Mercedes Benz Fashion Week Accra: 5 designer ghanesi da conoscere
Mercedes-Benz Fashion Week Accra presenta 5 designer ghanesi da conoscere per capire il futuro della moda made in Africa.
La moda Made in Ghana è
Pur in assenza di sfilate dal vivo, questa stagione la Mercedes-Benz ha voluto comunque mettere in evidenza il lavoro dei talenti dell’Africa occidentale. E lo ha fatto con una speciale serie fotografica, realizzata da Carlos Idun-Tawiah, che presenta le nuove collezioni di sei designer di base ad Accra: Larry Jafaru Mohammed, Steve French, Hassan Alfaziz Iddrisu, Atto Tetteh, e Chloe Asaam.
E sono cinque designer ghanesi assolutamente imperdibili, nonostante non abbiano potuto sfilare. Il filo conduttore che accomuna questi talenti emergenti? I loro originali brand sono tutti impegnati a modernizzare i tessuti tradizionali del Ghana, utilizzando metodi di produzione eco-friendly e celebrando un senso di panafricanismo. Tutti disegnano e creano ad Accra, e collaborano con i creativi del posto per quanto riguarda i loto tessuti unici. Anche se utilizzano materiali tradizionali, le loro creazioni non lo sono affatto, e prendono spunto dallo movimento streetwear, dall’arte moderna e astratta, e persino dalla stessa città di Accra, creando collezioni contemporanee ma permeate della cultura del luogo. Come Steve French dice a proposito della sua vision, vogliono promuovere una “moda con una causa.”
Ecco i 5 designer ghanesi che stanno reinventando la tradizione del loro Paese.
Larry Jay
© Photo: Carlos Idun-Tawiah
Designer: Larry Jafaru Mohammed
Brand nato nel: 2017
La storia: Il designer, nato e cresciuto ad Accra, ha mosso i primi passi nella moda con la sua linea accessori, che vede la luce nel 2012. Poi passa al ready-to-wear, più o meno nel 2016, e lancia la sua griffe l’anno successivo. Mohammed ha visto nella moda un’opportunità per sostenere gli artisti locali. “Quando ho lanciato il mio brand, volevo lavorare con le persone della mia community, e aiutare a emancipare gli artigiani locali e le loro attività”, afferma Mohammed. “Cerco anche di riciclare e fare upcycling di quello che trovo nella mia community”.
Il tratto distintivo: Larry Jay è un brand unisex ed etico, ispirato alla cultura, ai tessuti, alla natura africani, mescolando insieme questi elementi in silhouette moderne e affusolate. Ci sono bellissime camicie con collo alla cubana, e gonne fruscianti e chic. “Il più delle volte guardo alle diverse culture che abbiamo ad Accra, ma guardo anche alle culture di altri Paesi africani”, spiega.
La nuova collezione: Mohammed ha presentato di recente la sua collezione PE 2021, Nomad. “Mette in luce le tradizioni ma anche il comfort”, dice. “Una collezione che si ispira ai viaggiatori che amano esplorare, conoscere altre persone e altre culture, e in più amano la natura. Mi piace molto creare look a tinta unita, quindi in questa collezione ho usato molto viola”. E questa stagione ha scelto di usare stampe tie-dye. “I tessuti tie-dye sono sempre stati molto popolari da queste parti”, dice. “I nostri genitori li compravano per sé e per noi. Ho scattato foto delle mie creazioni indossate dai miei genitori che sono una mia grandissima ispirazione: le loro foto degli anni 70 sono fantastiche”.
Le ispirazioni del momento: Il designer si ispira alla gente e agli abitanti della sua città. “Ritrovarmi a creare questa collezione durante la pandemia aveva affievolito la mia determinazione a finire il mio lavoro, ma mi ha anche ricordato che siamo tutti un popolo solo”, dice. “Quando a ottobre ho presentato la collezione, ho scelto modelli e modelle di diverse etnie e religioni per sostenere la pace e la solidarietà. Siamo tutto tagliati dallo stesso tessuto, l’amore”.\
Steve French
© Photo: Carlos Idun-Tawiah
Designer: Steve French.
