Nei corridoi abbandonati del Soestdijk Palace di Baarn, nei Paesi Bassi, la residenza della regina Juliana e del Principe Bernhard fino al 2004, Duran Lantink ha presentato la collezione primaveraestateautunnoinverno 2021.
La fusione di tutte e quattro le stagioni ha lo scopo di evidenziare l'intento del designer nel ridurre, quanto più possibile, l’impatto ambientale, contrapponendosi apertamente all’approccio stagionale – e anche micro-stagionale – ampiamente diffuso nel mondo della moda. La scelta di sfilare nel palazzo reale del XVII secolo, ormai in disuso, non è stata affatto casuale o semplicemente legata all’estetica degli ambienti, quanto piuttosto metafora della domanda che Lantink si è posto prima di presentare la collezione: Come ricreare i rituali di una sfilata senza il pubblico? La risposta è stata non solo rappresentata dalla scelta della location, ma anche dalla decisione di organizzare lo show attraverso tre differenti prospettive. La prima, quella più classica, di una sfilata, senza però la presenza di nessuno; la seconda, per mezzo dei droni che hanno sostituito il pubblico con movimenti che ne hanno quasi ricreato la curiosità; e, infine, un video, rilasciato dopo lo show, che segue i modelli tra i corridoi del palazzo. Può, quindi, questo differente approccio rappresentare la soluzione all’enorme quantità di inquinamento che la presenza del pubblico porta, inevitabilmente, con sé? Nonostante l’attualità e la rilevanza dell’interrogativo, di certo la malinconia che si prova all’idea di poter tornare ad assistere a una sfilata, è decisamente pressante.
La collezione primaveraestateautunnoinverno 2021 di Duran Lantink, rappresenta un ulteriore passo in avanti nel suo upcycling, che potremmo definire, meta-upcycling, in quanto i capi presentati sono tutti il risultato della rielaborazione dei pezzi appartenenti a sue collezioni precedenti, che già erano state realizzate servendosi di creazioni scartate dall’industria e totalmente rinnovate da questo approccio che crea dalla distruzione. Così, tutte le proposte sono il frutto di una combinazione à la Frankenstein di parti e componenti di altri vestiti e accessori: ne è un esempio il blouson dal taglio cropped completato, nella parte inferiore, da sezioni di borse di Louis Vuitton, abbinato poi a una gonna lunga con ampio spacco e bordo sfrangiato. Ma anche l’abito che su una base di tulle trasparente unisce una minigonna plissé, le maniche di un trench e gli inserti del monogram Vuitton come copertura per il seno. La base di tulle viene anche combinata con elementi geometrici a contrasto in paillettes o in tessuti stampati (spesso recanti il logo di Balenciaga), creando così dei mini abiti dalla sensualità innovativa e non convenzionale. La maglia viene mixata alla pelle per bomber che delimitano questo innesto di materiali attraverso un’apertura asimmetrica incorniciata da una zip, abbinati poi a pantaloni che hanno una gamba in denim e l’altra ottenuta da un cappotto. Anche le maniche delle giacche di pelle effetto used sono spaiate, una in pelliccia finta e l’altra in tessuto tecnico, mentre gli abiti sono una crasi tra maglioni e foulard in seta o ancora l'esito di un innesto di maglieria sulle spalle e un tubino sensuale nella parte inferiore. Il gran finale della collezione è rappresentato dalle proposte in metallo specchiato argento e oro, come i completi formati da camicia e gonna plissé, i maxi blouson con pantaloni ampi, e una lunga gonna monacale svasata con una giacca dalle spalle piramidali.
Inoltre abbiamo intervistato Duran Lantink per parlare del suo progetto di upcycling con Auverture.
Perché hai deciso di dedicarti a questo progetto e in generale alla creazione di gioielli?
Mi ha sempre interessato cosa indossano le persone per esprimersi. E i gioielli in questo senso giocano un ruolo enorme. Mi è sembrato il momento giusto e una buona occasione per far vedere alle persone un nuovo modo di reinterpretare quei gioielli iconici di cui c’è una eccessiva produzione.
Da dove arriva l’idea dell’upcycling dei gioielli?
Ho due bracciali che mia madre ha fatto fare dai suoi gioielli, in pratica li ha fatti fondere, poi lei ha fatto un corso per imparare a creare gioielli e li ha fatti lei per me. Mi piace l’idea di passare agli altri i gioielli e di trasformarli. Lo faccio con gli abiti, ma i gioielli hanno già una loro storia e quindi un valore affettivo. In questo momento sto studiando come trasporre questo elemento nella mia pratica, come far durare per sempre tutte le cose che creo.
Che differenza c’è fra creare abiti e creare gioielli?
Non vedo ancora una grossa differenza, a parte le tecniche diverse con cui si lavora, ma sinceramente lavorare su delle idee per i gioielli è un po’ come avere delle idee su come fare upcycling degli abiti. Ovviamente non sono un esperto di chiusure per i gioielli, ma d’altra parte non lo sono nemmeno di sistemi di chiusura per gli abiti, la cosa importante è trovare il team giusto e fare qualcosa insieme!
Parliamo di Auverture: perché hai scelto di collaborare con Duran per questo progetto speciale?Sono presenti altri gioielli upcycled sulla vostra piattaforma?
Bibi Van Der Velden di Auverture: Duran e io ci conosciamo da molti anni, condividiamo gli stessi valori e combattiamo le stesse battaglie contro il consumismo e la produzione di massa. Se riconcettualizziamo due gioielli iconici possiamo dar loro un nuovo uso e un nuovo ciclo di vita.
Duran Lantink x Auverture