Moda Lisboa autunno inverno 2021 2022: best of Talents

Come la quasi totalità delle ultime fashion week in giro per il mondo, anche Moda Lisboa ha dovuto fare i conti con le restrizioni dovute al protrarsi della pandemia, varando un’edizione

interamente digitale con il concetto di ‘comunità’ a fare da collante ai diversi eventi della manifestazione, tra show, talk, workshop e interviste, ospitate per quattro giorni sulla piattaforma dedicata. Sebbene gli organizzatori avessero scelto, data l’eccezionalità della situazione, di non imporre una specifica stagionalità, le collezioni si sono appuntate nella maggior parte dei casi sull’autunno inverno 2021 2022. Sicuramente uno dei fil rouge che attraversa le collezioni, tra emergenti e nomi di rilievo è la sostenibilità

Ecco gli highlights da Moda Lisboa.

Sangue Novo

Ad aprire la prima giornata è stata la finale del concorso Sangue Novo, riservato ai migliori talenti del fashion biz locale (e non solo), che quest’anno vedeva in lizza cinque new talents: Andreia Reimão, Ari Paiva, Arndes, Fora de Jogo e Rafael Ferreira. Se Arndes, con le sue mise di segno minimalista, si aggiudica il premio ModaLisboa X Polimoda, il mix and match di Fora de Jogo ottiene quello in partnership con Tintex; i look scultorei, di forte impatto valgono invece a Rafael Fereira l’award assegnato da Moche al designer più votato via app. 

Béhen

Si intitola ‘I want you so bad’ la sfilata autunno inverno 2021 2022 disegnata da Joana Duarte per Béhen, fautrice di una moda etica e circolare, basata sul recupero di trapunte, lenzuola, tovaglie e stoffe antiche in generale. Un approccio upcycling che è al centro anche dello show trasmesso online, in cui la fanno da padrone copriletto, velluti, sete pregiate e altri tessuti second-hand scovati un po’ ovunque, utilizzati per plasmare un guardaroba che indulge in atmosfere oniriche e trasognate, accendendosi grazie a chinoiserie, stampe effetto tappezzeria e fantasie bucoliche rese in cromie vivide (oro, bordeaux, verde acqua, arancio ecc). Le silhouette sono rilassate, lontane da qualsiasi costrizione o formalità, negli outfit maschili si avvicendano capi stampati da cima a fondo, fluenti camicie dalle fantasie orientaleggianti su pantaloni flare, coat e completi percorsi da ramages floreali, blouson pittati come arazzi, in un turbinio di nuance e decori.

Carolina Machado

L’incertezza di questo momento storico (cui la sfilata sembra alludere già nel titolo ambiguo, ‘Unrequited’), contrassegnato da cambiamenti repentini ed emozioni contrastanti, tra tentennamenti e voglia di lasciarsi tutto alle spalle, si riverbera sulla proposta per la prossima stagione fredda di Carolina Machado, che tenta una sintesi degli opposti conciliando indoor e outdoor, la comodità del leisurewear, sperimentato giocoforza da tutti a causa dei lockdown, e la raffinatezza dell’abbigliamento formale. Le sue donne, pertanto, mescolano in libertà pezzi votati al comfort (bralette, pantaloni affilati in tessuto più che elasticizzato, slippers e mocassini dai dettagli metallici, preferiti spesso ai sandali con listini) e capi habillé quali cappotti cocoon, top a collo alto accoppiati a lucenti pencil skirt, abiti e bluse animalier, chemisier croccanti coordinati agli shorts e lavorazioni cut-out che mettono in risalto l’addome, il tutto in una palette all’insegna della versatilità, che si affida ai toni passepartout del bianco, nero, beige, grigio e nocciola.

Hibu

Il marchio Hibu continua dal 2013 la ricerca su una moda genderless, approdo naturale per la visione rutilante, polimorfa, a tutto colore della creative director Marta Gonçalves. Anche stavolta, quindi, la collezione del marchio si rivolge indistintamente a uomini e donne, con look energici che strizzano l’occhio agli anni Novanta, recuperandone il grunge e le vestibilità over, in un assemblage di T-shirt delavé, casacche bucherellate sovrapposte a completi madras, jeans sfilacciati, camicie slim fintamente pieghettate che stridono con l’ampiezza dei pantaloni baggy abbinati, bluse multitasche e cargo pants in velluto a coste dall’aspetto used.

Duarte 

La sostenibilità è insita da sempre nella pratica di Ana Duarte, che con il brand Duarte mira a rinnovare in senso green lo streetwear; l’ultima sua prova, ‘Reef’, prende le mosse dalla Grande Barriera Corallina, meraviglia della natura soggetta a un fenomeno di graduale sbiancamento, un’emergenza su cui la designer intende richiamare l’attenzione. In passerella sfilano così ensemble immediati e grafici dal gusto sporty, ispirati in varia misura proprio alla sterminata distesa di coralli al largo dell’Australia, tra parka, tute e varsity jacket a blocchi di colore saturo e fantasie acquose che movimentano le superfici, colorandole delle intense gradazioni cromatiche dei coralli (rosso ovviamente, ma anche blu, verde e lilla). Coerentemente alla filosofia del brand, la scelta dei materiali ricade perlopiù su fibre sostenibili quali plastica e cotone riciclati, che si aggiungono ai filati tecnici, neoprene in primis.

Constança Entrudo

Con la sfilata autunno inverno 2021 2022 (‘The world we live in: Part II’) Constança Entrudo enfatizza al massimo quella propensione alla manipolazione dei tessuti upcycled che l’ha resa una delle personalità più promettenti e seguite della moda portoghese. La stilista prende spunto dalle foto naturalistiche pubblicate su Life negli anni Cinquanta, così come dalla tradizione del ricamo dell’isola di Madeira e dal movimento tropicalista (che propugnava una sorta di cannibalismo culturale e musicale), concretizzando tutto ciò in uno show misto che vive di contrasti e procede a suon di outfit dai tratti irregolari, che appaiono (volutamente) disomogenei, non rifiniti; sul davanti dei capi ondeggiano fili e scampoli di stoffa, i frequenti patchwork scoprono qua e là la pelle e abbondano trasparenze, intagli e stampe ridondanti. Una collezione che prova, in definitiva, come il riciclo non sia sinonimo per forza di uno stile austero e understated.

Valentim Quaresma

Per Valentim Quaresma il riuso creativo fa rima con progresso, creatività, con quella metamorfosi che dà il nome al défilé co-ed e viene innescata, per l’appunto, da una commistione di scarti tessili, resine, vetri, alluminio e altri materiali di recupero, uniti per formare mise complesse, stratificate e dai profili allungati. Il designer le associa a bozzoli protettivi ed esoscheletri, si tratta ad ogni modo di creazioni intricate che dimostrano le innumerevoli possibilità d’uso dell’upcycling.

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