Brand nato nel: 2016
La storia: French è nato ad Axim, nel Ghana occidentale, ma oggi vive e lavora ad Accra. Da piccolo era molto affascinato dalla moda. “Il mio primo incontro con la moda è avvenuto a sette anni”, dice. “Disegnavo un sacco di personaggi dei fumetti come Topolino e Minnie e mi sono appassionato si loro vestiti”. French ha lanciato la sua griffe sperando di poter sostenere e favorire la nascita di una fashion community nella sua città. “Oggi, credo nella moda con una causa” , spiega French. “Lavoro con tantissimi artigiani locali. Voglio creare vestiti che non abbiano solo un impatto sulla vita di chi li indossa, ma anche sulla vita di chi li crea, e sul villaggio in cui vengono fatti”.
Il tratto distintivo: French è uno stilista di womenswear contemporaneo che “rende omaggio alla tradizione per creare nuove espressioni artistiche attraverso gli abiti” ispirandosi alla figura della donna e ai disegni astratti in particolare, creando molti abiti e gonne femminili in colori vivaci e stampe creative. “I miei abiti sono profondamente radicati nella mia cultura”, afferma.
La nuova collezione: Per la sua ultima collezione, French ha preso spunto dai ricordi della sua infanzia ad Axim. “Sono cresciuto in mezzo alle sarte, e credo si tratti di una tradizione che oggi viene trasferita su di me, perché io ne possa parlare” dice lo stilista. “Ho usato moltissimo neoprene e ho sperimentato con immagini di pittura astratta su capi che prendono spunto dalle storie che mi hanno raccontato, l’ho fatto su top, gonne e vestiti”.
Le ispirazioni del momento: French che ha trovato speranza e tranquillità lavorando più lentamente e concentrandosi sulla sua arte. “Ho studiato moltissimo in questo periodo. Fare ricerca, e conoscere cose nuove a cui non avevo pensato in questo periodo di immobilità”, spiega. “Ho utilizzato questo momento per fermarmi e riflettere su me stesso come artista e oggi vedo la moda con occhi diversi. Le ispirazioni sono ovunque: nella venditrice sul ciglio della strada, nella musica che ascoltiamo”.\
Hazza
© Photo: Carlos Idun-Tawiah
Designer:Hassan Alfaziz Iddrisu
Founded in: 2013
Designer: Hassan Alfaziz Iddrisu
Brand nato nel: 2013
La storia: Iddrisu, nato a Kumasi, oggi di base ad Accra, ha iniziato a lavorare nella moda vendendo oggetti vintage di seconda mano ad Accra. “Sono appassionato di rarità” dice. “Qui abbiamo un mercato vintage, Kantamanto, e allora vado lì a cercare queste cose”. Poi ha iniziato decostruire i capi vintage che comprava e a crearne di nuovi. “Non sapevo cucire, né tagliare: avevo solo un’idea”, spiega Iddrisu. “Poi però hanno cominciato a chiedermi di comprare i miei capi”.
Il tratto distintivo: Hazza è il suo marchio sportswear e unisex che mescola orgoglio africano con le tecniche di produzione tradizionali. I capi sartoriali casual e dal taglio elegante di Iddrisu sono spesso realizzati con tessuti di riciclo. La sua specialità sono gli abiti ariosi e le camicie utilitarian,il tutto declinato in colori vivaci.
La nuova collezione: I capi dello shooting per Mercedes-Benz sono un mix fra i capi della sua collezione più recente, Afrafradom, e quelli che provengono dalla sua collezione di laurea. “Lavoro moltissimo con tessuti tie-dye e serigrafati”, dice delle sue creazioni, e aggiunge che un approccio eco-friendly è sempre stato presente nella sua pratica. “La sostenibilità per me inizia dai tessuti. Anche ad Accra abbiamo una della discariche più grandi dell’Africa occidentali, una cosa terribile. Utilizzo molti tessuti di scarto: gran parte dei materiali provengono da Kumasi, la mia città natale. Uso tessuti che nessuno vuole comprare e che finirebbero nella spazzatura, e poi li tingo o stampo come mi piace”.
Atto Tetteh
© Photo: Carlos Idun-Tawiah
Designer: Atto Tetteh
Brand nato nel: 2014
La storia: Tetteh, che è di origine Fante e Guan, in realtà ha studiato per diventare assicuratore ma ha poi deciso di seguire la sua vera passione, e ha lanciato la sua linea di menswear ad Accra. “Sentivo di avere qualcosa da dare alla scena creativa di Accra”, dice. “In Ghana ci sono moltissimi brand che fanno womenswear, e credo che quando si parla di moda, gli uomini abbiano bisogno di affirmative action, azione positiva. La scena menswear qui è ancora piuttosto piccola”.
