Intervista ad Adria Arjona, volto del nuovo profumo Armani

Racconta che il suo numero fortunato è il 5 «perché è una cifra che ciclicamente torna nella mia vita e per questo mi sono persino

fatta tatuare 5 puntini dietro a un gomito». Ma se si volesse sintetizzare la storia di Adria Arjona in numeri, la combinazione sarebbe: 28, 8 e 7. Il primo sono gli anni (è nata il 25 aprile del 1992); il secondo, i film che ha già girato, tra cui l’ultimo, Morbius, una graphic novel ispirata a un fumetto della Marvel, in uscita il prossimo anno; il terzo, sono le serie tv alle quali ha partecipato: da True Detective a Narcos, fino alla più recente Good Omens. Interpreta sempre donne forti, probabilmente perché lei è fatta così. E anche per questo Giorgio Armani l’ha voluta come volto di un nuovo profumo, assertivo anche nel nome: My Way.

My Way, fragranza a base di fiori bianchi di GIORGIO ARMANI BEAUTY.

© GIORGIO ARMANI BEAUTY

Cosa vuol dire, secondo lei, My Way?
Si riferisce all’autenticità: ognuna deve credere nell’unicità della sua bellezza. Per questo abbiamo girato la campagna senza usare filtri.

Lei è bellissima, però: non deve essere stato così difficile.
Ma abbiamo viaggiato molto ed eravamo spesso stanchi, con i segni del jet lag stampati sul viso... Meno male che ovunque andassi, c’era il ghiaccio.

Scusi?
Mi passo dei cubetti di ghiaccio sul volto tutte le mattine, soprattutto se devo girare. Rinfresca e tonifica. Ed è sempre a disposizione: nel frigorifero di casa o in albergo.

Adria Arjona in due frame della campagna My Way, realizzata dal duo di creativi Hunter & Gatti. Girato tra Tokyo, Ayutthaya (Thailandia), l’India e l’Andalusia, il minifilm è un racconto di incontri e connessioni.

© GIORGIO ARMANI BEAUTY

La campagna è il racconto di un viaggio: Thailandia, Giappone, Spagna e India. Sembra quasi inusuale parlare di viaggi adesso. 
Ma più che di viaggio si tratta di un reportage sulle connessioni che si riescono a stabilire con le persone, le culture diverse. È un invito ad aprire gli orizzonti, a uscire fuori dalla bolla in cui ognuno di noi vive, a capire che condividiamo tutti un’unica grande casa.

Lei ama viaggiare?
Ho passato l’infanzia in giro in camper con mio padre. Adoro viaggiare.

Il viaggio più indimenticabile?
In Thailandia, per My Way, ho partecipato al Festival delle Lanterne ed è stata un’esperienza emozionante: colori, luci, profumi... La gente non parlava una parola di inglese ma ci capivamo lo stesso con il linguaggio del corpo, delle mani. Indimenticabile.

(Continua)

Leggete l'intervista integrale ad Adria Arjonasul numero di settembre di Vogue Italia, in edicola 

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