Jonathan Cohen: dai negozi di fiori virtuali agli abiti per la First Lady americana

Nel marzo 2020, mentre il mondo andava in lockdown, i negozi hanno cominciato a cancellare gli ordini della collezione autunno inverno 2020 di Jonathan Cohen. Il

designer e la cofondatrice del brand, Sarah Leff, hanno dovuto ripensare, e in fretta, a nuovi modi di lavorare per poter sopravvivere. Hanno messo la produzione in standby e scelto di ricalibrare completamente la loro attività piuttosto che sottostare ai ritmi prestabiliti del calendario della moda.

Per quanto riguarda la produzione, le attività sono state tutte spostate in Italia, vicino alle aziende da cui il brand acquista i materiali, per ridurre i costi di spedizione; poi sono stati introdotti nelle collezioni upcycled ‘Studio’ capi realizzati con poliestere riciclato che sono disponibili nel loro nuovo sito e-commerce, e hanno presentato la nuova collezione autunno inverno 2021— la prima in un anno — l’11 maggio, due mesi dopo la New York Fashion Week, con alcuni capi subito disponibili per l’acquisto. Da ora in poi, Jonathan Cohen presenterà le sue collezioni seguendo il proprio calendario e i propri ritmi. 

La prontezza di Cohen e Leff è in parte il risultato di esperienze passate, quando si sono dovuti destreggiare in situazioni molto difficili. I due, che hanno rispettivamente 35 e 33 anni e sono originari di Città del Messico passando per San Diego e Atlanta, si sono conosciuti alla Parsons School of Design di New York e hanno sempre voluto creare il proprio brand. Dopo la laurea nel 2009, e subito dopo la crisi finanziaria, nel 2011 hanno lanciato Jonathan Cohen: le loro stampe floreali e coloratissime portavano una ventata di ottimismo, in forte contrasto con un mercato saturo di “solo nero e colori scuri”, dice Cohen. “Questa stagione, con la nuova collezione, abbiamo pensato, ‘Dovremmo diventare uno di quei brand che propongono solo felpe a tinta unita’? Abbiamo deciso che quello che facciamo è più importante che mai”.

Una cliente d’eccezione, che di sicuro concorda con questa linea di pensiero, è la First Lady americana, Jill Biden, che alla vigilia della cerimonia di insediamento lo scorso gennaio ha sfoggiato un cappotto viola più vestito disegnati da Cohen, completi di mascherina e guanti. Qui lo stilista, fra i finalisti del CFDA/Vogue Fashion Fund nel 2018, riflette su quello che è successo nel 2020, un anno che ha portato grandi novità, mentre si apre un nuovo capitolo del brand.

Jonathan Cohen autunno inverno 2021

Il negozio di fiori del futuro

Jonathan Cohen: “Nei primi mesi di lockdown sono tornato in California. Mia mamma compie gli anni in marzo e qualcuno le aveva mandato dei fiori. Io mi sono messo a spruzzarci sopra il Lysol, un disinfettante. Avevamo davvero paura, anche di ricevere fiori. E così ho cominciato a fare schizzi di bouquet e a mandare i disegni via mail agli amici, per molti sono stati un toccasana. E così abbiamo cominciato a incorniciare i disegni e a venderli sul sito”.

Sarah Leff: Abbiamo ideato Our Flower Shop per aiutare gli altri. Ogni composizione di fiori era associata a un’organizzazione a cui andava il 30% dei proventi, si tratta di associazioni come Futures Without Violence, che si occupano del problema delle violenze domestiche, sempre più grave. Durante le proteste del movimento Black Lives Matter abbiamo lanciato una composizione dedicata a George Floyd, il 100 % dei proventi sono andati al The Bail Project.

Jonathan Cohen autunno inverno 2021

Collaborazioni conscious

SL: “Il nostro Flower Shop ha portato a una collaborazione con Tidal New York, creano infradito con estratto di semi di ricino, biodegradabili e con zero rifiuti perché sono modellate, non ritagliate. Abbiamo anche collaborato con Dempsey & Carroll per creare articoli di cancelleria e con Studio Antony Vallon per fare delle mascherine, con loro realizziamo tutti i capi couture come l’outfit per Jill Biden”.

Jonathan Cohen autunno inverno 2021

Un upcycling sempre più raffinato

SL: “Nel 2019 abbiamo lanciato il nostro progetto di upcycling, The Studio, dopo aver studiato nel dettaglio per due anni il nostro processo produttivo, gli scarti, l’acquisto dei materiali e la tracciabilità. Quando abbiamo dovuto fermare la produzione della autunno inverno 2020 abbiamo pensato che dovevamo trovare nuovi usi per i tessuti che restavano inutilizzati. Per l’autunno inverno 2021 abbiamo collaborato con Carolina Herrera che ci ha donato tessuti da giacenze di magazzino, e quindi mentre Jonathan creava tutte le nuove stampe, abbiamo fatto in modo che quasi tutto il resto venisse realizzato proprio a partire da questi tessuti”.

JC: “Uno dei miei capi preferiti dell'autunno inverno 2021 è interamente realizzato usando tessuti dalle collezioni precedenti. Abbiamo unito e arricciato pezzi di tessuto di varie grandezze per creare un abito a fasce stile couture. È molto importante che i capi siano senza tempo, così nulla andrà mai fuori moda. Per noi non esistono i trend”.

Jill Biden in Jonathan Cohen al Memorial per il Covid-19 al Lincoln Memorial di Washington.

© Photo by Demetrius Freeman/The Washington Post via Getty Images

Una cliente molto speciale

JC: “La signora Biden sta proponendo un nuovo modo di essere First Lady, è un medico, un’insegnante, ha parlato apertamente di divorzio nelle interviste, di come ha superato il suo. Un messaggio straordinario per tutte le donne di oggi che temono il divorzio, oppure lo vedono come qualcosa di cui vergognarsi. Ovviamente non abbiamo potuto fare le prove abiti a causa della pandemia, quindi abbiamo fatto tutto su un manichino. Una sfida che mi è piaciuta moltissimo: capire se il vestito era adatto a lei, guardare continuamente foto per vedere se riuscivo a immaginarla con questo modello”.

Jonathan Cohen autunno inverno 2021

Stampe che raccontano una storia

JC: “C’è uno chemisier in cotone della collezione autunno inverno 2021 con una stampa molto particolare, l’ho ribattezzata “il garden party degli animaletti”. Mentre disegnavo il giardino, e guardavo tutti questi fiori, i colibrì, le farfalle, le libellule, mi è venuto in mente che erano gli unici a socializzare fra loro in quel periodo. La collezione è stata ispirata da varie cose, dal lockdown nella casa dove sono cresciuto, dalle considerazioni sul mio rapporto con le stampe floreali, anche grazie al negozio di fiori. E anche il film Al di là dei sogni è stato un punto di riferimento importante: il personaggio di Robin Williams muore, ma vive attraverso i dipinti della moglie in stile Monet. Quando lui li tocca, i fiori sul dipinto si macchiano, per questo abbiamo aggiunto un effetto ‘macchia’ su alcune delle nostre stampe a fiori. E poi c’è anche una scena con un cane dalmata, e quindi abbiamo inserito anche un disegno a pois”.

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