Andrea Adamo, il brand di maglieria nude più amato dalle star

“Sembrare nudi pur essendo vestiti” 

La nostra intervista ad Andrea Adamo 

Si dice che quando uno stilista venga inserito in una precisa categoria dell'ufficio stile

sia poi una gran fatica togliersi di dosso quell'etichetta. Ci sono gli specialisti del tailoring, c'è chi fa il denim, vari esperti di street style e poi i maestri dell'eveningwear, artefici di straordinari abiti da red carpet, artisti di creazioni custom made preziosissime ad uso esclusivo di superstar hollywoodiane da milioni di like. Ecco, di questo gruppo specializzato di designer ha fatto parte anche Andrea Adamo. Molto prima di fondare il marchio che porta il suo nome, della coraggiosa estetica del nudo e delle collezioni second skin per cui tutti oggi lo conosciamo, Adamo ha lavorato per anni al fianco di Elisabetta Franchi, poi con Roberto Cavalli, da Zuhair Murad a Parigi e infine nell'atelier di Dolce&Gabbana nel ruolo di head designer celebrities and special Project. 

Andrea Adamo PE 2021

Andrea Adamo PE 2021

Esperienze decisive che hanno senz'altro influito parecchio sul suo percorso professionale. «L'evening è un genere dove vieni catalogato per tutta la vita, anche gli head hunter finiscono per proporti sempre per marchi ladylike come Dior o Giambattista Valli, ma non vogliono farti fare un colloquio da Prada o da Celine» ci ha raccontato Andrea. Nonostante le difficoltà a uscire da uno stereotipo forzato dal settore, però, il lavoro fra tappeti rossi e bling bling gli è valso una carriera costellata di personaggi incredibili, praticamente tutti i big che seguite su Instagram. «Con Murad e Dolce&Gabbana le abbiamo viste tutte. Bella Hadid e Kendall Jenner, Elle Fanning e Nicole Kidman, Zendaya, Rihanna, Katy Perry. Sono stato a casa di Adele a Los Angeles, JLo l'abbiamo vestita decine di volte. Per Dolce&Gabbana nel 2017 ho anche disegnato l'abito di compleanno di Madonna l'anno dei grandi festeggiamenti in Puglia».  

Andrea Adamo PE 2021

Andrea Adamo PE 2021

Niente male, insomma, per un ragazzo che non ha neanche studiato moda «Mi sono diplomato a Crotone come grafico pubblicitario, poi avrei voluto fare la Marangoni ma non me lo potevo permettere. Allora sono andato a Bologna e mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti». Al primo stage, da Les Copains con Antonio Marras e Gaetano Navarra, ha ricevuto una proposta di lavoro immediata ma «l'ho rifiutata perché volevo finire gli studi e laurearmi, tanto se quella era la mia strada prima o poi ci sarei arrivato comunque». E infatti, era proprio destino. Oggi, a meno di un anno dalla fondazione del suo marchio, parlano tutti di lui. La sua prima collezione è stata un successo, con la seconda ha raddoppiato le vendite e ora sta già lavorando alla terza, di cui ci ha svelato in anteprima qualche novità. 

Andrea Adamo PE 2021

Andrea Adamo PE 2021

«Mia nonna era la sarta del quartiere, io sono cresciuto con lei. La moda per me è stata una passione fin da subito, da bambino disegnavo sempre». Il talento per realizzare il sogno di una vita certo non gli manca, e nemmeno quella miscela di brama e coraggio che ti porta a buttarti su un progetto al buio, con tutti i tuoi risparmi ma senza paracadute, quando ti hanno appena licenziato. «Vivevo tra Parigi e Milano quando mi sono ritrovato senza un lavoro da un giorno all’altro. Ho iniziato a bussare a ogni porta senza ricevere risposta. Mi sentivo dire continuamente che ero bravo, ma non era il momento. Quindi ho deciso di andare avanti per la mia strada, convinto che se fossi riuscito a far forza su me stesso allora sì, sarebbe arrivata la vera rinascita». 

Andrea Adamo AI 2021

Andrea Adamo AI 2021

Il nuovo capitolo di Andrea Adamo inizia qui, da una riflessione intima e personale che da un cognome che cita il primo uomo arriva a un'idea di nudità che non conosce vergogna. Nel frattempo i movimenti legati al fenomeno Black Lives Matter avevano riacceso il dibattito culturale legato al colore della pelle, all'uguaglianza sociale e la diversità, costringendo Andrea a prendere posizione anche da un punto di vista creativo. «Per me era fondamentale creare qualcosa che fosse attuale, in linea con i nostri tempi. La mia prima collezione NUDO è il frutto di quello che ho visto e vissuto in prima persona». È arrivata così l'intuizione di creare qualcosa in grado di trasformare il colore della pelle in un simbolo di auto-accettazione, capi in grado di fondersi con il corpo, avvolgerlo, proteggerlo, per liberarlo da pudori inutili rivendicando il diritto di essere semplicemente se stessi.

