Libri 2021: “A fuoco lento”, ovvero parlar d'amore in cucina
Libri2021. Romanzo per la primavera + ricettario: il ritorno dei protagonisti di “Signoramia”
Il piatto forte. Tutti ne abbiamo uno, al di là della nostra abilità
Dopo aver debuttato con “Signoramia”, storia gastronomico-amorosa di Francesca e Fabio, i due scrittori ci servono ora il sequel, “A fuoco lento” (Feltrinelli), altrettanto divertente . Ritroviamo i due protagonisti, la bibliotecaria milanese e l’ingegnere-designer di ferrovie romano appassionati di cucina fino alla nevrosi, alle prese con un flirt digitale momentaneamente rimosso e grandi novità professionali, oltre a un codazzo di amici, amiche, mariti, madri, figli e nuove babysitter.
Nella prima stagione i due si conoscevano su un portale per foodies riservato alle signore, in cui lui si era intrufolato sotto la falsa identità di “Maria”, per poi incontrarsi “live” in seguito alla rivelazione (non indolore) che “Maria” era in realtà Fabio. Ora, nella stagione 2, ormai liberi dalle finzioni ammesse solo nell’ambito della messaggistica digitale - botte di adrenalina, sì, ma con le gambe corte - si trovano faccia a faccia. Gulp. Dopo la virtuale e falsamente innocente corrispondenza di amorosi sensi, mai concretizzata in coniugali sensi di colpa, Francesca e Fabio devono conoscersi per davvero, complice un prestigioso incarico da ricercatrice di lei in una fondazione romana. Inevitabilmente, una volta annullati i 572 chilometri di distanza, la versione light del flirt digitale si appesantisce e fa i conti con l’opacità dei corpi. Perché, lo sappiamo tutti, un conto è frequentarsi con il filtro un nickname, un altro sintonizzarsi con un essere umano in carne e ossa, con in più la complicanza della tensione erotica. E l’eterno dilemma: restiamo solo amici?
Per trovare la risposta (no spoiler, non ve la anticipiamo di certo) la bibliotecaria e l’ingegnere continuano a dialogare via email e whatsapp, scambiandosi le loro succulente ricette: piatti favolosi (con tanto di ingredienti e dettagliate istruzioni, perché come nel primo volume anche qui abbiamo il bonus track: un vero ricettario infilato nelle anse del romanzo) che sono però soprattutto messaggi in codice, elementi di una crittografia privata per parlare, nascostamente, d’amore. E l’amore è anche schermaglia, contrasto e disaccordo. Perfino rifiuto.
Francesca, che impronta la sua filosofia di ottima cuoca all’anti-manierismo da ristorante stellato, si stupisce della maniacalità con cui Fabio disserta di animelle e frittura (oltre che della pesantezza dei menù che stila per il suo nuovo bistrot): “Era come se, mostrando finalmente chi era (un ingegnere maschio e non una donna di nome Maria), Fabio avesse tolto il velo anche su un’intrinseca pesantezza di carattere, di pensiero, di visione della vita. Qualcosa che si rifletteva anche sul suo modo di cucinare e di pensare alla cucina.”
Elena Dallorso e Francesco Nicchiarelli, autori di “A fuoco lento”
Quando tutto sembra divergere e allontanarli, quando i dubbi e le complicazioni sentimentali-famigliari-morali sembrano insormontabili, Fabio e Francesca tornano alla terra franca dei fornelli. Lui le chiede di aiutarlo con i menù del bistrot (battezzato “Signoramia”, un’espressione che scherzosamente usavano nel loro dialogo via email) e lei - nel ruolo di guest chef - riesce a trasformare le serate grevi, per il pensiero e per lo stomaco, ideate da Fabio in cene gustose e leggere, di gran successo. Le “palle di riso” ispirate alla cucina giapponese di lei battono la coratella della tradizione di lui, e il menù del Signoramia raggiunge un equilibrio perfetto “tra forza e armonia, complessità e semplicità, ridondanza e rigore”, come sintetizza un ospite speciale.
Resta però ancora da risolvere l’altra questione, fuori dalla cucina. I messaggi “criptati” che utilizzano i codici dell’arte culinaria (talmente credibili e al tempo stesso misteriosi da attrarre l’attenzione di un colonnello che deciderà di intercettare email e whatsapp che Fabio e Francesca si scambiano per un’indagine su appalti sospetti dell’azienda in cui l’ingegnere lavora) non bastano e il registro gastronomico deve per forza far spazio alle parole d’amore.
Come, ve lo lasciamo scoprire da soli, non prima di riflettere, con gli autori di “A fuoco lento”, su questa semplice verità: “può succedere che il rapporto a distanza con una donna (o con un uomo, ndr) diventi talmente intenso da trasformarsi in una delle massime espressioni dell’amore. Se si instaura una corrispondenza così, si diventa unici l’uno per l’altra”.
Informazioni
“A fuoco lento”, Elena Dallorso, Francesco Nicchiarelli, Feltrinelli, pp. 272, 16 euro