Sull’arca di Noè
Animali dai tratti umani. E concepiti altrimenti come collage di specie diverse. O ibridazioni con piante, fiori e ortaggi. Animali evocati nel design di oggetti
Animali iconici, in cornice o in posa su un piedistallo, ritratti dagli artisti con tecniche e stili differenti. E animali in movimento, protagonisti di avvincenti e memorabili film d’azione o libri d’avventura, serie televisive e giochi elettronici.
Animali del Novecento, umanizzati nei comportamenti, nei modi di esprimersi e di sentire, star dei comic strip o dei cartoon disneyani. E animali del XXI secolo, che non mancano mai di un guardaroba à la page e a perfetta misura di personaggio. Sono spesso dotati di super poteri. Possono apparire dei teneri e amichevoli cuccioli di specie e tinte immaginarie, preistoriche o extraterrestri come l’unicorno Unico del maestro Osamu Tezuka, a cui è stato da pochi mesi dedicato un libro antologico. O diventare degli studenti di college come il coniglio Haru, mite vegetariano, o come il carnivoro lupo Legoshi, presunto colpevole, ma in realtà inoffensivo e sempre innocente, nei casi thriller di Beastars, serie di manga e cartoon di grande successo in Giappone dal 2016 a oggi.
La fantasia, insomma, non è mai mancata: dal Medioevo ai manga, e dall’Est all’Ovest del pianeta, gli animali domestici e selvatici, reali e inverosimili ricorrono e imperversano in epoche e culture. Catartici e mitici interlocutori di persone e popoli, irrazionali, minacciosi e temibili, o d’altra parte affettuosi, saggi e fidati, docili e divertenti, emblematizzano la natura umana, i nostri istinti e le nostre più ancestrali contraddizioni. Inesauribilmente intriganti, inquietanti e toccanti ci accompagnano nel tempo.
Sopravvivendo, rigenerandosi e tramutandosi nella miriade di versioni che di loro hanno coniato e ci hanno tramandato artisti, artigiani, illustratori e designer, contribuendo così alla fortuna di un genere, un bestiario eterogeneo e internazionale, connotato da un’infinita varietà di credo e culture, tecniche e stili.
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In apertura: “Pesce” di Flaminia Veronesi fa parte della serie “Eden” in cui l’artista ci restituisce una reinterpretazione fantastica della Genesi. «Un paradiso di fantasia e libertà da tutta la gerarchia e discriminazione che la scorretta interpretazione del testo ha portato nella nostra cultura», spiega Veronesi.