Margot Robbie diventa Barbie. Alla regia Greta Gerwig

La stessa Margot Robbie ha confermato: sarà Greta Gerwig a dirigerla nel live-action di Barbie, un progetto nato oltre due anni fa dalla collaborazione tra la

Mattel Films e la Warner Bros Pictures. Da Le piccole donne alla bambola più famosa di sempre, la regista si metterà all’opera nel 2022 per realizzare una pellicola che probabilmente troverà la luce nelle sale di tutto il mondo non prima del 2023. 

Dopo una lista interminabile (oltre 30 titoli!) di film d’animazione, la mitica Barbie si trasformerà finalmente in una ragazza in carne ed ossa e avrà il volto di un’interprete tanto bella quanto brava, Margot Robbie. L’attrice australiana in una recente intervista rilasciata a Vogue British ha addirittura definito il suo personaggio “la bionda più sexy di sempre”. Un’affermazione che però non deve portarci a credere che il film esalterà solo la sua bellezza esteriore. 

Casomai sarà il contrario, e non abbiamo dubbi: sia perché Margot è una tra le attrici più appassionate nel difendere la parità di genere e nel condannare ogni forma di violenza sulla donna (oltre a ricordare la sua prova in Bombshell, ha recentemente prodotto il pregevole e provocatorio Una donna promettente, con Carey Mulligan, da poco uscito nelle sale), sia perché, allo stesso modo, Greta Gerwig – già al lavoro da oltre due anni sulla sceneggiatura del film insieme al marito Noah Baumbach – è una delle firme più accorate e vicine alle battaglie femministe (come ben dimostrato nella sua trasposizione de Le piccole donne, 2019, soprattutto con riferimento al personaggio di Jo March, interpretato da Saoirse Ronan, già grande stella del suo bellissimo Lady bird).

Come sarà inquadrata e raccontata la fashion doll che ha fatto innamorare intere generazioni di bambine? La Barbie – incentrata su una giovane donna di Willow (nel Wiscounsin) il cui vero nome è Barbara Millicent Roberts – nacque da un’operazione di mercato ideata e realizzata dall’imprenditrice Ruth Handler e da suo marito Elliot, con cui fondò (anche insieme a Harold Matson) la Mattel, la storica azienda di giocattoli che la mise in commercio a partire dal marzo del 1959 trasformandola negli anni in un vero e proprio fenomeno culturale.

La Barbie ha infatti percorso (e precorso) i tempi, stimolando la fantasia di milioni e milioni di ragazzine che si sono divertite come matte a curare i suoi play set e a creare il suo stile, tra capi e accessori (spesso a tema). Eppure quell’oggetto di plastica alto circa 30 cm è ed è sempre stato uno dei giocattoli più controversi di sempre, diventato sia il simbolo di un consumismo sempre più diffuso e rappresentando il prototipo di una società sempre più basata sull’immagine (fine a se stessa e, quindi, come direbbe il filosofo Umberto Galimberti, “senza pensiero”). Del resto, come recitava Barbie girl, la super hit mondiale degli Aqua (uscita nel 1997, vera e propria parodia infarcita di doppi sensi della bambola, soprattutto con riferimento al suo fidanzato Ken), “I’m Barbie girl, in a barbie world, life in plastic it’s fantastic”: pura immaginazione, pura evasione. E non è l’unica interpretazione (in qualche modo) dissacrante della Barbie, che diventa il simbolo, immersa in un piatto di insalata, del primo blog di Chiara Ferragni, The blonde salad.

© archivio

Tornando al presente, o meglio, al prossimo futuro, la Warner Bros punterà moltissimo su questo film, non solo per sbancare i botteghini ma anche (e ci piace pensare, soprattutto) per far passare un nuovo messaggio alle nuove e vecchie generazioni. Due anni e mezzo fa Margot Robbie aveva già esplicitato – soprattutto con l’occhio della produttrice – questo obiettivo: “la Barbie è stata fondamentale per tante bambine che, giocandoci e inventando storie, sono andate alla scoperta di se stesse: in 60 anni del marchio, la Barbie ha permesso ai bambini di immaginarsi in ruoli aspirazionali, dalla principessa al presidente. Sono così onorata di assumere questo ruolo e produrre un film che credo avrà un impatto tremendamente positivo sui bambini e sul pubblico di tutto il mondo”. Un sentimento confermato anche negli scorsi giorni, nell’intervista a Vogue Uk ( nonché protagonista della copertina del mese di agosto) : “la mia Barbie arriva con un sacco di bagagli e un sacco di legame nostalgici”. 

Già, la nostalgia è ormai la vera imperatrice del nostro tempo e siamo sicuri che Greta Gerwig riuscirà a restituirci un personaggio “sano”, che ci riporta con la mente all’infanzia ma che ci farà riflettere sul presente e sul futuro. Imprevedibile, maliziosa, narcisista, ingenua: sarà una Barbie più reale. Sarà una Barbie più umana.

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