Soulmates: la nuova serie tv sull'amore
Tutte le domande che ci siamo sempre fatti sull’amore – e un mucchio che mai ci sarebbero venute in mente – sono sdoganate nelle sei
La trama
In questo caso le coppie – o presunte tali – sono scelte in base ad un test che, dopo la scoperta di alcuni “ingredienti” dell’anima umana, stabilisce chi sial’anima gemelladi un individuo. Ogni puntata racconta una storia diversa, per età, estrazione sociale, etnia e provenienza geografica. Tutte hanno in comune il fortissimo desiderio di avere una conferma sull’amore che pensano di aver trovato o su quello che potrebbero vivere ma non hanno ancora incrociato. Un enorme database contiene tutti i dati dei clienti che si sono sottoposti alla velocissima e indolore procedura, per i motivi più diversi, dalla curiosità alla solitudine.
Soulmates
© Jorge Alvarino/AMC
Il cast
Lo stupefacente assortimento del cast offre alle storie un livello ancora più alto di sospensione dell’incredulità. In queste vicende ambientate “solo” fra una quindicina d’anni, David Costabile (Billions), ad esempio, interpreta un ambizioso docente universitario d’arte, David Maddox, sposato con la figlia dell’uomo più potente del campus e con un futuro in ascesa prima dell’incontro con Allison (Sonya Cassidy). Charlie Heaton (Stranger things) è un ragazzino di provincia, Kurt, che incontra Martha (Malin Akerman di Billions), una divorziata un po’ allo sbando, in un momento di grande fragilità per entrambi. Bill Skarsgard (IT) è invece Mateo, in viaggio verso il Sud America per incontrare l’uomo con cui dovrà dividere il resto della vita pur non avendolo mai visto di persona. Non sa che qualcun altro, Jonah (interpretato da Nathan Stewart-Jarrett di Misfits), ha in mente per lui altri piani. Franklin (Kingsley Ben-Adir, visto di recente su Netflix nel film frontrunner alla stagione dei premi, One night in Miami) è invece sposato, all’apparenza felicemente, con figlie ma quando la moglie Nikki (Sarah Snook di Succession) decide di fare il test tutto cambia. Non si tratta dell’unica unione nel vincolo del matrimonio prima della scoperta del match: anche Adam (Shamier Anderson) e Libby (Laia Costa) hanno trovato il loro equilibrio da coppia aperta, almeno fino a quando la “verità” non rimescola gli equilibri. A chiudere la saga degli amori uniti dalla scienza ci pensa la vicenda della remissiva e dolce Caitlin (Betsy Brandt), la cui soulmate è Nathan (JJ Feild), un affascinante cavaliere pronto a salvarla in un doppiopetto costoso.
Soulmates
© Jorge Alvarino/AMC
Riacciuffando il lieto fine
Le scene di vita quotidiana della serie mostrano innamorati che per strada si abbracciano, si baciano, si prendono per mano o si lanciano sguardi complici mentre si sussurrano frasi romantiche. A guardarli sembra davvero che la formula per la felicità sia a portata di mano, ad un clic di distanza, insomma una ricetta già preconfezionata e stabilita che crea un “match” con un perfetto sconosciuto, designato sulla carta come l’altra metà della mela. Fioccano i matrimoni-lampo, le convivenze last minute e le decisioni radicali di cambiare città o addirittura continente per qualcuno che non si è mai visto dal vivo.
La fiducia cieca nella tecnologia sostituisce buonsenso, ambiziosi e progetti, azzerando tutto per incominciare da capo, con un nuovo compagno accanto che, a sua volta, si porta dietro bagagli emotivi più o meno ingombranti. Si moltiplicano i divorzi, le separazioni e le famiglie allargate con perfetti sconosciuti sull’uscio, pronti a diventare così su due piedi, l’amore della vita di qualcuno.
Soulmates
© Jorge Alvarino/AMC
Vissero davvero felici e contenti?
Sembra semplice, facile, incontrovertibile, come un’equazione, ma quando si parla di umanità e sentimenti le variabili diventano imprevedibili. E se l’anima gemella morisse prima d’incontrare il suo match? E se fosse già impegnata e rifiutasse l’incontro? E se non si accontentasse di una persona speciale nella propria vita? E se, pur di confermare la compatibilità si forzasse a scelte impossibili?
Tutti questi “what if” si traducono in vistose crepe nel sistema che, dovendosi adattare agli umani, è tutt’altro che perfetto. Ecco come, allora, la serie s’interroga sul significato di famiglia, di predestinazione, di relazioni e di co-dipendenze. Mostra, insomma, quanti compromessi si è disposti a subire per ricevere un briciolo d’attenzione, a quante carenze si è pronti a sopperire pur di non ritrovarsi da soli a fine giornata e persino su quanti abusi si arriva a tacere per tenersi stretta una parvenza di stabilità.
E poi…
La serie, già confermata per la seconda stagione, parte da premesse rassicuranti per sfociare in scenari sempre più discutibili e meno netti. Il test che avrebbe dovuto aiutare l’umanità a ritrovarsi, a proteggersi e ad amarsi – non incondizionatamente, ma a patto di una compatibilità scientifica – la lascia più confusa, ambigua e disorientata che mai. Una condizione, questa, molto familiare al momento presente e che a volte porta con sé il disperato bisogno di regole, codici e limiti ben delineati, che semplifichino i rapporti interpersonali attraverso un manuale d’istruzione. Attenzione a cosa si desidera perché persino la cosiddetta “perfezione” creata in laboratorio o a tavolino può diventare un boomerang. Come questo gioiellino a puntate mostra in maniera lucida, creativa e spiazzante.
Soulmates
© Jorge Alvarino/AMC