Danza e moda: intervista a Gabe Stone Shayer

Un video che unisce danza e moda è lo strumento che Gabe Stone Shayer, ballerino solista dell’American Ballet Theatre di New York, ha scelto per contrastare i pregiudizi e gli stereotipi

che ha dovuto combattere per tutta la vita. Essere infatti un ballerino classico, nero e maschio, non è mai stato particolarmente facile ed è quindi stato spontaneo per Stone Shayer affrontare queste tematiche per dimostrare che forza e delicatezza, maschile e femminile, essere uomini ed esprimere le proprie emozioni, non sono concetti che contrastano tra loro, ma piuttosto sfaccettature che convivono e che si danno forza reciproca. Per il giovane artista nato a Philadelphia, gli importanti esordi sono sempre stati una costante e, per fare un esempio tra i numerosi possibili, è stato il primo ballerino afro-americano maschio a essersi diplomato alla Bolshoi Ballet Academy di Mosca. Adesso sta invece pensando, non solo di unire danza e moda, ma anche di avvicinare questo mondo alla sostenibilità, essendo il balletto una forma d’arte che deve assorbire quanto più possibile dal contesto sociale contemporaneo.

Il Palm Heights Resort delle Isole Cayman, nel Mar dei Caraibi, ha fatto da prestigiosa location per il video girato da Monica Walton, nel quale Gabe Stone Shayer balla indossando i capi del designer americano dall’approccio responsabile Corban Harper (designer inserito nella selezione del 2020 presentata sulla piattaforma The World of Vogue Talents).

Abbiamo intervistato il ballerino che ci ha parlato del video ma anche dei suoi obiettivi e del suo futuro. 

Parliamo del video che hai realizzato. Puoi dirci qualcosa di più a riguardo? Che idea c’è alla base?

Tra i tanti stereotipi con cui ho a che fare, uno dei più grandi è che i ballerini maschi siano femminili. Credo che questo scoraggi i giovani uomini a esprimere le proprie emozioni. Le aspettative legate alle definizioni di maschile e femminile possono limitare le persone, farle sentire intrappolate. Credo che siamo tutti fatti di tante sfaccettature, e non possiamo rientrare in una categoria sociale definibile. Ho scritto una frase che ha ispirato questo video, “Ci vuole forza per essere aggraziati”, esercitando moderazione quando necessario, comportandosi con decoro, rispettando le persone, la capacità di essere vulnerabili e di esprimersi, il tipo di forza che non può essere misurata in base ai pesi che riesci a sollevare. Quindi, grazie a tutto questo, posso essere sia un atleta che un artista, posso essere sia maschile che femminile, e questo mi rende più forte!

I capi sono del designer americano Corban Harper. Perché hai scelto proprio le sue creazioni, e come si relazionano con la tua performance?

Quando ho visto gli abiti di Corban Harper, ho capito subito che erano perfetti per me. I capi sono leggeri e ariosi, posso muovermi facilmente, ma fanno vedere anche la mia pelle e i miei muscoli, creando un equilibrio perfetto tra forza e bellezza. Inoltre, ogni creazione è originale, questo va ad aggiungersi alla narrazione sulla sostenibilità, in contrasto con la produzione di massa, qualcosa su cui mi piacerebbe informarmi di più.

Recentemente hai raggiunto un traguardo importante, sei stato nominato solista all’American Ballet Theatre. Cosa significa questo per te?

Diventare solista all’American Ballet Theatre è stato sicuramente un risultato enorme. Sono stato nominato nel bel mezzo delle proteste del movimento Black Lives Matter dopo anni di lavoro e in più quest’anno il direttore artistico ha annunciato che andrà in pensione, nessuna di queste due cose mi sembra una coincidenza!

Il tuo obiettivo come ballerino di danza classica maschio e nero è abbattere gli stereotipi. Come intendi farlo?

Il fatto che io danzi in una delle compagnie di balletto più importanti del mondo è già un inizio. Mi sono reso conto che da piccolo pensavo in modo molto ottimistico che sarei potuto diventare un grande artista senza dover essere etichettato per forza come artista “nero”. Ma oggi so che, visto che il mio viso e il mio corpo rappresentano il mio lavoro, non posso essere anonimo dal punto di vista razziale. Ho ancora bisogno di usare la mia voce e la mia presenza di uomo di colore per sostenere il cambiamento e l’inclusività. Forse un giorno le persone guarderanno al mio contributo artistico al mondo e non al colore della mia pelle. Per il momento, utilizzerò il mio talento per rappresentare il cambiamento che voglio vedere.

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare come ballerino maschio nero durante la tua carriera?

Per me è stato estremamente difficile uscire da una sorta di scatola su cui c’era scritto “altro”. Mi è stato detto in molte occasioni quello che posso e quello che non posso fare in base alla mia etnia. “Dovresti fare danza moderna”, “Non sembri per niente un principe”, “Non hai l’aria di un leader”; sono cose che io e molti altri ballerini neri ci sentiamo ripetere da sempre, io personalmente da quando ho nove anni. Quando ti senti dire cose del genere, quando sei un ballerino professionista, purtroppo non ti sorprendi più. La comunità del balletto non si è aperta alla comunità black e io spero di aiutare a sostenere quelle voci e quei talenti attraverso il mio lavoro! 

Come è cambiato il tuo lavoro durante quest’anno di pandemia?

La pandemia in realtà mi ha dato una maggiore libertà di esprimermi come voglio. Sono abituato a lottare per essere ascoltato, quindi il Covid era un ostacolo che ero pronto a superare. Ci sono moltissimi esempi di opere d’arte meravigliose e importanti che sono venute fuori dai momenti più difficili. Il lavoro fatto mentre risalivamo la china per uscire da questa pandemia è parte di tutti i nostri percorsi artistici e umani.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ne ho molti, in questo momento sto lavorando a un balletto classico basato su una storia africana per far vedere alle persone la bellezza della cultura non-europea senza eccedere nell’esotismo. Spero di trovare un modo sostenibile per creare i costumi per il balletto. Sono anche entrato in contatto con la cultura pop attraverso i musicisti e la moda. È importante mettere in evidenza i tempi in cui viviamo, e sarebbe sbagliato non coinvolgere nel balletto gli artisti contemporanei. L’integrità del balletto sta nella tecnica, non nei contenuti. Spero di riuscire un giorno a creare un balletto con la musica di Billie Eilish, se lei mi vorrà!

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