnato, solo che adesso li ritrovi nei maglioni. E volevo davvero spiegare il significato dei numeri nelle linee di Maison Margiela. Il 14, appuntato sul retro dei tessuti anni 40 indicano la linea iconica di menswear. Il fit e i tagli sono fissi, sono cose che sappiamo le persone vorranno ancora. Il numero 4 indica la linea iconica di womenswear. E quindi vedrete questi numeri appuntati sulla schiena dei ballerini. Ma veramente, sai, è una collezione co-ed: è genderless”.
Raccontare la moda attraverso le immagini in movimento cambia tutto per i modelli e le modelle. Quello che chiedi loro di fare è molto più che semplicemente andare su e giù per una passerella. Così diventano veri performer.
“Sono le nostre ‘muse’! Sono 10, sono state con noi nello studio di Rue Saint-Maur a Parigi per settimane. Abbiamo fatto venire un’insegnante di tango e abbiamo fatto pratica ogni giorno per prepararle al film. L’ impegno che ci hanno messo è stato assolutamente incredibile. Una magia. Sono felicissimo di lavorare in questo modo”.