Robot e Moda: la mostra "Robotizzati. Esperimenti di moda"
Robot e moda: il rapporto tra questi due mondi è protagonista della mostra che rimarrà aperta fino al 24 gennaio 2021 al WeGil di Roma,
Il titolo della mostra, ideata e curata da Stefano Dominella con la direzione artistica di Guillermo Mariotto, promossa dalla Regione Lazio, realizzata da LAZIOcrea e con il patrocinio di Unindustria - Unione degli Industriali e delle Imprese del Lazio è Robotizzati. Esperimenti di Moda ed è il primo progetto espositivo che unisce arte, tecnologia, moda e robot e che ripercorre l’influenza che la cultura dei mecha giapponesi ha avuto sulla moda.
Cosa sono i mecha?
Stefano Dominella, ideatore della mostra, per 5 mesi ha vissuto a Nagoya in Giappone. Nella cultura giapponese, i mecha, robot di dimensioni straordinarie comandati da un pilota all’interno (come Mazinga Z, Gundam, i Transformers), rappresentano la fusione tra uomo e macchina. Sono macchine umanizzate dall’eroe che le comanda dall’interno. Nella figura del mecha, quindi, gli eroi, gli uomini, la tecnologia e la figura del samurai si incontrano.
La mostra su robot e moda Robotizzati. Esperimenti di moda esplora l’influenza che la cultura dei mecha giapponesi ha avuto sulla moda, partendo dalle loro origini e dal loro significato.
L’allunaggio, Sportswear, Fantasia e creatività allo stato puro sono le tre aree in cui è diviso l’allestimento. Neil Armstrong in look da allunaggio assomiglia a un robot, ricorda i mecha giapponesi. La tuta spaziale è una sorta di armatura-contenitore dell’uomo che comanda i movimenti dall’interno. Tessuti metallici, lurex, alluminio, paillettes e plexiglass: i “moon look” sono creazioni realizzate con materiali che ricordano il paesaggio lunare e i viaggi spaziali. André Courrège è il primo a essere “stregato dalla Luna” nel 1964 quando presenta la collezione Space age. E proprio alcuni pezzi iconici di Courrèges, precursore della Sputnik couture, ispirata ai romanzi di Isaac Asimov e di Philip K. Dick, sono protagonisti della mostra. Sempre intorno al potere attrattivo dello spazio e della Luna ruota il brand di calzature sport-chic Moon Boot, nato proprio il 20 luglio del 1969, il giorno dell’allunaggio. Anche Philippe Plein ha creato tute luccicanti ricoperte di cristalli e ha fatto sfilare in passerella un robot di dimensioni giganti che tiene per mano la top model Irina Shayk. Capi iconici corredano il lungo viaggio di Robotizzati e non solo. L’azienda Golden Lady Company ha realizzato per l’occasione una collezione di collant dai filamenti coloratissimi ispirati ai robot giapponesi esposti.
Beatrice Bocci
Al WeGil saranno presenti le creazioni iconiche di nomi eccellenti della moda internazionale, alcune delle quali provenienti da archivi storici e da collezionisti: Giorgio Armani (courtesy Paola Fidanza), André Courrèges (courtesy Paola Fidanza), Paco Rabanne (courtesy Mia Salviati), Pierre Cardin (courtesy Modateca Deanna), Thierry Mugler (courtesy Mia Salviati), Yohji Yamamoto (courtesy Mia Salviati), Martin Margiela (courtesy Modateca Deanna) passando per Enrico Coveri, Max Mara, Alexander McQueen (courtesy Modateca Deanna), Philippe Plein (courtesy Miriam Bonomi), Prada (courtesy Paola Fidanza), Gucci (courtesy Anna Moncada), Gianfranco Ferrè (courtesy Fondazione Ferrè), Gattinoni (courtesy Paola Fidanza), Guillermo Mariotto, Moschino (courtesy Mia Salviati), Mila Schon (courtesy Modateca Deanna), Jean Paul Gaultier (courtesy Modateca Deanna), Antonio Marras, Raniero Gattinoni, Stone Island, Adidas e molti altri.
Davorin Cordone
© GIANMARCO DE PASCALIS
Anche giovani designer indipendenti, tra i quali Santo Costanzo, Andrea Lambiase, celebre per aver lavorato al fianco di Iris Van Herpen, Michele Gaudiomonte, Francesca Nori, Antonio Martino, Davorin Cordone, Giulia Sogna e Beatrice Bocci, saranno chiamati a presentare i loro “esperimenti di moda” all’interno della mostra, così come alcuni celebri costumi di scena realizzati dalle sartorie cine-teatrali Nori e Farani.
© COSIMO
E ancora, savoir–faire contemporaneo, inusuale e robotico nei gioielli-insetto-robot realizzati dall’orafo Gianni De Benedittis del brand FuturoRemoto.
Francesca Nori
© COSIMO
Infine, la mostra ospita l’esposizione di 50 chogokin, robot metallici provenienti dalla preziosa collezione di Roberto Pesucci, accanto ai quali pubblico potrà ammirare anche il grande Gundam realizzato con la stampante 3D dal designer Silvio Tassinari di FabFactory. A dare un tocco contemporaneo e coloratissimo ci saranno anche le opere di design di Pellegrino Cucciniello: eco-sculture di animali-robot di grandi dimensioni realizzate con la stampante 3D a simboleggiare l’Arca di Noè del terzo millennio.
Pellegrino Cucciniello
© COSIMO
Gli ingressi alla mostra e agli spazi del WeGil saranno gestiti nel pieno rispetto delle più recenti indicazioni in termini di distanziamento sociale previste per i luoghi pubblici al fine di contrastare la diffusione del coronavirus: sarà possibile acquistare i biglietti online su www.liveticket.it/wegil.