Fashion Week 2020: a Londra tulle e colori per Molly Goddard

Le prime fasi del processo di creazione della collezione Primavera Estate 2021 sono iniziate durante il lockdown:Molly Goddard si era sentita in obbligo di proporre

un’estetica “semplificata, chic e dalle linee pulite”. Poi la designer, 31 anni di Londra, ci racconta di aver pensato “Al diavolo! Non ho per niente voglia di vedere capi bianchi e neri. Voglio colore, texture e ironia”. Ecco quindi che quei romantici e spumeggianti abiti di tulle declinati nelle tonalità più briose che abbiamo tanto amato (ma non solo noi, anche Rihanna, Edie Campbell e Adwoa Aboah) sono tornati in scena proprio in occasione della London Fashion Week. Questa volta si è trattato di uno show pre-registrato andato in onda sul sito del British Fashion Council il 19 settembre. 

È stato filmato nello studio di Goddard, ad Est di Londra: un’ex fabbrica di ombrelli che ha fatto anche da punto di appoggio per il fotografo tedesco Wolfgang Tillmans durante i viaggi in Gran Bretagna. La vincitrice del BFC/Vogue Fashion Fund ci confessa che le grandi finestre e la passerella, installata da poco, diventeranno, in futuro, elementi chiave delle sue sfilate. Dopotutto, parliamo di una stilista che trova l’ispirazione per le sue eteree creazioni non da location esotiche ma dall’ambiente che la circonda – la sua quotidianità, il Central Saint Martins, il luogo dove ha appreso i ferri del mestiere e la sua città natale. 

Tra un casting e l’altro, Goddard ha incontrato il team di Vogue per raccontare la collezione, dell’importanza di sostenere le aziende locali e di come si auguri evolva la moda nel prossimo futuro. 

© Arthur Williams

Come sono stati i mesi scorsi per te e il tuo team? 

Siamo tornati in studio circa tre mesi fa. Mi mancava molto! Durante il lockdown, la galleria di fianco si è trasferita altrove e siamo subentrati noi. Siamo una squadra di 10 membri che lavorano full-time e arriviamo fino a 20 durante le fasi finali di una collezione. Ora lo studio di cui disponiamo è tre volte più grande di quello originale quindi è più semplice operare in un regime di distanziamento sociale. All’inizio sembrava un investimento un po’ folle da fare in quarantena ma, quando consideri le spese a cui va incontro un brand con le sfilate e gli showroom, ha senso ed è anche più economico in quanto ora possiamo organizzare tutto qui. Inoltre, ci stiamo preparando per lanciare una linea di abbigliamento da sposa e, sebbene ora sia soltanto un’ex galleria bianca e vuota, presto diventerà uno spazio luminoso e accogliente dedicato ai fitting

Cosa ti ha ispirato a usare così tanto colore nella collezione? Avevi in mente qualcuno in particolare durante il processo di design? 

Sono stata sempre attratta dal colore ma non pensavo che lo avrei usato in maniera così abbondante questa stagione, magari solo qualche tocco qua e là. Invece è diventata una collezione molto colorata declinata nei toni verde erba, rosa magenta, arancione acceso e con pois gialli. Una vera esplosione! Non sono mai stata il tipo da avere una musa ispiratrice. Penso sempre a molte donne diverse quando creo, da mia madre a mia sorella a una qualche conoscente della mia zona o una modella specifica. Questa collezione è incentrata sul mio stile personale e sul modo in cui amo indossare i capi. 

© Ben Broomfield

E come ami indossare i tuoi capi e quali sensazione vuoi che trasmettano?  

Voglio che un capo mi faccia sentire felice e più in sintonia con me stessa. Preferisco trovare un mio approccio all’abbigliamento, sovrapponendo pezzi e divertendomi, in modo che sia diverso da chiunque altro e in modo da non ripetere mai lo stesso outfit. Durante il lockdown, ho preso in rassegna tutti gli abiti che avevo tenuto da parte per un’occasione speciale e mi sono detta ‘Ma cosa diavolo pensavo? Avrei dovuto indossarli quando potevo e ora mi pento di non averlo fatto. Quando lavori da casa, la cosa più semplice è mettersi una tuta. Ma ho scoperto che le giornate migliori erano quelle in cui mi facevo una doccia, mi lavavo i capelli, mettevo un po’ di trucco e un bell’abito. Ora torno con la memoria a quei momenti e nel mettermi un abito mi sento molto a mio agio. È una sensazione davvero importante. 

Parlaci dello styling e degli accessori di questa stagione. 

Le borse compaiono di nuovo ma questa volta sono lavorate all’uncinetto, in pelle verniciata e in nylon. Le forme sono morbide e rilassate. Molto divertenti, colorate e con superfici materiche. 

Cosa determina le decisioni in fatto di casting per le tue sfilate? 

Anche questa volta abbiamo deciso di collaborare con Rosie Vogel, fashion booking director per Vogue UK. La personalità è un elemento chiave durante i casting. È bello avere in passerella persone che amano i capi che indossano. Oltre la personalità, quello che cerchiamo sono modelle contente e con una presenza forte.

© Arthur Williams

Hai incontrato difficoltà a creare una collezione nel bel mezzo di una pandemia? 

La maggior parte dei tessuti che usiamo viene dall’Europa quindi, dal momento che molti stabilimenti hanno riaperto abbastanza presto [dopo il lockdown], siamo riusciti a reperire il tutto piuttosto bene. Certo ci sono state limitazioni: contattare le persone è più difficile, i tempi di esecuzione sono più lunghi ma comprare tessuti è sempre stato un vero incubo. Abbiamo rivisitato alcuni dei materiali che abbiamo utilizzato in passato. Materiali e colori di cui non mi stanco mai, come il cotone bianco e il tulle rosa e color panna. Circa il 90% dei produttori che realizzano i nostri capi si trova a Londra o in Gran Bretagna. Ed è fantastico perché questo significa avere una vera comunità di persone attorno a te. Inoltre, siamo stati in grado di continuare a lavorare senza troppe interruzioni. È più costoso ma è qualcosa che non voglio cambiare. Amo il fatto che sia tutto realizzato in loco e ‘Made in England’. 

© Ben Broomfield

Pensi che continuerai a scegliere di organizzare sfilate pre-registrate? 

Amo le sfilate [tradizionali] e mi mancano molto ma è bello vedere che esiste un’alternativa. Detto questo, penso sia importante per la gente poter vedere gli abiti dal vivo in quanto l’esperienza in digitale, attraverso uno schermo, è decisamente diversa. 

In generale, come ti auguri che evolva la moda andando avanti? 

Viaggiare è un grosso problema. Con il digitale che sta prendendo sempre più piede, le distanze sembrano accorciarsi e non hai più bisogno di prendere un volo e andare in un altro paese per un giorno o un paio d’ore solo per incontrare qualcuno. Mi auguro che si metta fine ai viaggi inutili. Lavorare con le aziende e le risorse locali è molto importante, così come lo è rendersi conto da quanto lontano arrivano certe merci e dell’enorme spostamento che compiono. Sono una persona piuttosto parsimoniosa e mi è sempre piaciuto trovare alternative più economiche per raggiungere un certo obiettivo. Avere delle limitazioni può fare bene e ci aiuta a pensare in maniera più creativa. Ti rendi conto dell’impatto delle tue azioni. 

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