Covid-19 e vaccini: l'intervista a sei scienziate
Covid-19 e vaccini
Gli scienziati si sono ritrovati sotto i riflettori più che mai quest’anno, con l’intera comunità scientifica in una corsa al vaccino in
grado di contrastare il Covid-19. Questi sforzi colossali senza precedenti per realizzare un vaccino sicuro e che funzioni, hanno finalmente iniziato a dare i loro frutti. Nelle ultime settimane, tre aziende farmaceutiche — Moderna, Pfizer e AstraZeneca — sono riuscite a dimostrare l'efficacia dei loro vaccini durante le fasi iniziali di sperimentazione e, molto probabilmente, uno di questi sarà disponibile all’uso prima della fine dell’anno. Il grande interrogativo che tutti si pongono adesso riguarda il numero di persone che accetteranno di essere vaccinate.
Per sviluppare un vaccino ci vogliono, normalmente, anni, perciò è comprensibile che le persone abbiano dubbi sul farsi somministrare qualcosa che è stata scoperta in così poco tempo. Questi timori vengono ampliati ulteriormente da un movimento in forte crescita: i No Vax, che utilizzano i social per condividere le loro visioni spesso infondate e le teorie complottistiche sui pericoli del vaccino.
Un recente sondaggio messo a punto dal World Economic Forum-Ipsos ha riscontrato che se il vaccino per il Covid-19 fosse stato già disponibile, solo il 64% degli americani avrebbe accettato di farselo somministrare, rispetto all’83% dei sudcoreani. Nel frattempo, in Francia, il livello di fiducia nei confronti del vaccino è così basso che solo il 54% accetterebbe la somministrazione. Questa forte perplessità è motivo di grande preoccupazione, per questo, grazie al supporto delle Nazioni Unite, gli scienziati e i medici di tutto il mondo impegnati sul vaccino hanno unito le forze nell’ambito del Team Halo.
I partecipanti a questo progetto di comunicazione sono un po’ come gli Avengers della scienza. Team Halo connette tutte le persone coinvolte nella sperimentazione e lo sviluppo del vaccino, incoraggiandole a parlare liberamente sui social dei timori che vi si celano dietro. E il bello è che i principali scienziati si servono anche di Tik Tok per farlo, demistificando il processo attraverso spiegazioni accessibili e facili da comprendere rivolte a un pubblico sempre più ampio e coinvolto. Anna Nolan, codirettrice del Team Halo, ha spiegato l’importanza di umanizzare gli scienziati che lavorano per trovare una soluzione: “Dobbiamo dare un volto a queste persone che stanno lavorando al vaccino.”
Del tema Covid-19 e vaccini, abbiamo parlato con donne provenienti dagli Stati Uniti, dal Sudafrica, dall’India e dal Brasile – tutte scienziate connesse al Team Halo – del lavoro che stanno portando avanti e della loro esperienza personale nei riguardi della pandemia.
Galit Alter, professore in medicina, Harvard Medical School, Stati Uniti
Galit Alter è una donna appassionata e al contempo da ammirare. “Ho dato la caccia ai virus sin dall’inizio della mia carriera,” racconta via Zoom. “Sono sempre stata sulla scia di queste pandemie devastanti, è solo che voi non le avete viste.” Ovviamente, non è stato possibile per noi evitare il Covid-19. “Questo virus ha cambiato il mondo e ha completamente cambiato il modo in cui ci occupiamo di scienza,” aggiunge. Alter è un’esperta mondiale in anticorpi e ha trascorso l’intero anno 2020 a lavorare alla sua ricerca. “Ho lavorato 24 ore al giorno e allo stesso tempo ho cercato di istruire a casa le mie figlie gemelle”. Suo marito, anche lui medico che lavora alle sperimentazioni del vaccino, è attualmente in quarantena al piano di sopra, poiché il suo lavoro all’ospedale lo ha esposto al virus.
Negli ultimi mesi, Alter si è allontanata da casa, in macchina e con le figlie sul sedile posteriore, solo per “trasportare campioni di persone infette da un laboratorio all’altro”. Ha visto una normalità apparente ad agosto, durante la riapertura delle scuole. “Sono tornata a vivere – per la prima volta in sette mesi mi sono tolta i leggings.” Ricercatrice e docente presso l’università di Harvard, in Massachusetts, Alter ha speranza nei confronti delle future generazioni che sta formando. “Auguro ai giovani di poter restituire qualcosa al mondo attraverso il loro operato. È una sensazione meravigliosa – quando ripercorri la tua vita e sai di aver contribuito a qualcosa che ha fatto la differenza”. Pensando al futuro, Alter prova a vedere il lato positivo della pandemia. “Forse il coronavirus riuscirà a creare una nuova generazione di cacciatori di virus come me?”
Matshidiso Sello e Dineo Thaele, demografe, unità di ricerca per i vaccini e le malattie infettive analitiche, Wits University, Sudafrica
Queste due donne formidabili lavorano nel cuore delle comunità di Johannesburg, Soweto e Thembelihle nelle unità di ricerca per i vaccini e le malattie infettive. L’attività sul campo è stata una parte fondamentale del lavoro che hanno svolto quest’anno. Sello e Thaele hanno aiutato le persone a comprendere l’importanza dei test e dei controlli. L’impatto che il Covid-19 ha avuto su queste comunità è davvero tremendo, fanno notare le due. Ci sono stati numerosi decessi legati al Covid, con diverse famiglie che hanno perso la loro principale fonte di sostentamento.
