10 attrici italiane diventate dive a Hollywood
Ricordiamo 10attriciitaliane che hanno conosciuto il successo a Hollywood. Artiste uniche, pioniere e perfino rivoluzionarie…
Dal teatro alla settima arte, dalla lirica al cinema muto
Quel che è certo è che quelle artiste e attrici italiane, mettevano in gioco non solo il loro talento e le loro capacità, ma soprattutto la loro anima, e quindi, la loro vita. Spesso dimenticate, molti di voi forse leggeranno per la prima volta i loro nomi. Proprio per questo meritano di essere ricordate, perché dentro di noi ci sono tutte le emozioni delle generazioni precedenti che le hanno conosciute e le hanno amate.
Emma Carelli (1877-1928)
La sua storia – dimenticata – è stata recentemente raccontata da La Prima Donna, il documentario di Tony Saccucci. Emma Carelli è stata una donna che, diventata una diva assoluta della lirica (nel Teatro d’Opera di inizio ‘900), si è ritrovata improvvisamente estromessa e annientata da una società che non poteva accettare che una donna fosse prima. Sì, perché la Carelli fu la prima donna manager dello spettacolo in Italia (dirigendo il Teatro Costanzi di Roma, l’odierno Teatro dell’Opera). Emancipata, indomita ed indipendente, negli anni ’20 iniziò a subire le gelosie e insidie dei colleghi uomini. Ci pensò il regime fascista (Mussolini in prima persona) ad intervenire. L’epilogo fu drammatico: alla Carelli venne tolta la direzione del suo teatro, e in una congiura del destino perse anche l’amore del suo compagno (Walter Mocchi). Ormai sola, morì in un incidente d’auto nel 1928 (l’anno che registrò il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia).
Emma Carelli
Valentina Cortese (1923-2019)
Valentina Cortese è stata indubbiamente una delle attrici di punta del cinema italiano, splendidamente raccontata da Francesco Patierno nel documentario Diva!. Nominata all’Oscar per Effetto notte del maestro Francois Truffaut, la Cortese – tra Europa e USA – ha lavorato al fianco dei più grandi (da Marcello Mastroianni a James Stewart e Humphrey Bogart) e per i più grandi (oltre a Truffaut, anche Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Franco Zeffirelli). E fu lei a scoprire Audrey Hepburn. Segnata da amori profondi (con Giorgio Strehler, con cui si creò anche un sodalizio artistico) e dolorosi (con il Direttore d’Orchestra Victor de Sabata che morì improvvisamente d’infarto), la forza della donna (prima ancora che dell’attrice) è stata quella di raggiungere le vette più alte andando oltre al dolore più grande: quello di essere stata abbandonata, appena nata, dalla sua ragazza-madre. La sua grandezza sta anche in un gesto: importunata dal produttore americano Darryl Zanuck, gli buttò del whisky in faccia. Una netta opposizione all’arroganza e maschile, un grande esempio di dignità.
Valentina Cortese
© Donaldson Collection
Sylva Koscina (1933-1994)
Scoperta da Eduardo De Filippo, nata a Zagabria nella ex Jugoslavia, Silvia Koscina in quasi 40 anni di carriera ha lavorato al fianco dei grandi mattatori della commedia italiana – da Totò ad Alberto Sordi, da Nino Manfredi a Ugo Tognazzi – e grandi stelle del cinema di Hollywood come Kirk Douglas e Paul Newman. Prosperosa e fotogenica, la Koscina ha iniziato come modella (per gli stilisti Roberto Capucci, Vincenzo Ferdinandi e Emilio Schuberth) prima di essere lanciata nel cinema da Pietro Germi. Sylva non è stata solo una bellezza mozzafiato, ma anche un’interprete capace di recitare in ruoli drammatici (lavorò anche con grandi maestri come Ettore Scola e Federico Fellini). La sua vita – tumultuosa: dovette affrontare guai coniugali (il suo matrimonio con il produttore Raimondo Castelli venne annullato) e finanziari (fu costretta vendere la sua villa) – si concluse prematuramente a 61 anni.
Sylva Koscina
© Mirrorpix
Elsa Martinelli (1935-2017)
È stato lo stilista Vincenzo Ferdinandi a scoprirla e, di fatto, a lanciarla nell’alta moda. Dopo l’esordio in passerella, un altro stilista, Roberto Capucci, la introduce nel mondo del jet-set: Elsa diventa presto un’indossatrice e una fotomodella riconosciuta a livello internazionale. Hollywood si accorge di lei che, a soli 22 anni, debutta su grande schermo – al fianco di un certo Kirk Douglas (fu lui a sceglierla personalmente dopo averla vista su una rivista) – nel western Il Cacciatore di Indiani (1956, di André De Toth) e, grazie alla sua interpretazione, vinse subito l'Orso d'Argento come Migliore Attrice alla Berlinale. In seguito lavorò in Italia con grandissimi registi (da Bolognini a Vittorio De Sica, da Elio Petri ad Alberto Lattuada), ma anche in Francia (con Roger Vadim) e nuovamente USA (con Orson Welles). Diventata negli anni un’icona di eleganza e di stile, nel 1995 scrisse tutta la sua vita nell’autobiografia Sono come sono. Dalla dolce vita e ritorno.
