Cambiamenti climatici e moda: un rapporto che porta con sé importanti sfide da affrontare nei prossimi anni, per raggiungere gli obiettivi posti dalla Agenda 2030 delle
Perché sono così importanti i cambiamenti climatici?
Come spiega The Sustainable Fashion Glossary di Condé Nast, siamo ormai in una fase in cui non si parla più esclusivamente di cambiamenti climatici ma anche di crisi climatica, di emergenza clima e di climate breakdown: il nuovo lessico dimostra quanto sia urgente e grave la situazione climatica, come emerge anche dal report di Carbonsink, società di consulenza specializzata nello sviluppo di strategie climatiche per le imprese per accompagnare le aziende in tutti gli step del percorso verso il net-zero e la carbon neutrality. La società ha redatto il prezioso report “Climate changed. Time to act. Italian fashion industry on the path towards a sustainable future” , prima pubblicazione prodotta da Carbonsink interamente dedicata all’industria italiana della moda e del lusso.
La moda, infatti, ha un peso importante come concausa della situazione attuale ed è per questo che, proprio dalla moda, è importante che possano prendere vita le azioni volte all'inversione di tendenza. Come le aziende della moda, così come i brand talents, possono combattere i cambiamenti climatici? Abbiamo chiesto agli esperti di Carbonsink di spiegarci tutti i passi verso una moda più consapevole in questo campo.
Quale è la situazione attuale riguardo al cambiamento climatico e ai brand della moda?
Andrea Maggiani, Founder & Managing Director di Carbonsink, spiega: “Dalla nostra analisi emerge un quadro in evoluzione. Da una parte, il settore della moda in Italia è consapevole delle grandi sfide che abbiamo davanti: oltre il 90% del campione analizzato considera i cambiamenti climatici rilevanti per il proprio business e misura le emissioni di gas a effetto serra a livello di azienda. Questi sono i primi passi indispensabili per iniziare a ridurre il proprio impatto sul clima. Dall’altra, rimangono aree d’azione cruciali in cui c’è ancora molta strada da fare. Per esempio, negli ambiti di risk management e obiettivi di riduzione sfidanti, che coinvolgano a più livelli le catene di fornitura, le percentuali sono ancora basse. Questo riflette in parte la situazione internazionale: c’è bisogno di fare di più e più in fretta, ma si vedono anche segnali molto incoraggianti. Per esempio il Fashion Pact per la moda sostenibile, che vede il clima tra i tre pilastri fondanti, nel 2020 ha raddoppiato gli aderenti e ora conta oltre 70 aziende. La Carta per la Moda sostenibile delle Nazioni Unite ha superato i cento firmatari, impegnati a contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi”.
© Carbonsink
Alessandra Soresina, Wildlife Biologist, REDD+ Expert, Carbonsink: “Importante ricordare che la fashion industry a livello globale ha un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici: produce circa il 10% delle emissioni globali di gas serra (più dei voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme) e di questo passo l’impatto potrebbe raddoppiare nel corso di questo decennio. In un mondo sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici, dove le emissioni continuano a crescere, come mostrano gli ultimi dati scientifici, ognuno deve fare la sua parte.”
Andrea Maggiani: “Siamo partiti analizzando circa 150 aziende e abbiamo selezionato quelle che pubblicano informazioni dettagliate sugli impegni e le azioni per il clima, per esempio nei report di sostenibilità e nelle rendicontazioni non finanziarie annuali. Così abbiamo ricavato un campione che rappresenta circa 90 brand. Un campione significativo, ma che non comprende la totalità del panorama italiano. Questo significa che tante aziende sono ancora indietro nel percorso verso la sostenibilità climatica ed è un motivo in più per attivarsi velocemente. L’urgenza è dovuta ai dati climatici, sempre più allarmanti, ma anche dal cambio di paradigma che vede investitori e consumatori sempre più esigenti per quanto riguarda la sostenibilità”.
©Tan Lek Tiong
Come le aziende, anche giovani, possono essere attive nella lotta ai cambiamenti climatici?
Andrea Maggiani: “Le azioni che un’azienda può adottare sono tante, ma si riassumono in quattro passaggi (in ordine di priorità): misura, riduci, compensa, comunica. Ovviamente nella pratica i processi sono più complessi. Misurare e ridurre, per esempio, sono step fondamentali che per essere ambiziosi devono tradursi in azioni come la misurazione rigorosa della carbon footprint e l’elaborazione di una strategia climatica per arrivare a emissioni nette zero. Questo significa darsi un orizzonte temporale ampio, per sapere dove si vuole arrivare, e target intermedi adeguati, per agire fin da subito. Una strategia climatica ambiziosa è anche guidata da target science-based, quindi basati sulla scienza del clima e in linea con gli obiettivi di Parigi”.
Alessandra Soresina: “Allo stesso modo, quando si parla di compensare e comunicare, il consiglio rimane lo stesso: essere ambiziosi e basarsi sulle best practice. Questo significa investire in progetti di qualità, certificati da standard internazionali, per compensare le emissioni “inevitabili”, che garantiscono tutela, tracciabilità e rappresentano un asset di rilievo per la competitività aziendale. Inoltre vengono supportati ecosistemi come le foreste, delle quali mi occupo nel processo di implementazione di progetti REDD+ , fondamentali nella lotta al cambiamento climatico e soprattutto per le comunità locali. Questo permette alle aziende di comunicare in modo autorevole e dimostrabile il proprio impegno per la sostenibilità. La consapevolezza sta crescendo molto tra i consumatori: affidarsi a standard e best practice internazionali è il modo migliore per dare valore al proprio business e mettersi al riparo dal rischio di greenwashing”.
A chi chiedere aiuto per impostare una strategia climatica?
Carbonsink è una società di consulenza specializzata nello sviluppo di strategie climatiche per le imprese. Grazie all’esperienza pluriennale, accompagna le aziende in tutti gli step del percorso verso il net-zero e la carbon neutrality. Il report “Climate changed. Time to act. Italian fashion industry on the path towards a sustainable future” è la prima pubblicazione prodotta da Carbonsink interamente dedicata all’industria italiana della moda e del lusso. Lo potete scaricare a questo link.
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