“Corpo di ballo”: la nuova docuserie sui ballerini della Scala

"Corpo di ballo", quandodanza& serie tv si incontrano

Le telecamere di una docuserie sono entrate per la prima volta al Teatro alla Scala a raccontare la

quotidianità della compagnia di balletto. Con la Prima ballerinaNicoletta Manni, tra i protagonisti della serie, parliamo di “Corpo di ballo”, in anteprima esclusiva su RaiPlay dal 30 aprile in 12 puntate.

«I mesi di ripresa sono stati sei, a partire dallo scorso settembre, quando noi ballerini tornavamo in finalmente in teatro dopo 7 mesi di lockdown. La serie si sarebbe dovuta concludere con la rappresentazione dal vivo e con il pubblico del ballettoGiselle, i primi di ottobre, ma proprio in quei giorni La Scala è stata nuovamente chiusa e anche le riprese si sono interrotte. Per poi ricominciare in dicembre e documentare le nuove prove di Giselle, che finalmente è stato rappresentato, lo scorso gennaio… ma in streaming. Per tutto questo lungo periodo gli operatori ci hanno seguiti da vicino, filmando ogni istante della nostra vita in teatro, talmente integrati che quando eravamo particolarmente concentrati in prove o lezioni neanche più ci accorgevamo di essere ripresi! Per questo motivo il risultato è molto spontaneo e vero: è il racconto di quanto accade normalmente in sala ballo nelle nostre giornate».

Nicoletta Manni, Carla Fracci, Timofej Andrijashenko

© SARA BUSI0L

Colta nell’ultimo anno segnato dalla pandemia, la compagnia è rappresentata nelle sue giornate di lavoro, ancora più duro del solito, a fare lezione e provare con le mascherine e altre limitazioni anti-contagio. Ma con il sostegno dei direttori che si sono avvicendati, il precedente Frédéric Olivieri e il nuovo Manuel Legris, e dei maîtres de ballet che devono essere per i ballerini anche un po’ psicologi, come raccontano Massimo Murru e Laura Contardi. Le telecamere si spingono dietro le quinte dell’ultimo spettacolo, tra prove costumi e sedute al trucco nei camerini, fino all’ultimo riscaldamento, con tanto di tipica incitazione teatrale “merde!” e rito scaramantico del bacio a una scarpetta prima di entrare in scena, senza perdere la videochiamata al coreografo dopo il debutto della nuova coreografia o lo sfinimento felice al termine della propria esibizione.

Seguiti da una voce narrante, a ritmo veloce e con lampi di musica pop, oltre a Nicoletta Manni emergono egualmente nella serie i Primi ballerini e i Solisti, ma anche i giovani emergenti del corpo di ballo. Nel respiro corale trova spazio anche il racconto discreto di storie personali, come la vita di coppia di Martina Arduino e Marco Agostino, seguiti nella loro casa piena di memorabilia mentre raccontano come si sono innamorati durante le prove, o di Claudio Coviello che dopo la prima confida di quella tipica ossessione dei ballerini per la perfezione, o di Maria Celeste Losa, che videochiama i suoi genitori rimasti in Argentina prima di prendere la metropolitana per raggiungere il teatro. O di nuove leve quali Mattia Semperboni, che rientrando a casa dopo lo spettacolo racconta il lato ribelle del suo carattere tanto simile al personaggio che interpreta, o ancora Agnese Di Clemente, ripresa dal massaggiatore dopo un lieve infortunio e al bar a confidarsi con la collega Alessandra Vassallo. Momenti che anche chi frequenta abitualmente il teatro non può conoscere, ma che uniscono come una famiglia i membri della compagnia di balletto.

Manuel Legris, Virna Toppi, Carla Fracci, Nicoletta Manni

© SARA BUSIOL

Nicoletta Manni 

© SARA BUSI0L

Anche Nicoletta Manni e il suo compagno di vita e di scena, il Primo ballerino Timofej Andrijashenko, sono colti in alcune situazioni private. «La serie ci riprende per esempio durante un giro in bicicletta, mentre ancora parliamo delle prove appena svolte» anticipa la ballerina. «Avremmo voluto mostrare altri momenti al di fuori del teatro, per esempio l’incontro con i nostri genitori e con i fans alla stage door dopo lo spettacolo. Ma non è stato possibile a causa del secondo lockdown».

