Danza classica: 10 grandi ballerini, da Nijinsky a Bolle
Gli dei della danza: grandi ballerini dal 900 a oggi
Dall’epoca romantica a oggi è radicalmente cambiata la figura del ballerino classico, trasformatosi da semplice
Vaslav Nijinsky (Kiev 1889 - Londra 1950)
Il capostipite fu Vaslav Nijinsky, le “dieu de la danse”, conturbante virtuoso, che con i Ballets Russes sconvolse l’Europa delle avanguardie. Dai Teatri Imperiali di Pietroburgo se n’era andato dopo lo scandalo per il suo costume troppo succinto in Giselle. In Occidente avviò anche la carriera di coreografo, con capolavori dirompenti come Le sacre du printemps o L’après-midi d’un faune. Venerato da donne e uomini, tra il matrimonio con l’aristocratica Romola de Pulszky e la gelosia dell’impresario Sergei Diagilev, si rifugiò nella follia, come testimoniano i suoi (censurati) Diari. Dopo l’ultimo recital all’Hotel Suvretta di St. Moritz, trascorse trent’anni anni dimenticato in manicomio.
Vaslav Nijinsky
© Apic
Rudolf Nureyev (Irkutsk 1938 – Parigi 1993)
La sua eredità di ballerino divino e mondano venne raccolta da Rudolf Nureyev, il “tartaro volante” dalla biografia leggendaria: nascita su un treno della transiberiana, fuga da guerra fredda dall’Unione Sovietica, il contributo fondamentale al balletto europeo. Volto sensuale, fisicità ferina, Rudy apparve da divo anche al cinema (in Valentino di Ken Russell) mentre nel jet set internazionale faceva furore per il suo stile eccentrico. Un gusto profuso nelle sue dimore da principe asiatico, come la villa con torre all’isola di Li Galli, dove tornò l’ultima volta poco prima di morire. Vittima dell’Aids a 54 anni, immortale nella storia del balletto così come nell’immaginario pop.
Rudolf Nureyev
Mikhail Baryshnikov (Riga, Lettonia 1948)
Tra le defezioni dall’Unione Sovietica fece sensazione anche la fuga di Mikhail Baryshnikov, virtuoso quale mai s’era visto. Il ballerino nato a Riga, in Lettonia, preferì gli Stati Uniti, dove in un lampo divenne l’it-boy della Grande Mela. Accanto alla carriera all’American Ballet Theatre, Misha era protagonista delle cronache mondane, per la sua storia con la ballerina Gelsey Kirkland o con l’attrice Jessica Lange. Il suo ritratto di fuoriclasse rubacuori nel film The Turning Point era l’avvio di una carriera cinematografica culminata con la partecipazione al serial Sex and the City. Senza aver abbandonato la danza: al suo Baryshnikov Arts Centre è oggi talent scout di giovani artisti.
Mikhail Baryshnikov
© Valeria Palermo
Vladimir Vasiliev (Mosca, 1940)
Nella rivalità tra i transfughi Nureyev e Baryshnikov, l’Unione Sovietica rispondeva con Vladimir Vasiliev. Tecnica poderosa, personalità dirompente, Volodia impersonava l’eroe sovietico del balletto, bello e forte, interprete dei classici di repertorio e dei dance dramas dell’epoca. Al Teatro Bolshoi danzava in coppia con la moglie Ekaterina Maximova, nonostante la cortina di ferro amatissimi entrambi anche in Occidente, scelti da coreografi come Maurice Béjart. Oggi Vasilev resta un monumento del balletto russo, esempio per le nuove generazioni.
Vasiliev con Maurice Béjart
© Jean-Regis Roustan
Con personalità tanto dirompenti, allievi e seguaci, benché eccellenti, ebbero meno notorietà internazionale e visibilità mediatica negli anni 70 e oltre, fino ai 90. Con il nuovo Millennio, quando anche il balletto approda sui social networks, la figura del ballerino classico si riafferma anche fuori dei teatri.
Roberto Bolle (Casale Monferrato, 1975)
In Italia è diventato una vera pop star Roberto Bolle: parallelamente alla carriera di “étoile dei due mondi” – étoile del Teatro alla Scala e Principal dancer dell’American Ballet Theatre - esplode la sua popolarità tra moda e televisione, modello d’eccezione per grandi griffe, intrattenitore televisivo sempre più affermato. Corpo scultoreo, volto dai lineamenti perfetti, il nostro ballerino rappresenta l’immagine della bellezza maschile odierna: “An Athlethe in Tights”, come il titolo del libro fotografico firmato Bruce Weber.
