Parma: 5 (+1) indirizzi da non perdere

Parma, Capitale della Cultura 2020+21

Le vacanze si avvicinano e Vogue scrive per voi i suoi appunti di viaggio, ricchi di ispirazioni e mete da visitare.

Oggi vi portiamo a Parma, dopo aver fatto tappa aPortofino, aFasano, in provincia di Brindisi. Qui invece trovateun posto speciale all'ombra delle Dolomiti bellunesi. Restate connessi per leggere anche le prossime puntate.

Parma è capitale della cultura del 2021, dopo esserla stata anche nel 2020, anno complicato.
Se si pensa a questa città, vengono subito in mente le specialità culinarie, il Teatro Farnese e il Teatro Regio
Per quanto mi riguarda, la prima associazione diretta con questa città è con Paolo Nori, che da qui viene: quando mi capita di leggere qualcosa di suo c’è sempre sotto una serenità, una voglia di conoscerlo e conoscere che ritengo molto preziosa.
Io, probabilmente per via del fatto che son nato a Parma, e che ci ho abitato per più di trent’anni, devo dire che ho una relazione strana, con Parma e con i parmigiani, che si concretizza nel fatto che a me, i parmigiani, mi sembran della gente normalissima. Anche quel modo lì di parlare che abbiamo a Parma, con la erre che è la tipica erre di Parma, be’, secondo me, non è la tipica erre di Parma, è la erre normale, e quando mia figlia, per dire, che ha la erre di Parma, ha scoperto che quella erre ce l’hanno anche i francesi e ha detto che lei da grande avrebbe studiato il francese perché sapeva già una lettera, io ho pensato che aveva ragione” (dal suo blog).
Sarà il modo di vedere le cose da un altro punto di vista, sincero, curioso, sarà il pensiero laterale che apre ad altre strade.

Fatto sta che questa sensazione di freschezza si sente profondamente anche in un progetto che ha protagonista questa città: fino al 29 maggio, nei pomeriggi dal mercoledì al sabato trovate le Botteghe a raccolta.
L’associazione Micro Macro (di cui avevamo già parlato qui) ha immaginato un itinerario in cinque tappe nel centro di Parma, in cui altrettanti negozi ospitano temporaneamente artisti/bottegai “che si impegnano a raccogliere tutti quei tratti che riteniamo costruttivi dell’umanità che siamo oggi, da conservare e tramandare a futura memoria”.
Riqualificazione, partecipazione, luogo di scambio: un inventario di ciò che siamo.
Scopriamo allora nello specifico, con alcuni estratti dal programma, i luoghi da visitare.

1 | Bottega degli Errori.Str. Imbriani 45
La storia collettiva dell’umanità si potrebbe raccontare attraverso gli errori. L’errore è un’alternativa al vero, un graffio che rompe l’ordine. Raccogliamo gli errori per ricordarci come, attraverso il nostro errare, raccontiamo chi siamo.

2 | Bottega delle Cose Perdute. Str. Nino Bixio 17
Una volta dentro ci si accorge subito che non è una bottega dove si va per acquistare qualcosa, ma per lasciarlo andare per sempre al suo destino. Un archivio impossibile, capace di contenere ciò che non c’è più proprio perché non ha più l’ansia di ritrovarlo, né la fissazione di tornare a possederlo, ma solo il desiderio di ricordarlo.

3 | Bottega dei Desideri. Borgo Reale
L’etimologia della parola desiderio ha a che fare con la stella. E una stella è anche tutto ciò che serve per orientarsi, indica una direzione, per noi stessi e per gli altri. Così un desiderio può indicarci una direzione e più desideri possono tracciare una mappa.

4 | Bottega delle Parole Importanti. Str. Garibaldi 12
Ognuno di noi ha parole che non ha mai detto e parole care. Ci chiediamo che parole vogliamo salvare e in questa bottega diventiamo custodi di una lingua che si tramanda e si rinnova di generazione in generazione.

5 | Bottega delle Attese.Via Trento 44
La nostra vita è scandita da continue attese. Aspettiamo l’autobus, un attimo, che i figli escano da scuola, che i genitori finiscano di lavorare, il nostro turno dal medico. Bisogna aspettare. Si aspetta la pioggia, il sole, le scuse, le ferie, lo stipendio. Ma dove vanno a finire tutte queste attese? Questo tempo sospeso, che scorre a metà tra la noia e la sorpresa? Nella nostra bottega.\

Ci spostiamo un po’ più fuori poi, a Fontanellato, per andare al Labirinto della Masone, fortemente voluto dal collezionista d’arte ed editore Franco Maria Ricci
Con i suoi otto ettari, si tratta del labirinto più grande del mondo, dalla forma a stella, al cui centro si trova uno scrigno architettonico piramidale che ospita museo, ristorante e due lussuose suites in cui pernottare in occasioni speciali.

Il Labirinto visto dal Belvedere all’alba

© Yann Monel

Il labirinto.
Composto interamente di piante di bambù di venti specie diverse, il labirinto nasce da una promessa fatta a Borges, per la cui poetica questa immagine è centrale, rimanda alla complessità del mondo, impossibile da approcciare con solo uno sguardo razionale.
Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa trent’anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi. Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione del progetto che finalmente, nel giugno del 2015, ho aperto al pubblico.”
(Franco Maria Ricci)

Corridoio all'interno del labirinto di bambù. La specie usata è il Phyllostachys bissetii

© Massimo Listri

Il museo e le mostre.
Accanto al labirinto è sorto un museo che contiene l’eclettica collezione di opere d’arte (oggetti, pitture e sculture dal Cinquecento in poi), che insieme alla Biblioteca con tutti i libri pubblicati in 50 anni, costituiscono grandi fonti di ispirazione.
Dal 22 maggio è anche possibile visitare la mostra Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI Storia di un segno, che trasformerà il Labirinto in un percorso di parole e pensieri. Grazie a innovativi allestimenti multimediali, si verrà accompagnati lungo la scoperta della storia e del significato di uno dei simboli più antichi del mondo.

Veduta della Corte Centrale dai portici del lato ovest

© Mauro Davoli

Il ristorante.
Sotto la direzione dello chef stellato Massimo Spigaroli, il ristorante Al Bambù, l’Osteria e Bottega e il Cocktail Bar sono tre opzioni in cui è possibile assaporare i sapori tipici del Parmense: tradizione e innovazione si fondono in un’originale, autentica e raffinata cucina, con un’atmosfera unica sullo sfondo.

Le suites.
Per pernottare in un luogo unico al mondo, le due suites sono la soluzione ideale, ognuna delle quali composta da ampio salotto, camera da letto matrimoniale e doppia sala da bagno con jacuzzi. L’arredamento curato nei minimi particolari è rifinito con decorazioni e opere d’arte originali, introducendo in un mondo elegante in cui è possibile trovare ogni comfort.

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