Sherlock Holmes Day: tutte le curiosità e le parole del celebre detective

Sherlock Holmes e il suo braccio destro, il Dr. John Watson, hanno bisogno di ben poche introduzioni. Nati dalla penna di Arthur Conan Doyle nel 1887,

proprio dall'intuito di creare un giallo dopo il suo scarso successo come medico nel Southsea, i due investigatori letterari di Scotland Yard più amati del globo - che, attenzione, non sono mai esistiti - sono da sempre corteggiati sul piccolo e grande schermo. La lista potrebbe essere piuttosto infinita, visto che Holmes è apparso in oltre 230 pellicole, con circa 70 attori che gli hanno prestato il volto. Popolarissime le serie tv Elementary, con Jonny Lee Miller, Sherlock, con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, e il punto di vista femminile Enola Holmes, con Millie Bobbie Brown, ma anche i film Mr.Holmes con Ian McKellen, il Sherlock Holmes di Guy Ritchie, con Robert Downey Jr. e Jude Law, la rivisitazione disneyana Basil l'investigatopo del 1986 e l'isipirazione in Dottor House. Il 22 maggio si celebra il Sherlock Holmes Day, e noi vi sveliamo le curiosità che si celano dietro alle parole più usate dal detective amante della pipa e di quel celeberrimo cappello da caccia.

Benedict Cumberbatch e Martin Freeman in Sherlock

Detective

In italiano lo traduciamo come investigatore. Eppure detective deriva dal verbo to detect, ossia rivelare, individuare, scoprire. E l’aspetto più curioso legato a Sherlock Holmes è che, per creare il personaggio, Arthur Conan Doyle non si ispirò a un detective, bensì al dottor Joseph Bell, medico e professore dell’Università di Edimburgo in grado di fare diagnosi precisissime con una sola occhiata. In molti forse non lo sanno ma Sherlock, inizialmente, avrebbe dovuto chiamarsi Sherrinford. Vista la grande passione dello scrittore Doyle per il cricket, scelse Sherlock in onore di un giocatore di prima categoria del Marylebone.

Flashback

La parola flashback, nata e diffusa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha un significato completamente diverso da come lo usiamo noi. Una parola unita dai termini flash e back, per indicare una sorta di ritorno di fiamma nei motori e nelle fornaci. Oggi, anche in italiano, è il riferimento all’interruzione degli eventi presenti per rievocare ricordi passati. Da Arthur Conan Doyle viene utilizzato in Uno studio in rosso, il primo romanzo della serie, e ne Il mastino dei Baskerville, da molti considerata una delle più belle indagini di Sherlock Holmes.

Badge

Pensi al badge e ti viene subito in mente il tesserino identificativo. Ma non nel mondo dell’investigazione. Derivato dalla parola latina bagis, ossia emblema, poi trasformata nella lingua anglo-fracese in bage, il termine viene usato fin dal Medioevo per indicare i distintivi o le spille in metallo che venivano indossate dai pellegrini o dai cavalieri per dimostrare le proprie alleanze o preferenze politiche. Il badge più famoso nel mondo dell’investigatore di Baker Street è quello della Sherlock Holmes Society, un club letterario e culturale con sede a Londra e dedicato agli appassionati.

La casa di Sherlock Holmes al 221b di Baker Street, a Londra

© Loop Images

Cold case

Traducibile in italiano come analisi dei casi a pista fredda, in realtà significa un’indagine relativa a un caso rimasto irrisolto e per il quale vengono riaperti gli archivi e raccolte nuove testimonianze. Il termine è presente nel film Mr. Holmes, dove il detective, ormai novantenne e interpretato da Ian McKellen, è alle prese con un caso rimasto irrisolto.

Scotland Yard

Non tutti sanno che Scotland Yard oggi rende omaggio alle storie di Arthur Conan Doyle in due modi: attraverso il suo database criminale chiamato Home Office Large Major Enquiry System (HOLMES) e attraverso il programma di allenamento del corpo di polizia, battezzato Elementary. Scotland Yard altro non è che l’edificio con sede al Metropolitan Police Service di Londra. Il nome sembra derivare dalla sua sede originale, sorta nel 1829 sulla Great Scotland Yard. E a proposito di Elementary, la frase Elementare, Watson, non venne creata da Doyle bensì dallo scrittore comico P.G. Wodehouse nel suo romanzo Psmith giornalista.

Robert Downey Jr. e Jude Law nello Sherlock Holmes di Guy Ritchie

© Sherlock Holmes - a Game of Shadows, 2011

Villain

L'antagonista, il falso amico, per noi italiani, in realtà ha un significato completamente diverso. Villain, infatti, non si traduce con villano, ma con il cattivo, il nemico. La somiglianza tra i due termini non è casuale: entrambi, infatti, derivano dal latino villanus, ma in inglese la parola si è evoluta verso un concetto più astratto, opponendo il legame con la terra allo status di cavaliere e affiancandola quindi all’assenza di galanteria. La parola prende vita nei romanzi di Sherlock Holmes con la figura del Professor Moriarty, antagonista per eccellenza del detective londinese.

Trivial

Trivialis, dal latino, significa comune, grossolano. In Italia è associato al celebre gioco da tavolo canadese. In inglese, invece, si usa per indicare qualcosa di banale ma oggi viene utilizzato in contesti formali o per sottolineare le proprie doti intellettuali. Sherlock Holmes lo inserisce più di una volta nelle sue frasi, ma uno degli esempi più noti è quello legato al racconto L’avventura dei sei Napoleoni, un passaggio che riassume perfettamente la mentalità investigativa del detective: “I dare call nothing trivial when I reflect that some of my most classic cases have had the least promising commencement”.

Puzzle

Un puzzle non è il gioco da tavolo. Bensì un enigma, un problema, una situazione molto complessa da risolvere e la parola viene usata molto spesso nel mondo dell’investigazione. Il termine deriva dall’antico francese aposer, ovvero lasciare perplesso, ed entrò nel vocabolario inglese come verbo verso la fine del Sedicesimo secolo, trasformandosi poi in pose, pusle e infine puzzle.

Ancora Robert Downey Jr., Jude Law  e Rachel McAdams nello Sherlock Holmes di Guy Ritchie

© Shutterstock

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