Christy Turlington: l'intervista di Vogue sulla collaborazione con Loro Piana
Christy Turlington ha collaborato Loro Piana per una nuova linea dedicata alla meditazione e al fitness, The Art of Wellbeing. Non si tratta del classico
La modella qui ci racconta come è nata la sua passione per lo yoga, cosa ha imparato dalla disciplina orientale e cosa pensa del leisurewear.
Come hai scoperto lo yoga?
“Ho iniziato a praticare yoga a 18 anni, quindi abbastanza presto. Sono cresciuta nella California settentrionale, e non era un ambiente hippy classico, ma fare yoga non era un’idea posi così strana. Nella mia famiglia non era una pratica fondamentale, ma io sono cresciuta facendo yoga. E poi c’è stato il mio primo fidanzato “serio”, lui faceva yoga regolarmente. Credo che avrei scoperto questa disciplina ugualmente, ma lui l’ho conosciuto quando avevo 18 anni, ero giovane e molto impressionabile, e aver scoperto lo yoga quando ho iniziato a lavorare come modella a tempo pieno, quando ho cominciato a viaggiare molto di più ed ad avere a che fare con i ritmi frenetici del settore, mi ha dato così tanti strumenti utili di cui avrei beneficiato anche molti anni dopo, quando ne avevo bisogno”.
Parlaci di questi strumenti
“Lavorare sul respiro, il pranayama, e alcuni mantra. Il primo tipo di yoga che ho sperimentato è stato il Kundalini; oggi non lo pratico più ma ricordo il primissimo mantra che ho imparato e che usavo quando viaggiavo o avevo il jet leg, perché le cose andavano così ai miei tempi, ci si svegliava, si scendeva dall’aereo e si andava dritti a lavorare. Quindi questi esercizi di respirazione che mi aiutavano a dormire e a riposare bene sono stati fondamentali in quegli anni”.
Sei una pioniera del wellness. Si è trattato di una decisione consapevole?
“Era una cosa che faceva parte della mia vita fin da subito, ma credo che il momento in cui ho cominciato a parlarne di più è stato quando ho perso mio padre a causa di un tumore ai polmoni. È stato allora che ho cominciato a essere più attiva parlando in difesa della salute di tutti, quando ho cominciato a fare molte campagne di pubblica utilità su come smettere di fumare e sulla prevenzione. Parlavo della mia storia personale perché ero stata una tabagista, ma avevo anche perso un mio caro che era stato dipendente dal tabacco per molti, molti più anni di me”.
“Ho scritto un libro sullo yoga pochi anni dopo la morte di mio padre. Si chiama Living Yoga: Creating a Life Practice, e credo che quel libro fosse una sorta di autobiografia, ma anche l’opportunità di approfondire l’argomento yoga. A quel tempo avevo ricominciato a studiare Filosofie orientali e religioni comparate alla NYU, e non viaggiavo così tanto come facevo prima. Ed è stato in quel momento che la mia pratica è diventata quotidiana. Il libro è stato un po’ come un progetto di tesi, per approfondire l’argomento ulteriormente, per aggiornarmi rispetto a quello che avevo studiato all’Università, perché ero andata in India dopo la laurea, e per poter applicare lo yoga alla vita di tutti i giorni. Come ci può aiutare lo yoga quando si soffre per la perdita di una persona cara, come ci può aiutare quando si viaggia, o si ha una vita stressante, e come ci può insegnare ad avere un nuovo punto di vista sul mondo e sul mio posto in esso. Il libro è uscito nel 2002, e a quel tempo parlavo di yoga continuamente”.
© Photographed by Steven Klein, Vogue, December 2002
È stato allora che è uscita la tua famosa cover suVogue, giusto?
“Avevo anche intrapreso un paio di attività dopo gli studi che erano in qualche modo legate allo yoga. Una linea, Nuala, in collaborazione con Puma, ispirata alla mia pratica. A quel tempo nessuno faceva indumenti per lo yoga, o se c’erano non erano molto belli. È stato allora che sono apparsa sulla famosa cover scattata da Steven Klein. Ricordo che ero molto sorpresa di quella scelta. Sapevamo che era una bella foto, eravamo entusiasti, ma è stata scattata alla fine dello shooting. Ricordo di essere stata molto felice di vedermi in quella posizione in copertina. Sono anche apparsa sulla cover di Time Magazine. Tutt’a un tratto lo yoga stava prendendo sempre più piede. Con questo ovviamente non voglio dire che sia stato merito mio, ma alla fine degli anni 90 stava diventando sempre più popolare”.