Roberto Bolle
© Luciano Romano
David Hallberg (Rapid City, Usa, 1982)
Ha lanciato una nuova immagine del ballerino l’americano David Hallberg, oltre la figura classica del partner. L’eleganza estenuata, il volto dai tratti aguzzi, hanno colpito oltre le scene, dove Hallberg primeggia per linee, stile e virtuosismo. Principal dancer dell’American Ballet Theatre, è stato il primo americano ingaggiato al Teatro Bolshoi di Mosca. I fashion designers se lo contendono, anche in operazioni crossover come la performance Fortuna Desperata ideata da Francesco Vezzoli per Prada. Tornato alle scene dopo un lungo infortunio che ha raccontato in un libro best-seller, oggi il trentottenne ballerino attende di entrare in carica come direttore dell’Australian Ballet.
David Hallberg in Fortuna Desperata
© Brad Barket
Alexander Parish (North Ferriby, Gran Bretagna, 1987)
Anche il Regno Unito ha il suo principe, bello, bravo, un gentleman del balletto, nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico: Alexander Parish (North Ferriby, 1987). Dopo cinque anni al Royal Ballet di Londra ha lasciato il suo paese per giocare la carta russa, invitato nel tempio del balletto, il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, dove è oggi Principal dancer. Danseur noble, amatissimo partner delle splendide ballerine della compagnia, Xander (così l’hanno ribattezzato i russi) appare spesso oltre le scene. Anche L’Uomo Vogue ha voluto fotografarlo, nella città sulla Neva ormai diventata patria, dove il suo stile british è molto apprezzato.
Alexander Parish. Foto courtesy Natasha Razina
Alexander Parish
© @Oleg Zotov
Denis Rodkin (Mosca, 1990)
Se a Russia resta la patria del balletto, molti sono i ballerini eccellenti per tecnica, stile e temperamento, sempre più noti anche in Occidente. Tra i numerosi, brillanti talenti è oggi alla ribalta internazionale Denis Rodkin, Primo ballerino del Teatro Bolshoi, bello, biondo, statuario, immagine odierna del ballerino russo. A Londra il suo Spartacus ha fatto furore, in Europa è ammirato come partner prediletto di Svetlana Zakharova e della bellissima compagna Eleonora Sevenard. In Russia da tempo i media e la moda se lo contendono, in Occidente l’interesse è solo all’inizio.
Denis Rodkin (da Instagram @denisrodkin)
Hugo Marchand (Nantes, 1993)
Nella nostra selezione non potrebbe mancare un francese, prodotto del blasonatissimo Ballet de l’Opéra de Paris. Tra le affascinanti étoiles della maison l’attenzione nelle ultime stagioni è tutta per Hugo Marchand. Principe del balletto, adora la danza contemporaenea e vorrebbe mettersi alla prova anche in altre discipline, a teatro per esempio. Intanto la moda si contende la sua bellezza e il suo charme: dopo la collaborazione con Dolce&Gabbana per il lanco del profumo K, l’étoile si prepara ad altre esperienze fashion, per far conoscere sotto un’altra luce il ballerino classico.
Hugo Marchand
Hugo Marchand (Foto courtesy Matthew Brookes)
Jacopo Tissi(Landriano, 1995)
Nell’ultima generazione di superballerini spicca un altro italiano di bellissime speranze e grande talento: Jacopo Tissi. Dopo il diploma all’Accademia del Teatro alla Scala e una stagione nel Balletto scaligero ha accettato l’invito al Teatro Bolshoi di Mosca, dove, primo italiano di sempre, diventerà presto Primo ballerino. Già beniamino dell’espertissimo pubblico russo, in ascesa la notorietà internazionale, lo ammiriamo sempre più spesso anche fuori dalle scene, come testimonial per brand di moda o modello per famose riviste. Un vero e proprio Apollo il nostro ballerino, volto d’angelo e fisico plastico, candidato a diventare il “nuovo Roberto Bolle”.
Jacopo Tissi (Foto courtesy Alexander Yakovlev)
© © Alexander Yakovlev
Jacopo Tissi (Foto courtesy Alexander Yakovlev)
Foto in apertura: Alexander Parish in Apollo. Foto courtesy Sergei Proskuryakov