Andrea Adamo AI 2021

Andrea Adamo AI 2021

«Mi sono concentrato su una collezione di maglieria elastica a costine che permette una fusione tra la pelle e l'abito, dove non esiste un inizio o la fine. Avevo bisogno di capi che accompagnassero il corpo, totalmente privi di cuciture: ho puntato sul seamless». La tecnica che permette di evitare tagli per rispecchiare la continuità del capo ha permesso ad Adamo di presentare in collezione 12 pezzi in 5 varianti colore in grado di costruire per intero un total look. E se puntare su un unico filato ha facilitato di molto la produzione, è stato lo studio della palette di colori che l'ha reso immediatamente riconoscibile al pubblico confermando il nude l'elemento chiave della sua rapidissima ascesa. «Devo ringraziare soprattutto Giacomo Piazza e il team di 247 perché senza il supporto della loro rete di distribuzione mi sarei tirato indietro. Non si raccontano le fiabe senza i numeri: la moda è un business e per andare avanti bisogna vendere».

Andrea Adamo AI 2021

Andrea Adamo AI 2021

Per fortuna, dal quel punto di vista, per Andrea è andato tutto alla grande. Net-a-Porter, Luisaviaroma, Antonia, TsUM e Harvey Nichols sono entrati alla prima collezione. Con la seconda sono arrivati anche Essence, Selfridges e Modes, che con l'apertura parigina prevista a giugno porterà le collezioni di Adamo in avenue Montaigne, accanto alle più importanti maison di moda della storia. In più, tante richieste di collaborazioni esclusive e il grande ritorno a corte delle sue celebrities, in un piacevole déjà vu che profuma di karma. La prima? Joan Smalls, scattata per l'edizione russa di Harper's Bazaar «Ho preso un volo nella notte e mi sono catapultato a Londra per portare personalmente i capi sul set. Sono ripartito subito dopo il servizio, ma ne è valsa la pena». In Italia c'è stata Alice Pagani, poi Elodie ad Amici, in total look con gonna longuette, crop top e harness ton sur tone. «dopo la sua apparizione Instagram è letteralmente esploso».

PerfinoKylie Jennersi è innamorata dei capi di Adamo «Quando ho ricevuto la mail con oggetto Kylie Jenner x Andrea Adamo non ci potevo credere. Ho recuperato i capi richiesti e sono andato dritto da Fedex. Il ragazzo del negozio mi ha guardato shoccato quando ha visto il nome del destinatario. La mattina che ha pubblicato la story in Adamo ho tirato un urlo…». Ovviamente il top bianco postato da Kylie è ancora uno dei best seller più richiesti della collezione «Ancora oggi mi scrivono su Instagram per chiedermi di quel toppino!». Poi è arrivato Sanremo, con Elodie rigorosamente vestita Adamo per tutto il daytime, la modella Vittoria Ceretti e Irama nel video della canzone La genesi del tuo colore. A seguite l'attrice Vanessa Kirby, Chiara Ferragni e pure Cindy Crawford sull'ultimo numero di Vogue Brasil

Andrea, comunque, non si ferma neanche un secondo, anzi, prosegue veloce senza mai guardarsi indietro. Grazie a un'immagine forte fin da subito e a una strategia commerciale vincente è riuscito a consolidare la propria brand awareness in pochi mesi «Dalla prima alla seconda collezione è stato facile. Sapevo di dover continuare su questa strada. Non volevo inserire nuove texture o altri colori. Ho soltanto aggiunto un nuovo filato di lana per l'inverno, qualche inserto di tulle see through e ho ampliato leggermente i volumi delle maniche. Con la terza stagione arriveranno molte novità… Lavorazioni di maglia, nuove categorie nell’abbigliamento e (forse) alcuni accessori molto scenografici». Soprattutto, ci saranno finalmente anche pezzi pensati per l'uomo, una bella sorpresa che farà molto felici i fan boys di Adamo. 

Andrea Adamo AI 2021

Andrea Adamo AI 2021

«Ho capito che il menswear avrebbe funzionato quando ho iniziato a vedere parecchi dei miei capi uscire sugli editoriali maschili. E quando molti dei buyer con cui lavoro mi hanno confermato che questo tipo di maglieria sull’uomo non esiste». In ogni caso, il genderless - o wo(man) come ama definirlo Andrea - resta il fil rouge dell'estetica e della filosofia alla base di Adamo; aiutata senza dubbio dall'utilizzo di capi elastici e di filati che aiutano tantissimo la vestibilità, ma anche da una proposta creativa che presenta in collezione, a parte l’abito a tubino e qualche pezzo di intimo, capi effettivamente unisex. La sfida di ampliare la collezione con una parte uomo, comunque, suona bella ed eccitante come tutte le prime volte «Non ho mai fatto l’uomo in vita mia. Se vedi uno dei miei figurini si capisce subito che non disegno menswear…sono un po' in paranoia.». Noi, invece, non vediamo l'ora di vedere tutto quello che ha preparato per noi. Perché, ne siamo sicuri, la terza collezione di Adamo sarà un altro grande successo. 

Andrea Adamo

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