Lo sguardo è sempre stato l'elemento più comunicativo ed empatico del viso già prima dell'uso della mascherina, che ha contribuito ad aumentare le richieste di avere
Non solo i trattamenti estetici sono socialmente più accettati rispetto a cinque anni fa, ma rientrano tra i gesti di cura di sé per aumentare il proprio benessere. Gli occhi trasmettono fiducia e sono il primo tratto distintivo che notiamo negli altri, per questo c'è anche molta consapevolezza sull'estetica dello sguardo e sulle problematiche causate dal digital aging e dall'invecchiamento.
“I tre fattori principali che condizionano il contorno occhi sono la disidratazione, il deficit di volume e la perdita di tonicità muscolare”, dice il dottor Carlo Graziani, specialista in oculoplastica con studi a Torino, Milano e Roma. “La disidratazione causa l'increspamento della pelle, il deficit di volume provoca la caduta della palpebra superiore, mentre le problematiche che riguardano la palpebra inferiore non sono connesse solo alla zona perioculare, ma alla perdita di volume del viso medio che, svuotandosi, crea una deformità a V che allunga lo sguardo verso il basso. Questo inestetismo, legato quindi all'aging di tutto il viso, comunica stanchezza cronica e va trattato non solo per l'aspetto anatomico, ma per la sua forte componente emozionale”, spiega Graziani. “Spesso ci focalizziamo solo sulla punta dell'iceberg, ma per ottenere un risultato naturale è necessario avere una visione d'insieme agendo su un livello più ampio”.
Contorno occhi: le problematiche a 25-35 anni
“Le immagini viste sui social media condizionano le richieste di ritocco di questa fascia d'età, insieme a problematiche preesistenti”, afferma il dottor Graziani. “Sulle persone giovani si agisce per cancellare le occhiaie e correggere la forma dell'occhio ”.
Occhiaie. “Ci sono due tipologie di occhiaie scure, da deficit di volume o da iperpigmentazione. Le prime si correggono molto bene con i filler e, per ottenere un risultato ottimale, è consigliato non focalizzarsi solo esclusivamente sulle occhiaie, ma su tutto il viso medio. Se, invece, l'inestetismo è causato da iperprigmentazione si corregge con il nano lipofilling, una procedura che io chiamo filler endogeno perché invece di essere costituito da acido ialuronico è a base del proprio grasso prelevato e lavorato. Con questo intervento, l'iperpigmentazione migliora moltissimo e anche il make-up riesce ad avere un'azione camouflage efficace”.
Forma dell'occhio. “Le due modifiche di forma dell’occhio più richieste sono la cantoplastica, che consente di rimodellare la forma dell’occhio all'ingiù mediante il riposizionamento del suo margine esterno dando una forma più allungata e la ptosi, che consente di intervenire sull'abbassamento della palpebra che causa uno sguardo spento, stanco e poco comunicativo. Gli occhi alla Garfield per intenderci!”.
Katie Holmes ha una forma degli occhi all'ingiù.
© John Lamparski
Occhi rifatti: dopo i 40 anni oltre alla blefaroplastica c'è di più
“Spesso dopo i 40 anni non ci si riconosce più nel proprio sguardo. Ecco perché una visione e una correzione d'insieme permette di avere dei risultati naturali che valorizzano tutto il viso, eliminando un'espressività triste. Per esempio, una blefaroplastica superiore per alzare la palpebra cadente può non essere risolutiva, e va abbinata a un intervento che restituisce anche la tonicità del muscolo elevatore presente nella palpebra superiore”.
Le borse. “Possono essere trattate con un un filler di acido ialuronico che ha un effetto camouflage e dura circa un anno. Mentre dal punto di vista chirurgico si agisce con una blefaroplastica inferiore che dà un risultato molto naturale ed equilibrato”.
Lapalpebra cadente. “Come dicevamo, questa problematica rende lo sguardo poco vitale e di solito si corregge con la blefaroplastica abbinata all'intervento sul muscolo elevatore. In questo modo lo sguardo appare molto più vivace e deciso, pieno di vita”.
Michelle Williams ha la palpebra incapucciata.
© Steve Granitz
Occhi rifatti: il ritocco emozionale
Ogni età ha la sua problematica del contorno occhi, legata all'invecchiamento o a un “difetto naturale”. Nell'era in cui la bellezza è sempre più libera e l'accettazione senza giudizio delle proprie imperfezioni convive con la ricercare della migliore versione di se stessi,quando è il caso di intervenire? “Personalmente, non sono favorevole all'eliminazione di tutte le rughe, proprio perché alcuni segni svolgono una funzione caratterizzante. Il ritocco entra in gioco quando il difetto della forma dell’occhio manda un messaggio emozionale negativo, facendo sembrare arrabbiato, depresso, stanco…allora è il caso di intervenire. In questo caso, non parliamo più di medicina e chirurgia estetica fine a se stessa, ma di oculoplastica come intervento che lavora sul messaggio emozionale che le rughe trasmettono erroneamente”.
Mila Kunis con pstosi all'occhio sinistro.
© Rich Polk