Film 2021: "Senza rimorso". Stefano Sollima e Tom Clancy per un mix esplosivo
Il vento muove le palme e l’oceano incornicia il terrazzo della villa californiana
Dal libro allo schermo
Non solo Jack Ryan, allora: il giallo Senza rimorso (BUR) fa parte dell’universo di questo agente governativo, ma al tempo stesso racconta qualcosa di diverso, pur restando nell’orbita militare. Il protagonista stavolta è il capo scelto John Kelly, che dopo un’operazione segreta in Siria, cerca vendetta per gli assassini della moglie incinta. Molte forze cospirano contro di lui, ma ha una valida alleata nel tenente comandante Karen Greer (Jodie Turner-Smith). Questo complotto internazionale richiede misure estreme e, come recita il titolo, esclude ogni rimorso.
Jamie Bell, il regista Stefano Sollima e Michael B. Jordan sul set di Senza rimorso
© Nadja Klier © 2020 Paramount Pictures
La parola a Jodie Turner-Smith
In un’intervista esclusiva con Vogue Italia, l’attrice racconta questo progetto, ma anche la maternità, i pregiudizi e… un debole per il glamour.
Il registaStefano Sollimaè italiano. A lei cosa piace del Belpaese?
Innanzitutto io amo l’Italia, STU-PEN-DA! Adoro Roma, mi piace l’Umbria, purtroppo per il film non ho imparato alcuna parola in italiano, conosco solo qualcosina di base, ma ho tantissimo rispetto per il vostro Paese e tutte le meraviglie che porta con sé. E poi uno dei miei marchi preferiti è italiano, Gucci, quindi sì, mi sembrava quasi un segno del destino che questi mondi collidessero e mi ritrovassi a lavorare con uno dei registi italiani più bravi.
Jodie Turner-Smith e Michael B. Jordan
© Nadja Klier © 2020 Paramount Pictures
Il suo tenente comandante Karen Greer è quella che si definisce una tipa tosta, tanto che sulla sua felpa rosa si legge la parola “alpha”. Si considera senza paura come lei?
Beh, di sicuro non sono così coraggiosa da aver scelto di arruolarmi nelle forze speciali e mettermi in quel tipo di pericolo quotidianamente. Non si può affatto sottostimare quanto sia incredibile che le donne ricoprano questa posizione, quindi sì, c’è assolutamente in me tanto coraggio, in quanto donna e ora anche come madre, un ruolo a cui cerco di aggrapparmi e che mi ha portato dritta a questo progetto.
C’è qualcosa che la spaventa?
Più sei impegnata nella vita e nel tipo di relazioni che sono davvero importanti (come farti una famiglia e avere un figlio) e più devi cercare di dimenticare la paura, visto che hai tanto da perdere. Ecco perché non voglio vivere sotto scacco di un qualsiasi tipo di timore. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa, persino quelle che vanno male o in cui io “perdo” o succede qualcosa che non mi sarei aspettata prima, quindi da questo punto di vista: niente paura!
Michael B. Jordan con il regista Stefano Sollima
© Nadja Klier © 2020 Paramount Pictures
A John, il protagonista del film, uccidono la moglie incinta. Lei sicuramente, come madre, può capire quale dolore lancinante questa perdita porti con sé. Come si è tolta di dosso questo peso emotivo, lontana dal set?
Mentre giravo ero incinta e quindi mi trovavo in una situazione davvero vulnerabile. Mi sentivo fragile da un punto di vista fisico e ho dovuto lasciare qualsiasi sentimento che mi portavo dietro dal set sulla porta (di casa) prima di entrare, per concentrarmi solo sulla vita dentro di me che stava crescendo.
Michael B. Jordan
© Nadja Klier © 2020 Paramount Pictures
John Kelly è un action hero, un patriota e anche unafroamericano, quant’è importante per lei far parte di un film che punta su diversity e inclusività? E quando è diventata protagonista della serie Anne Boleyn, una figura storicamente bianca, la scelta del casting ha destato subito polemiche, come nel caso della ReginaCharlotte di Bridgerton
Credo sia molto importante spaziare con l’immaginazione e guardare a qualcosa di diverso rispetto a quello che abbiamo visto finora. Solo così ci rendiamo conto di quanto più universale una storia diventi quando permettiamo a qualsiasi tipo di personaggio di “abitarla”.