Madame, intervista alla cantante Gen Z e volto di Spotify

Intervista a Madame, dall'esordio conSciccherieal trionfo diVocesul palco di Sanremo, fino alla prima cover per Spotify Equal

Non tutti sanno che la primissima versione di Voce,

la canzone portata a Sanremo da Francesca Calearo - nome d'arte Madame - è stata improvvisata allo smartphone grazie a un’applicazione che simula gli effetti dell’autotune. Si tratta di un dettaglio, solo in apparenza secondario, che racconta molto del perché la cantante sia considerata - a ragione - l'artista simbolo dellaGenerazione Z. Scordatevi i rapper boomer della vecchia scuola che in assenza di uno studio super accessoriato o di un microfono Shure si rifiutano di registrare alcunché: Madame è quel tipo di interprete a cui basta il cellulare che ha in tasca e una app gratuita per sfornare una hit che sovrasta le classifiche per battere ogni record.

Madame

© Mattia Guolo

Prima della consacrazione sanremese, l'artista vicentina si è fatta notare, ancora sedicenne, con Sciccherie, il singolo che nel 2018 ha destato l'attenzione del grande pubblico. L'anno seguente, una volta dentro la scuderia di Paola Zukar, ha iniziato una trafila di featuring con il gotha del rap: da Rkomi a Ernia fino a Marracash, passando per il RMX di Andromeda in compagnia di Elodie. Poi, con il Festival della Canzone per antonomasia, è arrivata la vera vittoria: il suo album d'esordio Madame, al primo posto dei più venduti, ottiene il disco d’oro in meno di tre settimane. Un profilo, quello di Francesca, in grado di mettere tutti d'accordo: Voce, oltre a essere già platino e vantare il record di sempre per permanenza in cima alla classifica dei brani più ascoltati su Spotify, ha vinto al Festival anche il premio Sergio Bardotti per il miglior testo.

Madame, la cover dell'album

I numeri e i traguardi raggiunti, però, raccontano solo in parte il successo di Madame, dovuto soprattutto alla bellezza della sua musica e al suo linguaggio in equilibrio tra poesia e realtà; un autentico elemento di rottura, innovativo nella scena urban e dovuto all'originalità del suo stile. Madame non è la classica rapper, ma il voltoemblematico di unagenerazione fluida, in grado di sintetizzare in maniera personale temi ed influenze più disparate. Per il suo profilo unico, e per i numeri che sta macinando, Spotify Italia ha scommesso forte su di lei con Equal, la nuova campagna globale lanciata dalla piattaforma con l'obiettivo di promuovere la parità di genere e celebrare il contributo delle donne nel mondo dell'audio, si tratti di musica o di podcast. 

Annunciata in occasione dell'ultima Giornata Internazionale della Donna e lanciata in grande stile proprio oggi, Equal viene presentata in 50 nazioni, dal Giappone all'Argentina passando per la Malesia e il Regno Unito. Un progetto che punta a sostenere musiciste e creator al fine di promuovere un'equità di genere nella musica accendendo i riflettori sulle artiste a livello locale, regionale e internazionale attraverso una serie di partnership, iniziative e - ovviamente - playlist. A Madame, Spotify ha dedicato la prima cover di Equal Italia e noi, per l'occasione, questa intervista: in attesa di ascoltarla live durante i concerti di Roma e Milano, abbiamo parlato con lei della sua generazione, ma anche di musica, moda e, ovviamente, di Spotify Equal. In una conversazione che fa riflettere su quanto, nel nostro paese, siano ancora molto indietro il dibattito e la consapevolezza su gender equality e sottorappresentazione, “Il primo passo per risolvere un problema è riconoscere che il problema esiste”: una presa d'atto che, a prescindere dalla dichiarata fortuna di Madame, fatica a delinearsi.

