Sfilata Dior Couture: tarocchi e acconciature da fiaba
In questo periodo di forte incertezza, Maria Grazia Chiuri si è rivolta ai tarocchi per la sfilata Dior Couture primavera estate 2021 Dior; non solo
Ovviamente, l’intenzione di Chiuri non era quella di utilizzare un mazzo qualsiasi. La scelta è, di fatti, ricaduta sul mazzo più antico esistente al mondo, le carte dei Visconti-Sforza risalenti al quindicesimo secolo, concepite da Bonifacio Bembo per il duca di Milano. Questo è stato il punto di partenza della sfilata Dior couture di ispirazione italiana-medievale.
La storia di questa stagione ha preso vita in un suggestivo corto, Le Château du Tarot, diretto da Matteo Garrone e girato in un castello della Toscana. Di pari passo con la cornice rinascimentale italiana, e una schiera di abiti e mantelli incantevoli, la varietà di fantastiche acconciature, realizzate dall’hairstylist italiano Francesco Pegoretti, sono state parte integrante del tema di questa stagione. “Partendo dalle immagini esoteriche dei tarocchi, volevamo creare dei look che esprimessero al meglio il linguaggio visivo che caratterizza queste carte,” spiega Pegoretti, al quale Chiuri ha dato carta bianca per aiutarla a definire gli arcani maggiori, le carte principali dei tarocchi.
Dopo aver studiato le illustrazioni del mazzo Visconti-Sforza, Pegoretti ha ideato un gran numero di diademi in metallo in collaborazione con l’Atelier Dior, ponendoli individualmente su acconciature raccolte di ispirazione rinascimentale, che includevano cascate di morbidi ricci e chignon intrecciati. Tra i personaggi più teatrali a prendere vita c’erano la Papessa, per la quale Pegoretti ha rielaborato la tiara pontificia con un raccolto imponente e tre corone di diversa misura; la Stella, con una corona che sfida tutte le leggi di gravità, composta da stelle d’argento campeggianti su un’acconciatura semi raccolta dove si stagliano due boccoli importanti che accarezzano le spalle; e la Luna Crescente, una pettinatura maestosa che si erge sul capo della modella in una parrucca a mezza luna (sorretta da una struttura in metallo saldata e coperta da diversi chili di capelli) per cui sono stati impiegati tre giorni di lavorazione.
“I look sono stati elaborati col tempo, grazie agli abiti che hanno comportato determinate acconciature e viceversa,” precisa Pegoretti sulla costruzione dell’iconografia centenaria e la simbologia dei tarocchi legati alla chiromanzia. “Nonostante ciò, tutto doveva mantenere un’unità, essere coerente.” Dalle affermazioni più teatrali e fuori dal mondo a un’interpretazione originale del medioevo romantico e dell’era rinascimentale, la vastità degli hair statement appartiene allo stesso universo parallelo – amplificano la straordinaria fuga dalla realtà della presentazione, offrendo al contempo ispirazione per essere più creativi con le carte che ci sono capitate.