Morta Juliette Gréco: addio alla cantante francese

Ci lascia Juliette Gréco, la grande voce francese amica di Jean-Paul Sartre

C'è sempre eyeliner sugli occhi di Juliette Gréco, una linea all'insù che si

dipana sui capelli sino a sciogliersi negli abiti neri. Un vezzo di trucco che ne distingue la voce roca e profonda come nessuna, una macchia d'inchiostro scuro che si liquefà all'infinito. A 93 anni, si spegne la voce che ha cantato l'esistenzialismo, che alla nenia delle romanticherie alla francese ha preferito la crudezza dell'opera di Jean-Paul Sartre, la passione violenta della poesia di Jacques Prévert, il viaggio nell'inconscio di Raymond Queneau

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Donna che ha cantato i sobborghi di Parigi, le passeggiate lungo la Senna, scendendo scale di pietra per immergersi nell'odore umido delle sue acque, lontani dai profumi della città in fiore, la Gréco è immagine di una generazione ribelle intrisa del fumo di una sigaretta e di tante e tante idee, da lei ripetute una nota alla volta. 

Juliette Gréco nel 1951.

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Ad amarla è Miles Davis, ad ammirarla è l'élite filosofica degli anni 60 che in lei vede il rinnovamento della musica come strumento di propaganda politica, a tramutarla in leggenda è il fantasma di Belfagor che porta sullo schermo, diventando un'icona cinematografica. 

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Juliette Gréco ci lascia oggi nella sua casa di Ramatuelle, in Provenza. In eredità, uno sguardo in bianco e nero, mani che si muovono nel buio dei cafè, una voce che ha donato Parigi al resto del mondo

Juliette Gréco durante una performance al Waldorf Astoria. 

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