Elezioni americane 2020: i cani tornano alla Casa Bianca
Elezioni Americane 2020
Potremmo perdonarti per aver pensato che la notizia più importante delle elezioni americane 2020 fosse quella di una donna che assume una
Negli ultimi quattro anni, nell'ala ovest non sono più stati avvistati cani. Del resto, nel corso della sua presidenza, Donald Trump ha utilizzato la parola "cane" solo come aggettivo peggiorativo. Basta scorrere i suoi post su Twitter per avere infinite prove che Trump associa i cani ai nemici e utilizza il termine in modo offensivo, spesso addirittura per insulti razzisti.
Nel 2019, Trump ha raccontato che il leader dello Stato islamico Abu Bakr al-Baghdadi era "morto come un cane". Nel 2018, ha twittato che l'ex consigliera della Casa Bianca Omarosa Manigault Newman, una delle poche donne di colore ad aver prestato servizio nella sua amministrazione, era una "poveretta impazzita e piangente" e l'ha chiamata "quel cane". Nel 2016, ha osservato che Mitt Romney "è soffocato come un cane" nella sua battaglia contro Obama nelle elezioni del 2012. Ha chiamato “cani” quasi tutte le persone che sono state licenziate: David Gregory della NBC, Glenn Beck di Fox News, Erick Erickson del blog politico RedState e il comandante afghano statunitense Stanley McChrystal.
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Diciamolo, era molto diverso da quei giorni felici della presidenza Obama, quando Bo e Sunny - due cão de água português - erano le vere rock star della Casa Bianca, e ogni anno riuscivano a mettere in ombra persino Michelle all'Easter Egg Roll. La situazione è comune a tanti genitori: sono state le figlie di Barack a convincere mamma e papà a prendere un cane. Bo è arrivato nel 2009 quando si sono sistemati a Washington, a seguito di una promessa che avevano fatto a Malia e a Sasha. Sunny è arrivato quattro anni dopo. I cani erano le mascotte abituali nei tour della Casa Bianca e hanno ricevuto migliaia di lettere dai fan bambini.
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Sono tanti i presidenti americani che hanno avuto un cane alla Casa Bianca. Laddie Boy, un Airedale terrier, godeva di una regolare e simpatica presenza mediatica come fedele amico di Warren G Harding, in carica tra il 1921 e il 1923. Franklin D Roosevelt ha persino attribuito il merito della sua rielezione nel 1944 al suo terrier scozzese, Fala: si racconta che Fala rimase per sbaglio alle Isole Aleutine, al largo dell'Alaska, durante una visita ufficiale e il senatore repubblicano Harold Knutson disse che un cacciatorpediniere era stato inviato da Seattle - un spreco astronomico di denaro dei contribuenti - per riprenderlo. Fala divenne subito notizia da prima pagina, e quando Roosevelt pronunciò il suo primo discorso per la campagna di rielezione due settimane dopo, in uno speech ora noto proprio come il "discorso di Fala" fu una tempesta di accuse.
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"I leader repubblicani non si sono accontentati di attaccare me, mia moglie, o i miei figli", ha detto Roosevelt. "Beh, certamente, non mi arrabbio per questo, ma Fala sì, si è un po' risentito per le proteste contro di lui" Ha continuato: “La sua anima scozzese era furiosa. Da allora non è più stato lo stesso cane". Roosevelt è stato rieletto due mesi dopo.
Cosa possiamo aspettarci dai cani della famiglia Biden, dai pastori tedeschi Champ e Major? A prima vista sembrano meravigliosamente allegri e ben addestrati, in grado di affrontare un branco di fotografi o salire a bordo di un aereo senza grossi problemi. Mentre Champ è stato acquistato da un allevatore nel 2008, Major, che è stato preso da un canile della Delaware Humane Association nel 2018, diventerà uno dei pochi “cani adottati” ad abitare la Casa Bianca. (Molte agenzie di stampa stanno dicendo che sarà il primo, ma non è corretto: il cane di Lyndon B. Johnson, Yuki, è stato trovato da sua figlia in una stazione di servizio in Texas nel 1966. Yuki, per inciso, aveva una voce meravigliosa, e il presidente Johnson amava ululare con lui a squarciagola.)
Biden farebbe bene a ricordare quel discorso di Fala, quando accennare alla reazione del terrier scozzese fece sorridere anche i volti dei repubblicane più arcigni. Guarire l'anima di una nazione non è un'impresa da poco, ma può sicuramente essere resa più allegra da due fedeli amici pelosi.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato suBritish Vogue