Per la gioia degli amanti del balletto la docuserie mostra ampi brani di danza, ripresi durante l’ultimo Gala con pubblico lo scorso settembre. Nicoletta e Timofej appaiono impegnati nel pas de deux di un balletto che amano molto: Carmendi Roland Petit. «È legato a un ricordo molto bello: era il primo spettacolo dopo la riapertura del teatro: con la presenza del pubblico, seppur in numero limitato, ma così vicino che avevamo paura anche di respirare! Le riprese saranno d’effetto perché mentre danzavamo siamo stati filmati dalla troupe dai palchi di proscenio e alla fine degli applausi seguiti dietro le quinte. Ricordo quanto fossimo felici e divertiti mentre ci facevamo fotografie e selfies, perché la tinta nera sui capelli di Timofej col sudore era colata anche su di me, macchiandomi la pelle».

Massimo Murru, Nicoletta Manni, Timofej Andriachenko

© SARA BUSI0L

© SARA BUSIOL

La docuserie, che ha per sottotitolo “L’avventura diGisellealla Scala”, dedica le ultime puntate alla preparazione del titolo romantico, con un’insegnante d’eccezione, Carla Fracci, che in quel balletto si è consacrata. «È riuscita a farmi cambiare la visione artistica del ruolo di Giselle» spiega Nicoletta che di quell’edizione speciale ha interpretato il secondo atto (mentre nel primo lo stesso ruolo era affidato a Martina Arduino). «Io e il mio partner Timofej abbiamo voluto cogliere tutti gli insegnamenti della Fracci, cercando di unire le nostre fisicità contemporanee e la tecnica di oggi allo stile storico del balletto. Le siamo molto grati per questo regalo: momenti unici e preziosi che la serie è riuscita a conservare per noi e a mostrare anche agli spettatori. Come è stato lavorare con la Fracci? Beh, lei è fantastica! Era previsto rimanesse con noi solo i due giorni delle sue masterclasses invece, per sua volontà, ci ha seguiti durante tutte le prove di scena e si è dedicata a noi senza riserve. E quant’è instancabile e atleticamente in forma! È stata in ginocchio un quarto d’ora a mostrarmi il finale del balletto!».

Tutti episodi fissati nella serie, che ha il merito di spiegare con linguaggio comprensibile anche la tecnica dell’arte del balletto, con l’ambizione di ampliarne la platea. «Sì, credo che questa docuserie possa attirare un pubblico sempre più vasto per il balletto» auspica Nicoletta Manni «anche chi ancora non è abituato a seguire per intero uno spettacolo, ma potrà arrivarci grazie ad assaggi di prove e brevi brani di balletti, uniti a momenti di vita vera di noi ballerini. Senza quei clichés sul balletto che vediamo in certi serial e film, magari neppure interpretati da veri ballerini, per ricredersi su chi siamo davvero e su come affrontiamo la nostra carriera».

A vantaggio del pubblico globale ci saranno anche i post e le condivisioni che i ballerini scaligeri lanceranno sui propri social networks, che hanno reso tanti di loro molto popolari: la stessa Manni vanta su Instagram quasi 80mila followers.

«Certo resta il rimpianto nostro e dei produttori di non aver potuto concludere la serie con la rappresentazione dal vivo, col pubblico, di Giselle, alla cui diffusione in streaming è dedicata comunque l’ultima puntata, della durata di un’ora» conclude la Prima ballerina. «Ma grazie alla serie conserveremo i momenti speciali di questo anno così terribile. Sebbene girata in un momento buio la ricorderemo come unica, ripensando a come abbiamo reagito ricominciando da capo più di una volta: la nostra forza sarà un bel messaggio, credo, per i più giovani». 

Insomma, anche questa docuserie è un modo di sostenere il teatro e in particolare il Teatro alla Scala, che ha di recente ricevuto il sostegno di Giorgio Armani, che con la sua azienda è diventato Fondatore Sostenitore del Teatro alla Scala.

(Prodotto da Panamafilm con RaiPlay in collaborazione con Il Teatro alla Scala di Milano e Intesa Sanpaolo)

Sul palco

© Sara Busiol

Lo spettacolo

© SARA BUSIOL

Carla Fracci

© SARA BUSIOL

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