Moda sostenibile: l'upcycling di Decontoured
La moda sostenibile può essere anche curativa, non solo per l'ambiente. L'upcycling di capi pre-loved ha un basso impatto ambientale dal momento che utilizza tessuti
Ne è un esempio il progetto Decontoured diKristina Spirk, designer di origini croate che, dopo esperienze all'estero, ha fondato il suo progetto di moda upcycling a Milano. Riceve i clienti su appuntamento presso il De Atelier di Milano, dove aiuta i clienti a disegnare un nuovo capitolo per un capo che possiedono ma che non vogliono più indossare così com'è. Spiega la designer: “È una sfida complessa: come creare oggetti che abbiano nuovi e intensi valori per i miei clienti e dunque per me stessa, senza produrre spazzatura e inquinare il mondo e, infine, riuscire ad essere anche profittevole”.
Nel suo lavoro di moda sostenibile, la designer Kristina Spirk guarda al mondo dell'arte e un riferimento di particolare rilevanza è Picasso: è infatti il modus operandi del genio spagnolo, creatore del cubismo, a fornire l’ispirazione profonda per il metodo di lavoro di Decontoured, nel suo procedere fra destrutturazioni, sfaldamenti e ricomposizioni.
© Mario Pavlovic
Il nome stesso del progetto, Decontoured è significativo: Contour indica il contorno di una forma, e nel nostro caso specifico l'identità estetica di un capo viene anticipato dal prefisso De- cui è affidato il compito di introdurre il momento della trasformazione.
Tante sono le storie di rinnovamento che racconta il progetto Decontoured. Un esempio è un cappotto, del quale la cliente che l'ha portato in atelier racconta: "Ho ereditato tanti bellissimi capi da mia nonna. L’ammiravo davvero molto quando ero bambina. Era sempre così bella, elegante, calma e amorevole. La moglie di un diplomatico, fortunata ad aver visto il mondo prima di Google e quando solo pochi privilegiati potevano viaggiare e fare esperienza in paesi dell'Asia, del Medio Oriente, dell’Africa… Molti di noi hanno vissuto e immaginato quei luoghi attraverso storie, fotografie e regali ricevuti da persone come lei. È scomparsa 40 anni fa, quando avevo 7 anni, e mi manca ogni giorno. Ho un ricordo così vivido dell’ultima volta che l’ho vista. In una fredda giornata d’inverno, partivo in treno verso i monti per quattro settimane di allenamento con la scuola di sci. Lei stava in piedi accanto a mia madre. Mi salutava in questo cappotto bianco con un collo di pelliccia nero, sorridendo come sempre. Qualche giorno dopo è mancata mentre stava dormendo.
© Mario Pavlovic
Mia madre dice che sono molto simile a lei e che il mio incredibile amore per il colore grigio e la passione per il Giappone sono in effetti una sua eredità. Ho conosciuto Kristina ad una pazza festa a Milano, ci ha fatto incontrare un amico in comune. Abbiamo iniziato a chiacchierare, mi ha raccontato tutto di Decountured e mi è piaciuto. Due giorni dopo, ero nel suo Atelier con il cappotto di mia nonna. Il resto della storia ve lo può raccontare lei. Posso solo aggiungere che amo ciò che ha realizzato con il mio cappotto e non vedo l’ora di indossarlo”.
© marco vignati
Aggiunge la designer la sua versione della storia: “Laura, la mia cliente del cappotto bianco, è una donna straordinaria. Mi piace molto. Vitale, sempre attiva e sorridente, che progetta nuove avventure. Ha questo stile contemporaneo e minimale, interrotto da qualche dettaglio interessante che sono diventati per me ispirazione di una linea guida per creare. Ho deciso di produrre un pezzo double face con maniche rimovibili, che possa adeguarsi al suo movimentato lifestyle e ad un bisogno di cambiarsi d’abito più volte durante una giornata di lavoro, per i diversi appuntamenti. Il cappotto era in buone condizioni, ma le tasche e le balze sotto il colletto erano piuttosto rovinate e fuori moda. Inspirata dall’arte Wabi-Sabi e abbracciando e enfatizzando le bellezza dell’imperfezione - una bellezza che emerge con il passaggio del tempo - ho deciso di applicare manualmente delle perle per valorizzare queste “cicatrici”. La parte in grigio del capo è stata ispirata da un tradizionale abito da uomo giapponese ed è stata creata con un tessuto che Laura ha acquistato durante il suo ultimo viaggio aTokyo”.
Di storie come questa ne potrebbero raccontare molte, i muri dell'atelier di Kristina Spirk, dove un approccio di moda sostenibile incontra un approccio umano alla moda pari a quello con cui lavora lo psicoterapeuta.