Vogue Italia di gennaio 2021: l'editoriale del direttore
I draghi e noi
Come un anno fa, e sempre in occasione della pubblicazione della carta dei valori condivisa dai direttori di Vogue di tutto
Questa volta abbiamo voluto che fossero gli animali a prendere in prestito il nostro spazio fisico e digitale – per costringerci a riportare l’attenzione, dopo i mesi passati in casa, sulla dimensione naturale, sull’emergenza ambientale che il dramma della pandemia non ha certo reso meno urgente, e su quello che ci ha insegnato l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle: molto banalmente, che il mondo non gira attorno agli uomini.
A cominciare dal ricco set di copertine, non abbiamo quindi voluto dare un’immagine consolatoria e domestica della vita naturale, ma il più possibile plurale e se occorre disturbante, o perfino minacciosa. Questo numero di agnelli e lupi, pantere e topi, mette appunto alla prova, come nella favoletta morale (che trovate a pagina 26 del nuovo numero, in edicola dal 7 gennaio), e via via nei racconti e nelle storie che si succedono pagina dopo pagina, l’illusione di un mondo antropocentrico. Gli animali non esistono in funzione nostra, né di come noi vorremmo che fossero. È fin troppo semplice sottolineare quanto ce lo ricordino le vicende del coronavirus, per come è nato e per come ha impattato sulle nostre vite, liberando degli spazi che il mondo selvatico ha almeno provvisoriamente provveduto a riprendersi. Ed è fin troppo ovvio che anche la moda, come ogni altra attività economica, debba chiedersi quali sono i limiti all’utilizzo delle risorse naturali, e quali scenari apra il progresso tecnologico.
D’altronde, dalle incisioni rupestri agli antichi bestiari, dallo sviluppo delle arti e delle scienze fino alle leggende di ogni latitudine e alle camere delle meraviglie, e giù giù fino al tripudio di cuccioli e alle immaginifiche creature digitali sui social media, in questo snodo della nostra epoca vale la pena ricordare che i tentativi di comprenderci e definirci lungo tutta la storia dell’umanità sono strettamente connessi a come vediamo e rappresentiamo gli animali. E che le nostre scelte per il futuro del pianeta vedono in loro il primo, unico giudice che sarà chiamato a emettere il verdetto.
Dice un antico proverbio orientale: la vera misura della grandezza di una montagna non è la sua altezza, ma se è sufficientemente incantevole da attrarre i draghi.
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