Stella McCartney: in un manifesto il suo sistema di valori dalla A alla Z
Stella McCartney è tornata con un look audacemente trasparente per la primavera estate 2021 – e non stiamo parlando dei vestiti. “Come molti di noi,
Ebbene, la collezione che è uscita dal suo intenso periodo di riflessione è stata lanciata l’8 ottobre con uno show digitale e un lookbook – è una Stella ariosa, ripresa all’aperto – ma ciò che è altrettanto in tema è quello di cui parla su Instagram. “Sono arrivata a un sistema di valori, una guida dalla A alla Z di quello che penso rappresentiamo da Stella McCartney, che in un certo senso è un manifesto”, racconta. “La collezione Primavera Estate 2021 aderisce a questi principi”.
Comincia a scandire: ‘A per Accountable’, ‘C per Conscious’, ‘O per Organic’, ‘V per Vegan’ . Lettere che illustrano gli impegni del brand hanno cominciato ad apparire sul suo feed Instagram: Cindy Sherman rappresenta la ‘E per Effortless’, Linda McCartney rappresenta la ‘L’ e la stampa di una foto di William Eggleston denota ‘T per Timeless’.
© Courtesy Stella McCartney
Intanto il 26 settembre ha rimarcato la sua missione pubblicando lo Stella McCartney Eco Impact Report for 2018/19 [relazione sull’impatto ambientale di Stella McCartney per il 2018/2019], annunciata dall’ex segretaria esecutiva dell’UNFCCC Christiana Figueres. Comincia con una dichiarazione: “Restiamo impegnati a trasformare l’industria della moda,” seguita da una informativa olistica chiara, non espressa in un gergo incomprensibile, corredata da tabelle, grafici e mappe dei costi operativi di McCartney sull’ambiente: leggermente scesi da 8,22 milioni di euro nel 2918 a 8,21 milioni di euro nel 2019.
Nell’introduzione, McCartney si impegna a “rallentare, accelerando nel contempo la spinta verso la circolarità e le soluzioni rigenerative e naturali.” Stabilisce nuovi standard di adeguamento per i fornitori, afferma l’intenzione di tutelare i diritti dei lavoratori e conclude con un’affermazione entusiasmante: “Crediamo sia nostro dovere usare la nostra voce e la nostra piattaforma per spostare l’attenzione su temi fondamentali e per condividere i nostri progressi. Anche se abbiamo fatto notevoli passi avanti negli ultimi dieci anni, sappiamo che c’è ancora molto da fare. Siamo rinvigoriti e speriamo che altri nell’industria – e nel mondo – si uniranno a noi spingendo per un mondo più luminoso.”
Per un’ora, McCartney ha condiviso i suoi pensieri sul disegnare e ripensare la moda in una conversazione su Zoom dalla sua casa di Londra – tutt’altra storia rispetto al commento di 30 secondi che di solito veniva fuori dal tipico trambusto post-sfilata di McCartney nelle sale dorate dell’Opéra Garnier. Ecco cosa ha detto…
© Courtesy Stella McCartney
Cosa pensi di questo improvviso passaggio dalle sfilate fisiche a una situazione in cui stilisti e case di moda si trovano d’un tratto a sperimentare modi nuovi di diffondere la moda?
“Per me dimostra un po’ quanto l’industria fosse antiquata. Mette davvero in risalto questa macchina che abbiamo creato con il nostro modo di lavorare che non esiste in nessun altro settore. L’industria della moda è in una posizione scomoda – ma è già un bel po’ di tempo che ho questa sensazione, ovviamente. Ci siamo solo abituati a un ritmo che non abbiamo messo in dubbio o in discussione a sufficienza.
