Gucci presenta la collezione ‘Aria’ con Balenciaga
Gucci festeggia i primi 100 anni di storia con la collezione Aria
Impossibile non voltarsi di fronte a chi, passandoci a fianco per strada, lascia una
“Sono passati cento anni. Cento rivoluzioni della Terra che mettono in discussione il flusso del tempo. Cento giri intorno al Sole per tornare a quella primavera, dove tutto stava per germogliare e rifrangere. Un momento importante da celebrare” - afferma Alessandro Michele.
© Kevin Tachman
Frontespizio di questi giochi di concetto presentati in uno short movie co-diretto da Floria Sigismondi e Alessandro Michele è l'hotel Savoy di Londra, lo stesso in cui Guccio Gucci lavora come ascensorista a inizio Novecento. Il suo cognome rientra oggi dalla porta d'ingresso, ospite d'onore, e all'interno vi è la sua passerella dove non esistono persone né dietro né davanti agli obiettivi delle fotocamere, ma sono i nomi le vera star. Gucci Gang, Gucci Coochie, Green Gucci Suit. Il soundtrack è un'iconoclastia rap che accompagna ogni look con la ritmica martellante di una parola ripetuta all'infinito. Tra piume e morsetti, glitter e bambù, a cosa abbiamo assistito?
© Gregoire Avenel
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I riferimenti d'archivio non mancano: ogni modello è un cavallerizza con morsetti che diventano pezzi d'alta gioielleria (per la prima presentati in sfilata) e frustini che uniscono il bondage alla sportività delle origini. Il verde e rosso della stampa Web fanno capolino tra un po' di logomania e bijoux autoreferenziali con maxi lettere placcate in argento. C'è anche la stampa Flora, la stessa creata da Vittorio Accornero negli anni 70 e che adesso porta la sigla in caratteri bold frutto dell'hackeraggio di Balenciaga.
© Kevin Tachman
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Il mocassino è inevitabile, lo stivale intoccabile, ma non per un vanto fine a se stesso, quanto per rimarcare come le idee geniali siano quelle che continuano, dopo anni, a essere moderne. Quello che il direttore creativo mette in moto non è un meccanismo di evocazione, ma di evoluzione: il passato è la base per una spinta progressista che non si è mai fermata e che dalla prima attrezzatura da equitazione si è mutata in una delle realtà luxury più innovative del settore. Non manca nulla, neanche la profumeria, con il gesto scenico di uno spruzzo dall'ampolla di Mémoire d'une Odeur e quello teatrale di un ritocco al rossetto.
© Gregoire Avenel
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“Non vorrei rendere sentimentale una biografia. La lunga storia di Gucci non può essere contenuta in un singolo atto inaugurale. Come ogni altra esistenza, il suo destino è segnato da una lunga serie di “nascite infinite” (M. Zambrano) e da continue rigenerazioni. In questo movimento persistente, la vita sfida il mistero della morte. In questa fame di nascita, abbiamo imparato a vivere il tempo” - prosegue il direttore creativo.
© Gregoire Avenel
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Nel concreto, i singoli look sono la summa di un processo creativo che ha portato a gonne di pizzo floreale con bustier di cristalli, a coat oversize in raso smeraldo con giberna di pelle nera che gli conferisce un aplomb militaresco, passando per i maxi design trapezoidali delle giacche, prestito gentilmente concesso da Demna Gvasalia.
“Ho saccheggiato il rigore anticonformista di Demna Gvasalia e la tensione sessuale di Tom Ford; mi sono soffermato sulle implicazioni antropologiche di ciò che brilla, lavorando sulla lucentezza dei tessuti; ho celebrato il mondo equestre di Gucci trasfigurandolo in una cosmogonia fetish; ho sublimato la silhouette di Marilyn Monroe e il glamour della vecchia Hollywood; ho sabotato il fascino discreto della borghesia e i codici della sartoria maschile”.
© Kevin Tachman
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Il rock e la poesia, il punk e il neoclassico si fondono in questa collezione il cui simbolo per eccellenza è una clutch anatomica a forma di cuore, ricoperta di cristalli, che si porta in spalla, in mano o sottobraccio, come tutte le emozioni. Finito lo show, le uscite di sicurezza ci conducono in una dimensione onirica, dove il naturale incontra l'artificio con la ricostruzione in computer grafica di un giardino.
“Celebro quindi l'aria come principio sacro di compenetrazione, fusione e connessione: un principio di esistenza infuso con l'incanto chimico delle foglie. A queste creature, la mia lode. Al loro essere fragili e vulnerabili. Alla loro capacità di rinnovarsi e tornare a vivere dopo che l'inverno è passato” - la conclusione di Alessandro Michele.
Tra cavalli e pavoni e pappagalli bianchi, la borsa-cuore è lanciata in aria, un passaggio di consegne che libera nell'etere il bagaglio d'immaginario e d'immagini della maison, a confermare che poco importa chi lo indosserà, quello che importa, è che sia Gucci.
© Kevin Tachman