Madame

© Mattia Guolo

Spotify ti ha scelto come primo volto italiano del progetto Equal, nato per promuovere la parità di genere e celebrare il contributo delle donne nel mondo dell’audio. Finora quanto, da artista donna, ti sei sentita discriminata nell'industria musicale?
Sono stata molto fortunata, o forse ho avuto l’approccio giusto, ponendomi sempre più come essere umano, piuttosto che concentrarmi sul mio genere.

Grazie a Equal Spotify garantirà alle artiste donne maggiore visibilità. In Italia quanto è lontana la parità di genere nel mondo della musica e che cos'altro bisognerebbe fare oggi per accorciare questo divario?
C’è molto lavoro da fare e non solo nella musica. Vedo però nelle nuove generazioni una forte spinta in questa direzione.

All'inizio della tua giovane carriera ti sei cimentata parecchio con il rap, senza dubbio con un certo successo. In Italia, però, le donne che ci provano - a prescindere dai risultati - sono ancora molto poche. Per te quanto è stato facile o difficile? Il rap è ancora un ambiente androcentrico?
Non ho avuto questa percezione e ho sempre avuto un ottimo rapporto con le colleghe, anche in ambito urban. C’è chi prima di me ha aperto la strada ed ora noi siamo sempre di più.

Madame

© Mattia Guolo

La playlist Equal di Spotify di cui sei il volto contiene molti altri nomi di donne interessanti. Se immagini un festival tutto al femminile quali sono le artiste italiane che vorresti con te in line-up?
Ce ne sono diverse, con alcune delle quali ho collaborato come Elodie e Gaia, ma sicuramente la Laura nazionale (Laura Pausini).

In pezzi come17,SciccherieoClitocanti anche di stereotipi, imposizioni sociali, pregiudizi di genere: oggi per te quali sono quelli più importanti da abbattere?
Sicuramente quelli mentali.

Sei la voce della tua generazione, lo hai ammesso anche tu. Quali sono le battaglie, i messaggi e i valori che senti di rappresentare per i tuoi coetanei e in che modo pensi che la musica possa occuparsene?
Un tema che mi sta molto a cuore è quello dell’istruzione. Ne ho parlato a modo mio anche sul palco del festival di Sanremo, è un tema del presente e non del futuro: scuola e mondo del lavoro devono trovare un dialogo più contemporaneo, perché al momento non è così.

Madame

© Mattia Guolo

Doppio disco di platino, 80 milioni di streaming e album più venduto in Italia. Oltre ai numeri su Spotify, che cosa rappresenta per te Voce?
La mia canzone preferita di sempre.

Voce parla della ricerca della propria identità, che sul palco di Sanremo hai scelto di raccontare anche attraverso una precisa sequenza di look Dior realizzati appositamente per te da Maria Grazia Chiuri. Come avete studiato la narrativa e l'estetica di questo percorso a tappe verso la consapevolezza? Qual è stato il look in cui più ti sei sentita a tuo agio e perché
Ringrazio infinitamente il grande lavoro creativo di Maria Grazia, che ha saputo interpretare e rendere unici gli outfit che ho indossato, dietro ai quali c’erano i miei spunti e i temi a me molto cari quali appunto l’identità. L’outfit della serata finale è stata la summa di tutto il grande lavoro di team messo in piedi.

Madame in Dior a Sanremo

© Dior

Madame in Dior a Sanremo

© Dior

Prima di Sanremo, però, avevi già lavorato con Dior. Come è nata questa collaborazione e che cosa senti di avere in comune con la visione di Maria Grazia Chiuri?
Come per tutte le mie collaborazioni di carattere artistico, alla base c’è stata una grande intesa creativa ed empatia umana. Abbiamo una visione comune di quanto ciò che si indossa debba essere profondamente coerente con ciò che si comunica.

Oggi che ruolo ha la moda nella tua vita? E quanto è cambiato rispetto a qualche anno fa?
Sono molto curiosa e mi piace informarmi, ma non ne sono dipendente.

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