Azzedine Alaïa, Peter Lindbergh: un nuovo libro straordinario

Azzedine Alaïa Peter Lindbergh: un libro Taschen ora in libreria

Peter Lindbergh e Azzedine Alaïa avevano tante cose in comune: l’amore per il colore nero, una

devozione alla semplicità delle forme e una sensibilità definita da una grande considerazione per la bellezza femminile. “Ci siamo conosciuti nel 1979, credo. Da quel momento, Azzedine e io abbiamo sempre collaborato strettamente”, aveva detto Lindbergh. Alaïa aveva espresso lo stesso rispetto, e della loro lunga amicizia e fruttuosa collaborazione aveva detto: “Non dobbiamo nemmeno parlarci, tutto fluisce in modo naturale”.

Tatjana Patitz, Le Touquet, 1986

© Peter Lindbergh Foundation Paris

Il 14 maggio Taschen ha pubblicato un libro fondamentale che esamina le tante collaborazioni fra il fotografo e il couturier, dando vita a una conversazione per immagini che fonde creazioni teatrali con una fotografia decisamente cinematografica. Lindbergh è noto soprattutto per i suoi scatti essenziali in bianco e nero di modelle senza trucco; Alaïa per i suoi abiti aderenti che facevano sentire le donne belle e forti. 

Azzedine Alaïa e Vanessa Duve, Parigi 1989

© Peter Lindbergh Foundation Paris

Azzedine Alaïa, Peter Lindbergh è introdotto dai contributi del direttore del Musée d’Art Moderne de Paris Fabrice Hergott, dallo storico della moda e curatore della Fondation Azzedine Alaïa Olivier Saillard e dal fotografo Paolo Roversi. Il libro, 240 pagine, in cui compaiono tutte le supermodelle, come Naomi Campbell, Yasmin Le Bon, Nadja Auermann e Linda Evangelista, viene pubblicato in concomitanza con la mostra Azzedine Alaïa, Peter Lindbergh presso la Fondation Azzedine Alaïa, al 18 di Rue de la Verrerie, Parigi. 

La storia di due icone

Lindbergh e Alaïa avevano origini e venivano da discipline molto diverse. Nato nel 1944, Lindbergh, che era cresciuto in Germania, aveva studiato alla Krefeld School of Applied Arts e sviluppato la sua pratica fotografica ispirandosi ai crudi dipinti di Otto Dix e alla Parigi immortalata dai fotografi ungheresi Brassaï e André Kertész. Alaïa era nato in Tunisia nel 1935 e aveva studiato scultura all’Institut Supérieur des Beaux Arts di Tunisi prima di trasferirsi a Parigi, dove aveva lavorato per Guy Laroche e Thierry Mugler e aveva poi fondato la sua celebrata maison. 

Azzedine Alaïa e Tina Turner, Parigi, 1988

© Peter Lindbergh Foundation Paris

Entrambi i creativi avevano il pallino della struttura, della sensualità e delle palette monocromatiche. Come scrive Saillard, Alaïa era “un architetto del corpo… che valorizzava la figura femminile, creando silhouette che drappeggiavano, modellavano o rivelavano, con una tecnica che solo lui sapeva padroneggiare”.

Lindbergh “nobilitava i soggetti delle sue foto illuminando le loro anime e le loro personalità con la precisione dei contorni che tagliava con l’abilità di un sarto”. Individualmente hanno contribuito a forgiare la cultura dell’immagine degli anni 80 e 90, e poi “insieme, sono stati i grandi, appassionati artigiani di quei volti essenziali che hanno segnato gli anni 90 e consacrato l’era delle supermodelle”.

Tatjana Patitz, Le Touquet, 1986

© Peter Lindbergh Foundation Paris

 I lavori che hanno realizzato insieme sono illustrati meravigliosamente in questo libro, che privilegia gli abiti e il carattere, con foto tutte in bianco e nero. Donne ritratte mentre indugiano in edifici abbandonati, si distendono su pavimenti di piastrelle, posano sotto le luci e si interrompono a metà discorso, con una sigaretta fra le dita. Anna Cleveland si aggira per strade poco illuminate, avvolta in una cappa. Naomi Campbell è in piedi, una mano su un fianco, l’altra alzata, la sua figura sinuosa sottolineata da un body aderente, in una posa di assoluta potenza. 

Marie-Sophie Wilson, Paris, 1988

© Peter Lindbergh Foundation Paris

Le foto presentano tutte un dinamismo e una teatralità discreta: di una consistenza profonda, definite dall’uso delle linee, ispirate dalla sintesi fra pelle, tessuto e luce. I volti non sono solo disadorni ma anche indimenticabili, e gli abiti sono nel pieno del loro potere trasformativo. “Ho sempre voluto che le donne si sentissero libere”, diceva Alaïa. In queste pagine la libertà emerge con forza, sia nell’immobilità che nel movimento, incarnata da una ricerca di autenticità, negli abiti e nelle immagini, che ha dato vita a uno straordinario rapporto creativo.

© Peter Lindbergh Foundation Paris / Taschen

Azzedine Alaïa, Peter Lindbergh (Taschen) è nelle librerie dal 14 maggio

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