“I lati positivi per la nostra industria sono che ci svegliamo, sentiamo l’odore del caffè e mettiamo in discussione il modo in cui abbiamo fatto le cose per secoli. Ci chiediamo cosa c’è di buono, e cosa possiamo riconsiderare, ristrutturare e cambiare per un’industria più moderna. Ovviamente, per me è una questione di approvvigionamento di materiali e di come lavoriamo, ma anche del modo in cui presentiamo il nostro lavoro. Tutti nell’industria parlano dei nostri sprechi, dei costi eccessivi, delle esagerazioni. Ci sono cose di cui forse potremmo liberarci, alleggerendo un po’ il carico.”
Quindi come hai deciso di presentare la collezione?
“Non ritengo di essere il tipo di maison che realizza un film epico, una produzione enorme – noi siamo un po’ più semplici. Allo stesso tempo però non volevo fare una sfilata in un edificio. Volevo stare all’aperto. Così abbiamo filmato una sfilata nel verde, proseguendo nel mio tema di accostare l’amore per la natura al lavoro dell’artista in un manifesto alfabetico che ho fatto. Abbiamo girato a Houghton Hall nel Norfolk, un sontuoso palazzo che ha attraversato molte generazioni, ma che offre questo straordinario inserimento di arte contemporanea nel paesaggio – una mostra di Anish Kapoor, sculture di Rachel Whitereads, lavori di James Turrells – tutta una serie di opere sparse nei giardini e nel palazzo.”
Mi fai qualche esempio dei progressi che state facendo in tema di pratiche sostenibili e di come appaiono in questa collezione?
“La collezione è composta al 100% di denim e jersey biologici. Per quanto riguarda il contenuto e il sourcing, stiamo cercando di fare meglio questa stagione. Ma okay, sì: è estate, quindi cominciamo dai pezzi di Stellawear – sono costumi e intimo modellante tutto in uno. È per poter entrare in acqua e asciugarsi in modo super rapido e andare avanti con la giornata indossandoli come un body. È una tecnologia nuovissima, sono fatti con l’Econyl, che è ricavato dalle bottiglie di plastica riciclata e altri nylon. Grazie al tipo di filo e al fatto che non ci siano cuciture, ci sono zero rifiuti.
“Abbiamo capito che usando l’Econyl, abbiamo impedito che 10 tonnellate di nylon nuovo entrassero nell’industria. È davvero eccitante quando puoi iniziare a quantificare quello che stai sostituendo. E poiché i pezzi sono multifunzionali, in certa misura spingiamo le donne a usare di più e a comprare di meno.”
Questo è molto interessante! Pensare di incorporare l’utilizzo a lungo termine per i clienti…
“T per Timeless [ride]. È così che vedo la sartorialità british ispirata a Savile Row che faccio sin dall’inizio. Mi piace l’idea dei pantaloni che abbiamo proposto questa stagione con pieghe doppie profonde, con una giacca a tre bottoni dalla linea leggermente più slim – un po’ più anni Novanta da quel punto di vista, quindi il sotto è esagerato. Quando porto un tailleur, mi trasformo in un’altra parte di me. So che se indosso quell’abito avrò persino una postura diversa.”
© Courtesy Stella McCartney
Mi piace l’attitude, con le ciabatte…
“Voglio dire alla gente che le infradito sono fatte per il 50% di rifiuti. Quando le stavamo disegnando, ci dicevamo: falle più grosse, più spesse – è questa la parte divertente – ma per me la tecnologia è importante quanto la moda.
“In tutto quello che facciamo, l’aspetto tecnico è molto rilevante, è così quando tutte le stagioni cerchi di fare meglio per l’ambiente. Se sei fortunato, ogni stagione hai accesso a un nuovo fornitore o a un modo diverso di fare le cose… Tutto in questo settore si muove e cambia ogni giorno, ogni mese. Amo che la tecnologia porti un elemento di novità ogni volta.”