Elsa Martinelli
© Mondadori Portfolio
Wanda Osiris (1905-1994)
Fin da piccola Anna Menzio nutre una grande passione per il canto e la musica. L’amore per il teatro la porta a Milano dove, nel 1923, esordisce al cinema Eden nella compagnia di Carlo Rota (e in seguito lavorerà anche con Totò in Piccolo Caffè). Il suo esordio come soubrette avviene nel 1937 (in E se ti dice va, tranquillo vai…): è qui che inizia a creare il suo personaggio di Divina dello spettacolo italiano, Anna diventa Wanda. Tra gli anni ’30 e ’40 continua a perfeziona il suo personaggio - il trucco ocra, i capelli ossigenati, i turbanti, le paillettes le piume, le rose senza spine – diventando la Wandissima, ormai Dea assoluta della rivista italiana. Quando le chiedevano cosa c’era dietro al suo sorriso, rispondeva “Un po’ tutto. Gioie, dolori, illusioni, delusioni… un pochino tutto e continuo a sorridere. Forse credo che sia la cosa migliore”.
Wanda Osiris
© Mondadori Portfolio
Silvana Pampanini (1925-2016)
Lo star system a volte è davvero crudele. Un esempio sono i funerali – tristemente disertati da tutto il mondo del cinema - di Silvana Pampanini (scomparsa, 91enne, poco più di 5 anni fa), Diva “dimenticata e tradita” dalla sua Città, Roma, e dal suo stesso ambiente. Eppure Ninì Pampan è stata una delle più grandi attrici del nostro cinema, talmente bella (da giovanissima, 1946, fu eletta Miss Italia a furor di popolo) da far perdere la testa a tanti colleghi (da Orson Welles a divi hollywoodiani come Tyrone Power e William Holden) e talmente brava da essere scelta da cineasti del calibro di Monicelli, Germi, Comencini, De Santis, e Steno. Nonostante la notorietà internazionale e i suoi flirt con alcune stelle del cinema americano, la Pampanini non cedette alle lusinghe di Hollywood, preferendo – proprio come la Valli – a restare in Europa.
Silvana Pampanini
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Rossana Podestà (1934-2013)
La carriera di Carla Dora – in arte “Rossanna” Podestà cominciò prestissimo, a soli 16 anni, quando il regista Léonide Moguy la scelse per Domani è un altro giorno (1951). Il “domani” della Podestà fu poi brillante con circa sessanta pellicole all’attivo come attrice, sia in Italia (dove si sposò con l’attore e regista Marco Vicario, che la diresse diverse volte), sia all’estero (soprattutto in America Latina, grazie al regista messicano Emilio Fernández). Donna bellissima, con un fisico da pin-up, la Podestà girò diverse pellicole del filone del neorealismo rosa ma lasciò il segno soprattutto nei film storici-mitologici (venne ribattezzata la “regina del peplum”). In particolare – correva l’anno 1956 – il regista americano Robert Wise, nel kolossarl Elena di Troia, la scelse come protagonista preferendola a dive assolute come Elizabeth Taylor, Lana Turner e Ava Gardner.
Rossana Podestà
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Elettra Raggio (1887-1973)
Artista eclettica e figura singolare nel panorama culturale dell’epoca, Elettra Raggio - al secolo Ginevra Francesca Rusconi – è considerata ancora oggi una grande diva del cinema muto. Milanese di nascita, proveniente da una famiglia alto borghese, iniziò la sua carriera in teatro prima di approdare, nel 1915, al cinema. Elettra non si fermò però alla sola recitazione, cimentandosi (in modo pionieristico) tutte le fasi della produzione cinematografica. A tal punto che solo un anno dopo fondò una sua casa di produzione, la Raggio Film. Produttrice donna in un mondo di uomini, le sue opere cinematografiche manifestarono un approccio alla settima arte volto più alla ricerca intellettuale e artistica piuttosto che a una dimensione commerciale, prendendo numerosi elementi dal mondo teatrale da cui proveniva. Nella sua vita si dedicò anche all’attività editoriale.
Elettra Raggio
Yvonne Sanson (1925-2003)
Nata in Grecia (a Salonicco) ma naturalizzata italiana, anche Yvonne Sanson iniziò come indossatrice. Tipica bellezza mediterranea, approdò al cinema e fu Alberto Lattuada a darle il suo primo ruolo importante – la fatale Ginevra Canale – ne Il Delitto di Giovanni Episcopo (dal romanzo di Gabriele D'Annunzio). Dopo aver lavorato insieme a Vittorio Gassman e Totò, la sua carriera svoltò grazie ad un genere molto amato dal pubblico degli anni ’50, il melodramma (la critica denominò questo filone di pellicole come neorealismo d'appendice). In poco tempo, la Sanson – spesso al fianco di Amedeo Nazzari – diventa la regina del melò cinematografico italiano. Pur recitando in altri generi, spesso guidata da autori molto importanti (da Rossellini a Risi, da Bertolucci a De Santis), dagli anni '60 iniziò il suo declino. Dopo la prematura morte del marito, per Yvonne iniziarono le vicissitudini con il fisco italiano: nel 2003 se n’è andata in condizioni modeste, ormai lontana dai riflettori.
Yvonne Sanson
© Mondadori Portfolio
Alida Valli (1921-2006)
Nata baronessa (il suo vero nome è infatti Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg), Alida Valli è diventata uno dei simboli del cinema e del teatro del Novecento. Tanto algida nell’aspetto quanto appassionata nell’animo, la Valli è stata una donna che sofferto molto (perse nel 1941 il fidanzato Carlo Cugnasca, aviatore caduto in Libia) e ha fatto scelte coraggiose (spesso anche a danno della propria carriera: dopo essere stata diretta da Alfred Hitchcock ne Il caso Paradine, 1947, fu lei a dire no a Hollywood e tornò in Italia) sempre in nome dell’arte. La sua storia e il suo cuore, per decenni avvolti nel mistero (è risaputo che fosse una donna molto riservata), sono stati raccontati da Mimmo Verdesca nel documentario Alida.
Alida Valli
© Silver Screen Collection