“The Underground Railroad”(su Prime Video dal 14 maggio) celebra la libertà agognata dopo la prigionia: la serie tv, una trasposizione del romanzo del Premio Pulitzer di
La trama
La ragazza scappa dalla piantagione Randall in Georgia alla ricerca della leggendaria “ferrovia sotterranea” (che dà il titolo al progetto) con l’amico Caesar (Aaron Pierre) sulle tracce della madre Mabel (Sheila Atim). Sulle sue tracce si trova Ridgeway (Joel Edgerton), un cacciatore di taglie senza scrupoli. Le tappe di questo viaggio per la sopravvivenza si snodano per tutto il Sud nel periodo pre-Guerra Civile Americana. Il racconto delle atrocità di cui è capace il genere umano si alterna con il desiderio di riscatto e la ricerca di una dignità troppo spesso calpestata e di diritti ancora oggi da conquistare.
La parola al creatore Barry Jenkins
Il regista, in collegamento su Zoom, ha spiegato l’importanza e la rilevanza di condividere le radici di una storia che oggi viene declinata anche dalla lotta contro le discriminazioni portata avanti da movimenti conBlack Lives Matter.
Perché ha deciso di opzionare i diritti del libro?
Ho amato subito il libro alla follia, perché mi ha permesso di contestualizzare la storia dei nostri antenati. Qui non si parla solo di schiavitù, lo considero un viaggio sulla maternità.
Perché non un film?
Perché, seppure il cinema offra un’esperienza immersiva, volevo che il pubblico avesse il tempo e il modo di assimilare le immagini in totale libertà lasciando a ciascuno la possibilità di rivederle o di saltarne alcune. Inoltre penso che una storia di questo calibro meritasse una lunga esplorazione, capace di seguire tutto lo spettro dell’esperienza del racconto.
“The Underground Railroad”
© Atsushi Nishijima
Quali caratteristiche cercava nella ricerca dell’attrice che avrebbe interpretato Cora?
Ai provini ho chiesto a tutti gli attori di mostrarmi come avrebbero incarnato l’essenza del personaggio e Thuso Mbedu è entrata dalla porta con una postura che mi ha subito convinto che sarebbe stata all’altezza del ruolo. E infatti basta guardarla per vedere che a volte il personaggio sembra giovanissimo e altre invece molto adulto, come se oscillasse tra i 16 e i 66 anni.
Come ha creato la scenografia di questa storia leggendaria?
Per me la prima cosa da fare è stata ricreare il set del treno. Non doveva assolutamente sembrare falsa né creata con effetti speciali, quindi ho contattato una compagnia ferroviaria privata che ci ha affittato vere carrozze. Da lì abbiamo iniziato a costruire i tunnel riempiendo i vuoti della storia perché non ci sono molti registri dell’epoca. Così ho ricreato l’alone surreale di tutta questa storia.
Il pubblico è pronto per una storia simile?
Assolutamente, perché è portatrice di verità, con un grande spessore morale. Il viaggio, infatti, dopo un’ora e mezzo di messa in onda sui racconti della piantagione, si sposta altrove diventando il percorso di una donna. Il mio obiettivo era quello di rispettare i nostri antenati e se qualcuno non fosse ancora pronto ad ascoltare questa storia allora va bene lo stesso.
“The Underground Railroad”
© Kyle Kaplan
La parola alla protagonista Thuso Mbedu
L’attrice Thuso Mbedu, 29enne sudafricana, è alla prima grande occasione della sua carriera, come ha raccontato piena di emozione all’incontro con la stampa estera.
Come ha saputo di questo progetto?
Quando me ne hanno parlato ho subito registrato il provino, ma senza grandi aspettative, ecco perché sono rimasta a bocca aperta quando mi hanno richiamato per una seconda audizione e poi ho incontrato il regista e per lo shock mi si sono girate le lenti a contatto nell’occhio. Pur non conoscendo il libro ho subito capito che il progetto rappresentava qualcosa d’importante.
Che atmosfera ha trovato sul set di “The Underground Railroad”?
Grandissima apertura: mi sono sentita subito al sicuro e protetta, parlavamo di tutto e ci sentivamo contenti di giocarcela come volevamo.
Ricorda il primo giorno ?
Indimenticabile: ero talmente sconvolta dall’enormità del set che ad un certo punto ho fatto una cosa che non si fa mai. Di solito c’è un assistente di produzione che ti accompagna e si assicura sempre di sapere dove sei perché tutto funzioni al meglio e non ci siano ritardi, ma io mi sono dileguata e l’ho seminato per godermi da sola dall’alto quello spettacolo, anche se non era permesso gironzolare da soli. Ho visto i vari treni diversi nelle varie nazioni e già quello è stato un viaggio di per sé. Ne è valsa la pena.
A chi s’ispira nella carriera?
A Viola Davis, Meryl Streep e Angela Bassett, professioniste che hanno un processo creativo specifico per prepararsi al ruolo e magari sul set lo buttano dalla finestra per incantare tutti quelli attorno a sé incarnando quel personaggio.
“The Underground Railroad”
Sul set di “The Underground Railroad”
© Atsushi Nishijima