Immagino che quella sarebbe la V per scarpe vegane? Hai anche parlato del riciclo come strategia sostenibile…
“Sono un po’ fissata con l’eliminare i rifiuti. Il vero guadagno è nel risparmio. Durante il lockdown, abbiamo fatto dei vestiti e dei calzoncini da ciclista con del pizzo che ci era rimasto dalle collezioni precedenti. C’erano campioni di stoffe, scampoli, pizzi che avevamo lasciato in magazzino, così li abbiamo uniti insieme in un patchwork e ci abbiamo fatto degli abitini per lo sport. Sono riconvertiti, riciclati, ma non credo che onestamente lo si noti. Sono un’edizione limitata; finiamo quello che abbiamo.
“Il design si lega anche alla fragilità del momento che stiamo vivendo, di qualunque sesso siamo. Tutti dobbiamo alzarci ogni mattina e dire a noi stessi di non avere paura e non stare in ansia, e che possiamo superarlo. Ma allo stesso tempo c’è una fragilità che affrontiamo tutti.”
© Courtesy Stella McCartney
Questa è una buona osservazione: per essere rilevante, la moda deve davvero essere in sintonia con i tempi in cui viviamo. Deve servire dei bisogni, altrimenti è solo altra roba inutile. A che altro hai risposto?
“Lavoro in un’industria che ha a che fare con le emozioni. Disegno abiti per far sentire meglio le persone con se stesse. È per questo che sono diventata una stilista di moda! Un’altra cosa successa in questo periodo è stato il desiderio di tenersi in forma, mentalmente e fisicamente, di superare quello che tutti stiamo cercando di superare quotidianamente, in tutto il mondo. È stato così interessante, vedere tanta gente in città essere più atletica – prendersi il tempo per se stessa, approfittando di ogni momento libero per stare fuori. Mantenersi viva, se vogliamo.
“Ho la mia collaborazione con Adidas, ma non c’era alcun cenno allo sport sulle passerelle di Stella ultimamente – quindi è sembrato il momento giusto per tornare a quell’idea di sportività e femminilità; le due cose unite insieme. Ci sono molti pezzi ispirati al pattinaggio e al BMX; un miscuglio di materiali e linee che creano una silhouette piuttosto spiccata. Vestiti da surf, che sono corti e molto sagomati. Una sorta di energia per l’estate. Volevo che trasmettesse allegria, che sollevasse l’umore.”
C’è una frase nella tua relazione sull’impatto ambientale che mi ha davvero colpito, che hai “un ostinato ottimismo”.
“Sono una donna che vede il bicchiere mezzo pieno. Guarda, è tutta la vita che mi dimostro leggermente anticonformista e un po’ provocatoria. E se non affronti le cose con ottimismo, pensando alle soluzioni e con il sorriso sul volto, allora cosa sei? Una che dice alla gente che il mondo finirà.”
© Courtesy Stella McCartney
Ammiro che ti assumi la responsabilità di condividere informazioni e di informare le persone sul progresso sostenibile, essendo anche trasparente nel rivelare e discutere di dove dovete migliorare.
“Non lo ripeterò mai abbastanza: non siamo perfetti da Stella. Cerchiamo solo di fare del nostro meglio. Credo davvero che fare qualcosa sia meglio che non fare niente; se tutti introduciamo dei piccoli cambiamenti, sarà positivo. Non credo che la gente voglia sentirsi dire che deve cambiare le sue abitudini. Preferisco essere spinta a cambiare la mia mentalità attraverso l’informazione.
“È fantastico che si parli di questi argomenti adesso perché è tutto quello che possiamo fare, in realtà – fornire le informazioni in modo che siano digeribili. Tirare fuori il meglio dalle persone. Sarebbe un buon momento per essere più gentili gli uni con gli altri, e per incoraggiare la nostra industria a fare altrettanto.
Si è parlato molto negli ultimi mesi del fatto che è un momento di reset per la moda. Credi che durerà?
“Dobbiamo tornare con qualche cambiamento. Ho deciso che ridurrò quello che produco, lo renderò più chiaro e lo migliorerò.