Il tratto distintivo: Il designer propone capi menswear eleganti, che sono anche unisex, e in particolare vuole rivisitare i disegni tradizionali africani per l’uomo moderno. “Il mio è un marchio di streetwear contemporaneo, per uomini cosmopoliti ma che vogliono un look africano”, spiega. “Facciamo sempre in modo che i nostri capi riflettano la nostra africanità ma che possano essere apprezzati anche da chi non è mai stato in Ghana o in Africa, e semplicemente ama la moda. L’Africa è un posto molto vivace, quindi utilizziamo moltissimi colori”
La nuova collezione: La nuova collezione di Tetteh si chiama S Theorem. E “racconta che siamo tutti molto diversi fra noi e unici, e che dovremmo tutti apprezzarci gli uni con gli altri, apprezzare le nostre differenze”, dice. “Il Ghana è un posto dinamico, c’è sempre movimento, colore e un senso di felicità. Tutto questo influenza le mie creazioni”. Il designer per la sua linea ha usato solo tessuti fatti a mano in Ghana. “I tessuti fugu sono quasi sempre a righe, e i kente hanno fantasie geometriche”, continua Tetteh. “E per quanto mettiamo in vendita la nostra cultura e ciò che siamo, vogliamo anche creare nuovi posti di lavoro, e far conoscere i nostri artigiani nel mondo”.
Le ispirazioni del momento: Come molti creativi, Tetteh ha cercato di trovare speranza e ottimismo in questi tempi difficili. “Il COVID-19 ci ha dato molto tempo da passare con le nostre famiglie, o da soli, a riflettere su quello che abbiamo fatto finora”, dice. “La vita moderna può essere molto frenetica. Nel periodo di lockdown, abbiamo avuto il tempo di ripensare la nostra strategia. Il mondo è tornato a un punto tale per cui possiamo davvero muoverci più lentamente, e apprezzare quello che abbiamo”.\
Chloe Asaam
© Photo: Carlos Idun-Tawiah
Designer: Chloe Asaam
Designer: Chloe Asaam
Brand nato nel: 2019
La storia: Asaam, nata e cresciuta ad Accra, ha deciso di dedicarsi alla moda dopo essere cresciuta vicino al gigantesco mercato dell’usato della città. “C’è un enorme mercato di seconda mano ad Accra, che penalizza il lavoro che facciamo noi giovani creativi”, afferma. “Se sei uno stilista, sei costretto a vendere in mercati molto piccoli e questo limita le tue opportunità. Cerco di far capire alle persone che è possibile comprare da un brand come il mio: possono acquistare otto capi e indossarli in 25 o 30 modi diversi per i prossimi 4 o 5 anni. Non devi per forza continuare a comprare capi di seconda mano fast fashion solo perché sono disponibili”. Spera anche di poter aiutare a diminuire l’impatto ambientale di questo tipo di mercato, perché gran parte dei capi invenduti finiscono nelle discariche. “Riutilizzo e cerco di dare una nuova vita a molti dei loro tessuti, molto cotone, lino, e tessuti traspiranti” dice la stilista.
Il tratto distintivo: Chloe Aasam è una griffe di womenswear che mescola stampe tipiche ghanesi con forme grintose e originali. Si tratta di capi basic, ma non solo: le piace molto rivisitare i capi per tutti i giorni, come top con ruche, pantaloni a vita alta e vestiti.
La nuova collezione: Questa è la prima collezione di Asaam, e si ispira agli “umori e alle sensazioni che abbiamo provato durante la pandemia”, dice.“Ho usato tonalità di colori e parole in sintonia con le cose verso cui tendiamo ad andare in tempi di crisi o quando si sentiamo in ansia o a disagio. Ho usato molti colori soft come i verdi, gli ocra, i colori cuoio, che sono legati alla terra, all’idea di tornare a casa, a sentirsi con i piedi per terra. E moltissime silhouette morbide, perché ci vogliamo sentire liberi, e comodi, indossare qualcosa che non ci faccia sentire costretti, come nella vita”.
Le ispirazioni del momento: Asaam dice che le sue muse sono le donne della sua famiglia. “Mi sono ispirata alle matriarche della mia famiglia e della mia community”, spiega. “Le donne per me sono una vera potenza, specialmente in un contesto locale, perché ci tengono insieme, sono forti e accudenti al tempo stesso. Mi sembra che non ne parliamo e non le apprezziamo abbastanza, perché gli uomini dominano ancora nelle community e nella cultura. Le donne della mia vita sono tutte molto forti, sono state loro a farmi diventare la donna che sono oggi”.
Questo articolo è stato pubblicato su Vogue.com