Come è nata la collaborazione con Loro Piana e con la collezione Art of Wellbeing?
“La collaborazione è nata perché sono tanti anni che vado in giro per il mondo a parlare di yoga e di meditazione e di come farli diventare una pratica regolare. Sono sempre stata una fan del brand, e ho avuto la fortuna di poter indossare i capi di Loro Piana negli anni. Non faccio più molti shooting, ma mi sentivo molto vicina a questo progetto perché so che si tratta di un brand di altissima qualità e mi piacevano i capi che conoscevo già e che ho indossato. E poi mi piaceva moltissimo il fatto che si volessero occupare di wellness, perché è un settore che è cambiato moltissimo da quando ho cominciato io, ed è diventato un mercato enorme. Ma non avevo mai visto un brand così classico occuparsene. Mi hanno mandato alcune foto dei prodotti, e ho subito pensato: ‘Sono bellissimi!’”
Quali sono i tuoi item preferiti?
“Mi hanno colpito molto i pesetti, e la borraccia rivestiti in cashmere. Sono straordinariamente belli. Ero lì che dicevo, ‘Wow! Un altro livello di raffinatezza e lusso”.
Cosa pensi del nuovo trend del comfort dressing?
“Una cosa molto interessante, dopo quest’anno in cui siamo stati tutti fermi a casa, sempre in pigiama, o in tuta. Ho pensato sia stata una mossa intelligente poter dire, se per tutto questo tempo dovrete mettere indumenti confortevoli, perché non starci davvero bene in questi vestiti? E visto che tutti andiamo verso l’ignoto, non sappiamo dove passeremo il Natale e nemmeno cosa faremo dopo, ho pensato, accidenti, lo devo a me stessa, devo fare in modo di prendermi più cura di me in questa fase, anche per quello che riguarda quello che indosso. Sono piccole cose, ma hanno tanta importanza. Sono sempre stata una da “less-is-more”, nel senso, voglio avere poche cose, ma di qualità. Credo davvero che i loro capi di maglieria di alta qualità possano durare per sempre. Credo che queste cose le dobbiamo fare per noi stessi, per farci un regalo. Questo mi interessa, come donna e come consumatore”.
Parlando di benessere, puoi dirci qualcosa della relazione mente/corpo nello yoga?
“Abbiamo sentito parlare di salute mentale per anni, ma in particolare durante questa pandemia, un momento in cui le persone si sentono sole, stressate e incerte. Esiste sicuramente un collegamento fra il corpo e la mente, e l’aspetto fisico dello yoga è in realtà quello di prepararti alla meditazione. Lo yoga ha dei grandissimi benefici, ma il vero scopo non è avere un corpo super tonico con un effetto solo estetico, ma insegnarci a restare fermi per lunghi periodi, e meditare”.
E in che modo questa mindfulness ti ha aiutata?
“La serenità che lo yoga mi ha dato in quei primi anni si traduce in questo: quando le vicende esterne ci tormentano — le cose che non possiamo controllare — con la pratica possiamo riuscire a gestirle. Puoi controllare le tue emozioni di quei momenti o di quei periodi della vita. Non voglio dire che ogni momento della vita debba essere tranquillo e beato, intendo dire che ci deve essere un equilibrio. La parola yoga significa unione, significa ombra e luce: è l’equilibrio di tutte le cose. Credo che attraverso la pratica dello yoga, e il controllo del respiro, il pranayama, semplicemente diventa evidente che siamo connessi con la natura, che siamo parte dell’ecosistema di un pianeta. Respiriamo ossigeno, ci spostiamo e cambiamo continuamente, e credo che essere consapevoli di quella connessione è quello che ci porta un senso di calma e di pace. In altre parole, so che quando mi sento agitata o stressata posso uscire dallo spazio in cui mi trovo e cambiare completamente la mia prospettiva, semplicemente respirando”.
L'intervista, editata e riassunta, è stata originariamente pubblicata su Vogue.com.