Lady Diana: la storia del suo abito da sposa
“Qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato e qualcosa di blu”. E persino un ferro di cavallo in oro gallese e tempestato di diamanti, cucito nell'etichetta
di David ed Elizabeth Emanuel. Tra storia e curiosità, tutti i dettagli dell'abito da sposa di Lady Diana, tanto meraviglioso quanto sfortunato
Cosa possiamo ancora dire diLady De del suo abito da sposa? Sono tante le curiosità e i rumors che alimentano il mito di un'icona moda che si è spenta troppo presto, rendendo così indelebili delle immagini che ora sono parte della storia contemporanea. A partire dalle scarpette, quell'accessorio nascosto scelto senza tacchi per non essere più alta del (suo) Principe Carlo.
Come sappiamo la più grande favola moderna del '900, nata sotto una cattiva stella, da un amore troppo fragile e a senso unico, non riuscì a legare gli sposi in eterno: la notizia del divorzio arrivò il 19 Giugno del 1994 e la madre di William e Harry, per vendicarsi, quello stesso giorno, sfoggiò un meraviglioso abito corto e scollato che verrà poi ribattezzato revenge dress.
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Torniamo ora alle ore più liete, almeno apparentemente, a quel 29 luglio del 1981 quando Lady D convolò a nozze con il Principe Carlo, catalizzando l'attenzione di 750 milioni di telespettatori in mondovisione e oltre 600 mila sudditi accorsi nelle strade londinesi. Lei bellissima, un bon-bon chiuso in taffetà e seta, Lui freddo, un po' impacciato e troppo formale: d'altronde prima del matrimonio si erano visti solo 12 volte. A tutti gli effetti si può definire un matrimonio da favola, ma senza il lieto fine. Rimane il fatto che l'abito da sposa scelto da Diana Spencer tutt'oggi continua a fare sognare milioni di bride-to-be. Anzi, la riproduzione di Amy Roberts per la serie tv The Crown ha reato un certo scompiglio, nonché piena disapprovazione da parte delle “fan” di Lady D.
The Crown
L'originale è una creazione Haute Couture disegnata da David ed Elizabeth Emanuel ( anche loro oggi ex marito e moglie): aperto da giovanissimi l'atelier in Brook Street, dopo il successo dei modelli per Bianca Jagger e Jane Seymour, sono stati chiamati a corte per realizzare un pezzo di storia, nonché l'abito da sposa di Diana Spencer. Loro, David ed Elizabeth, la trasformarono in una Principessa delle fiabe.
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Il loro stile era unico e riconoscibile, fatto di volumi, lustrini e balze: per l'occasione confezionarono un capolavoro apparentemente esagerato, che poteva sotterrare qualsiasi donna, ma che trasformò Lady D in una bellissima Cenerentola, grazie al suo charme. L'abito, con gonna immensa, corpino lavorato e ampie maniche a sbuffo, apparso in televisione, lanciò una nuova moda sposa: in poche ore gli atelier di tutto il mondo proposero modelli affini. Lo stesso accadde con Meghan Markle e Chiara Ferragni, che hanno scritto altre due favole ma nell'era 2000.
Il bozzetto dell'abito da sposa
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I due stilisti lavorarono duramente per 5 mesi con finestre chiuse e tende abbassate, distruggendo a fine giornata ogni tipo di bozza o schizzo realizzato, per garantire l'effetto sorpresa.
La scelta del colore, che non è un bianco ottico, non è casuale: lo stilista suggerì la nuance avorio per risaltare la naturale carnagione rosea di Diana. Il tessuto è un preziosissimo taffetà leggero e lucido realizzato dall'azienda storica Stephen Walters, alternato a della raffinata seta di Dorset. Qua e là spiccano i merletti antichi, appartenuti alla Regina Mary, la nonna della Regina Elisabetta II, e realizzati nell'800 in alcuni laboratori inglesi, che rappresentano la lunga tradizione del “qualcosa di vecchio”.
I pizzi decorano il sottilissimo bustino con scollatura a cuore e le maniche a sbuffo, trattenute al braccio da enormi fiocchi. A rendere tutto ancora più romantico è il sottogonna di 90 metri di tulle e la minuziosa lavorazione a mano nel cucire 10mila pezzi, tra micro paillettes e perle, attaccati uno ad uno, per illuminare il capo haute couture.
Diana rispettò le tradizioni: oltre al "qualcosa di vecchio" e al “qualcosa di prestato” (la tiara Spencer), aggiunge “qualcosa di blu”. Un colore simbolo di lealtà, pace e fedeltà, dato dal fiocco appuntato alla cintura e un secondo per adornare la giarrettiera. A completare l'abito un portafortuna, che pochi conoscono: il duo di stilisti cucirono nella loro etichetta un mini ferro di cavallo in oro gallese 18 carati e tempestato di diamanti bianchi, creato per l'occasione dal gioielliere Douglas Buchanan. A questo punto, vista la storia, ci domandiamo se è stato messo con le punte all'insù o meno(!).
© Princess Diana Archive
Il Mondo intero sgranò gli occhi nel vedere questo monumentale abito da sposa varcare la soglia di St. Paul e occupare l'immensa navata centrale con i 7,62 metri di strascico (il più lungo della storia delle royal inglesi). E se vogliamo proprio trovare un difetto a questo capolavoro, è forse l'eccessivo volume: David ed Elizabeth Emanuel, non tenendo conto delle dimensioni della Glass Coach, creò diversi problemi a Lady D nel salire e scendere dalla carrozza reale del 1881. L'abito da sposa venne così compresso alla bell'e meglio: ecco perché, da alcune foto, si nota del tessuto stropicciato. Dettaglio che ha avvicinato Diana Spender ancora di più al cuore del Popolo inglese.