“Le persone non possono andare al lavoro né accedere all’istruzione”, afferma Sello tramite Zoom. E queste due donne sono state colpite direttamente da tutto ciò; Sello ha perso la sorella a causa del Covid, mentre Thaele la madre. Entrambe sono consapevoli del rischio costante che corrono e del fatto che potrebbero portare il virus a casa. “Sono tempi difficili. Non è stato un anno positivo”, aggiunge Sello. Le due donne non sono semplicemente colleghe, sono amiche. Studiano e lavorano insieme e si frequentano anche al di fuori del lavoro, quando riescono a trovare il tempo. Il supporto che l’una ha per l’altra è assolutamente inestimabile. “In questo periodo tutti hanno bisogno di aiuto e noi ci siamo state l’una per l’altra,” afferma Thaele. “Abbiamo potuto piangere insieme”.
In realtà, gli abitanti delle comunità in cui Thaele e Sello lavorano potrebbero trovarsi più indietro nella coda al vaccino rispetto ai paesi con una condizione economica migliore, che garantirebbe loro la priorità. Ma le due analiste sono ottimiste e credono che il vaccino sarà accolto positivamente. “Le persone sono consapevoli dei benefici dei vaccini”, spiega Sello. “Le madri hanno fatto vaccinare i loro figli, abbassando il livello di mortalità dei bambini sotto i cinque anni.”
Anna Blakney, ricercatrice, Imperial College London, Regno Unito
La dottoressa americana lavora al vaccino per il Covid-19 sviluppato dall’Imperial College London. Il lavoro di Blakney è stato seguito attentamente da persone di tutto il mondo – parte della comunità scientifica e non. “All’inizio della crisi, inviavo una newsletter sul Covid-19 a mia zia, ai miei zii e a mia nonna, e loro la inoltravano a chiunque”, racconta tramite Zoom.
Blakney è una scienziata, ma potrebbe aggiungere al suo curriculum il titolo di ‘star di Tik Tok’. In solo poche settimane, ha collezionato ben 190.000 follower sul suo account TikTok, su cui posta contenuti altamente informativi, divertenti e incredibilmente creativi dal suo laboratorio. “Le persone vengono per l’intrattenimento ed eventualmente rimangono per la scienza,” aggiunge. Il suo approccio sembra funzionare: uno dei suoi video è stato visualizzato 11 milioni di volte in sole 24 ore. Blakney parla di scienza e del vaccino in modo estremamente razionale e concreto. “Spesso, immaginiamo i Pro Vax e i No Vax in maniera binaria: sei per l’uno o l’altra cosa. Ma in realtà, la maggior parte delle persone sta nel mezzo. Non si tratta di noi e loro, è un dialogo aperto”.
Dr Anna Blakney, photographed by Jamie Hawkesworth.
Data la sua nuova veste di stella dei social media e la sua posizione di americana in Europa, le abbiamo chiesto se si sente come la Emily in Paris del mondo dei vaccini. La sua risposta immediata è stata: “In realtà io parlo inglese.”
Ruby Raphael, dottorato di ricerca in medicina, Istituto di Scienze Mediche di Nizam Hyderabad, India
Ruby Raphael fa parte del team di sperimentazione del vaccino presso l’Istituto di Scienze Mediche dell’India meridionale, dove sta attualmente completando il suo dottorato in medicina. “All’inizio era come se la scienza non riuscisse a comprendere il virus”, dice a proposito delle complessità e delle problematiche legate al Covid-19. Tuttavia, cercare di capire come contrastare una nuova patologia ha acceso gli animi della comunità scientifica indiana. “Attualmente tutti stanno imparando, anche i dottori sessantenni e settantenni. Chiunque sta tentando di capire cosa sta succedendo”.
La dottoressa Raphael, come tutti noi, ha trovato quest’anno difficile, soprattutto perché si è ritrovata lontana dalla sua famiglia che vive a Dubai. “A causa del Covid, non vado nemmeno a casa dei miei vicini. Sono anziani e potrei essere portatrice asintomatica”. Raphael ha scoperto nuovi modi di rilassarsi e staccare dal lavoro, video di Tik Tok e dolci inclusi – ha preparato una torta speciale per ogni fase della sperimentazione. Sperava di sposarsi nel 2020, ma ha dovuto focalizzare tutto il suo tempo sul lavoro. “Il distanziamento sociale, le mascherine e il vaccino riusciranno a sconfiggere questo virus”, aggiunge.
Natália Pasternak, autore e microbiologa, Università di San Paolo, Brasile
Per Natália Pasternak, essere conosciuta in Brasile, suo paese d’origine, come portavoce scientifica è un ruolo difficile, ma più importante che mai in questo momento. La nazione è governata dal presidente Jair Bolsonaro, noto per essere talmente contro la scienza, da sembrare quasi in guerra con essa. “Fa interventi contro l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, promuove medicinali miracolosi, per questo parlo male del governo”, afferma Pasternak tramite Zoom. “Non è una faccenda politica, è una faccenda scientifica. Quando c’è da lavorare non esprimo pareri politici, resto neutrale”. È una persona stimolante il cui amore per la fantascienza si è sviluppato nella sua vita da scienziata. “Essere una scienziata è parte di me”, aggiunge.
Ma essere una donna nel mondo scientifico non è sempre facile. “Parlare di scienza quando sei una donna è molto più difficile. Ti vengono fatti commenti sgradevoli sul tuo aspetto, su come ti vesti. Questo non accadrebbe mai ai miei colleghi uomini.” Quando Pasternak è diventata parte del Team Halo, si è dovuta lanciare velocemente nel mondo sconosciuto di Tik Tok. “Non uso molto Facebook o Instagram, perciò Tik Tok era un universo ignoto per me. Ciononostante, uno dei miei video ha già raggiunto 100.000 visualizzazioni. Sai quanto tempo ci è voluto per raggiungere lo stesso numero con i miei interventi TED?”.